Jannik da derby

Partita dai mille volti, tra errori, capovolgimenti di fronte, momenti sublimi e attimi di follia. Alla fine la spunta Sinner (6-2, 3-6, 6-3), più regolare: agli ottavi di finale lo aspetta Filip Krajinovic.

C’è grande attesa al Foro Italico. Sinner vince il sorteggio e sceglie di rispondere; la mossa non paga perché Fabio, senza strafare, si prende i primi sei punti sugli sbagli di Sinner, che si accende giusto in tempo per guadagnarsi il gioco dell’uno pari. Il match stenta a decollare, adesso è Fognini a inanellare una sfilza di gratuiti regalando il break all’altoatesino (2-1). Jannik tiene il servizio facilmente, Fognini sembra un po’ fuori dalla partita e si fa brekkare di nuovo, con tanto di doppio fallo e primi accenni di nervosismo. L’ampio vantaggio rassicura il rosso di San Candido, che si permette anche un po’ di accademia. Ora Fabio più che nervoso sembra apatico e continua a sbagliare a più non posso, tolto qualche sporadico colpo d’autore che comunque gli permette di muovere il punteggio dopo avere annullato un set point (5-2).
Jannik spinge e si affida volentieri alla palla corta sfruttando la scarsa reattività dell’avversario. Il primo set è in archivio con un 6-2 senza storia.

Nel secondo set scende in campo una versione di Fognini migliore, sufficiente a gallaggiare per poi esplodere nel quarto game e strappare con merito il servizio a Jannik (3-1). Il magic moment dura pochissimo, perché Mister Fogna ruba subito la scena a Doctor Fabio: due doppi falli, controbreak e racchetta in frantumi. Messina prova a fare finta di niente all’inizio ma il ligure pretende il warning. Jannik finisce di nuovo 0/30, poi alza il livello ma non chiude e si ritrova sotto ai vantaggi. La prima palla break è annullata dopo uno scambio scorbutico in cui Jannik si difende con i denti prima di chiudere con una palla corta dolcissima. Però Fabio è on fire e alla fine si conquista un altro break di vantaggio con un tennis pulito e aggressivo. 4-2, poi 5-2. Un altro giro di valzer chiude il parziale (6-3) e conduce al set decisivo.

Fognini apre come aveva finito e con due dritti a uscire in fotocopia si porta a palla break. Qui Jannik reagisce e prende in mano le redini del gioco sfruttando anche una ritrovata prima di servizio (1-0). Sull’onda dell’entusiasmo, Sinner si porta 15/40 ma deve incassare la reazione rabbiosa (nel senso buono) di Fognini che lo respinge al mittente con passanti chirurgici e angoli geniali. Ancora una volta chi serve va sotto (0/30) per poi riprendersi con autorità (2-1 Sinner). Lo stesso destino tocca a Fognini a cui però non riesce la rimonta (3-1). Il blackout di Fabio si trasforma in una voragine, perché Jannik gli strappa 12 punti di fila (4-1) rischiando di chiudere anzitempo il match. Fognini resta vivo (4-2) e si regala un’altra possibilità. Jannik s’inceppa sul più bello, sbaglia a ripetizione e subisce il controbreak su un acuto dell’avversario (4-3). È una partita pazza perciò rinunciamo a capirla: Fognini, chiamato a completare la rimonta, produce orrori e doppi falli in serie, mandando Sinner a servire per il match. Questa volta non ci sono sorprese, ed è Jannik a guadagnarsi gli ottavi di finale. La sua firma sulla telecamera evoca un derby nel derby, ed è dedicata ai rossoneri di Milano che si giocano lo scudetto con i nerazzurri amati da Fognini.

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