Jannik, montagne russe

Sinner raddrizza una giornata storta e restituisce al mittente la rimonta che Karatsev gli aveva imposto a Dubai (0-6, 6-3, 6-4): ora gli ottavi di finale con Rinderknech.

Conclusa senza veri squilli la prima parte della stagione rossa, Jannik torna in campo nel 250 di Lione in cerca di fiducia in vista del Roland Garros. Ma il destino, che evidentemente vuole metterlo costantemente alla prova, gli apparecchia un primo turno impegnativo con Karatsev, che l’ha già sconfitto il 18 marzo nei quarti a Dubai con una secca e meritata rimonta.

Questa volta a partire forte è il russo, in un primo set che presto si trasforma in un incubo sinneriano. Non che Jannik sbagli proprio tutto, ma di certo si perde nei momenti che contano e presta il fianco alle implacabili cannonate di Aslan. Le occasioni per rientrare non mancano, così come gli acuti che teoricamente potrebbero riaccendere il match, ma sistematicamente ogni speranza si annienta in una deriva ineluttabile che conduce a un bruciante e rotondo bagel. Quando il russo chiude con il dritto lungolinea è quasi un macabro sollievo, una breve pausa dalla sofferenza. Sappiamo che a volte i 6-0 possono trarre in inganno, specialmente su terra, ma è altrettanto vero che serve una reazione immediata e che non tutti riescono a cancellare in fretta i fantasmi di un set così brutto.
Nel primo game c’è una prima microsvolta, perché un paio di errori di Karatsev consentono a Jannik di tenere il servizio e muovere il punteggio, nonostante un pericoloso 30/30. Ma è il gioco seguente a mostrare che il vento ha preso un’altra direzione: Sinner continua ad alternare cose buone a nequizie di ogni genere ma Aslan getta alle ortiche tre palle dell’uno pari e poi sbaglia ancora, concedendo il primo break dell’incontro. Si arriva fino a un 4-0 ingannevole, condito dai molti errori del russo, ma è un’iniezione di fiducia per Jannik che poi riesce a portare a casa il parziale con una sofferenza immane con cinque palle break salvate su sei concesse in tre diversi game. È comunque un 6-3 che non si butta via, chiuso in affanno grazie a un nastro amico e – di nuovo – qualche sbavatura sull’altro fronte.

E siamo al terzo atto. Qui Jannik rimonta da 40/0 a palla break ma il russo si salva spazzolando la riga con il rovescio. Poi si segue il servizio e l’interruzione per pioggia rimescola le carte di una partita ancora indecisa. Sinner ha una nuova chance sul 3-3 ma la spara in rete e si entra in zona pericolo sul 4-3 per il russo. Un errore adesso sarà fatale. Sul 4-4 lo scatto di Jannik è quello buono: strappa la battuta a Karatsev e andrà a servire per il match. Ma non vogliamo farci mancare nulla per cui c’è anche il giallo della chiamata corretta dal giudice di sedia sul matchpoint. In pratica Jannik credeva di avere chiuso con un vincente, invece il punto è da ripetere e naturalmente lo perde. Ai vantaggi però il ragazzo di San Candido non si spaventa e finisce davvero con l’ace questa partita lunga una vita, un microcosmo pieno di sfumature come sono spesso i suoi match. Agli ottavi di finale lo attente il semisconosciuto Rinderknech, lucky loser che ha battuto a sorpresa Ymer al primo turno. Il francese occupa la posizione 125 al mondo e il rischio maggiore è quello di sottovalutarlo.

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