Ivan Lendl: “Ho portato Murray alla pari di Federer, Nadal e Djokovic”

I 'Fab 3' rappresentano le icone del tennis moderno, delle autentiche leggende che hanno vinto tutto quello che era possibile vincere negli ultimi 15 anni, lasciando ben poco agli altri colleghi antagonisti.

Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic sono i 3 grandi tennisti che hanno vinto insieme quasi tutti i tornei più importanti del calendario Atp degli ultimi 15 anni compiendo un qualcosa di semplicemente straordinario.

Andy Murray è stato l’unico ad avvicinarsi ai ‘big three’ vincendo tre tornei dello Slam (Us Open 2012, Wimbledon 2013, 2016) le ATP Finals di Londra nel 2016, due medaglie d’oro olimpiche (Londra 2012, Rio de Janeiro 2016) e a diventare numero 1 del mondo il 7 novembre 2016.

Nel luglio 2017 Murray ha subito un grave infortunio all’anca che ha condizionato fortemente la sua carriera, tanto che lo scozzese ha annunciato il suo imminente ritiro dalle attività agonistiche nel gennaio 2019, al quale è seguito un ripensamento del giocatore che, ripartendo dal numero 839 del mondo, è riuscito a vincere l’European Open di Anversa nell’ottobre 2019, spuntandola su Stan Wawrinka al terzo set in finale.

Ivan Lendl ha allenato Andy Murray dal gennaio 2012 portandolo ai grandi successi ottenuti in carriera. Lavorando con lo staff tecnico di Lendl, Andy ha vinto il suo primo titolo dello Slam a Flushing Meadows nel 2012.

Lendl in un recente podcast parla del suo ex allievo col quale ha condiviso molte vittorie: “Murray è ancora un grande giocatore, era un grande giocatore anche prima che io arrivassi e lo è adesso nonostante tutte le difficoltà. Sono molto felice di avergli trasmesso un pizzico della mia esperienza, un dettaglio che ha fatto la differenza negli scontri diretti con Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic”.

L’ex numero uno del mondo cecoslovacco naturalizzato statunitense aggiunge alcuni dettagli sulla collaborazione tecnica con Murray: “Mi è piaciuto tanto lavorare con Andy, sono riuscito a convincerlo a seguire le mie idee e ad incanalarlo sulla mia stessa linea di pensiero. Eravamo concordi sulla strategia che avrebbe dovuto attuare in campo, ecco perché ha effettuato molti progressi in un lasso di tempo relativamente ristretto”, conclude Ivan Lendl.

Nicola Devoto

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