Nikoloz Basilashvili: “Nella mia vita niente è stato facile”

Oggi, a Shanghai contro Alexander Zverev, ha perso, ma fino ad ora il tennista georgiano è l'unico nel circuito ad aver vinto due tornei ATP 500, giocando un tennis incredibilmente solido e pesante sotto ogni aspetto. Andiamo a scoprire chi è l'uomo Basilashvili, tramite un piccolo ritratto che parte dal lontano 1992.

A Pechino, domenica, ha battuto il numero tre del mondo Juan Martin Del Potro, accaparrandosi un titolo pesantissimo quasi quanto la durezza dei suoi colpi da fondo-campo. Nikoloz Basilashvili, attuale numero 23 del ranking, ragazzo georgiano dallo sguardo sempre serio, talvolta corrucciato, in questo momento può vantare il raggiungimento della ragguardevole soglia di 1.5 milioni di dollari, guadagnata grazie agli ottimi risultati degli ultimi tre mesi (quanto in dieci anni di carriera pro, iniziata nel 2008). Ma nonostante l’enorme coppa dorata abbracciata pochi giorni fa, i flash dei fotografi, gli applausi, i complimenti e lo champagne di rito, il ventiseienne di Tbilisi sorride poco e risponde in maniera accorta a giornalisti ed addetti ai lavori. Mantiene un tono di voce pacato e misurato e profonde poche emozioni, usando una gradazione certamente più delicata del dritto assassino con cui, in finale, ha surclassato la Torre di Tandil. A ventisei anni compiuti in Febbraio, il georgiano promette di riportare alla luce il non dimenticato esempio del concittadino Alex Metreveli, finalista a Wimbledon nel 1973 ed ex numero 9 del mondo, un tennista facente parte di quella che allora si chiamava Unione Sovietica. Con un repertorio completo che ruota attorno allo schema servizio-dritto (comunque rifinito da un rovescio bimane assolutamente di livello) e sorretto da una grande personalità maturata nella lunga militanza nei tornei minori, ciò che colpisce maggiormente di Basilashvili è la fantastica mobilità nei piedi, un patrimonio cromosomico ereditato dal padre Nodar, ex ballerino professionista. “La sua vita da atleta è cambiata a giugno quando ha chiesto aiuto, dopo essersi ostinato per anni a fare tutto da solo, ed ha cominciato a lavorare con Jan De Witt (coach di Simon, Monfils e Troicki al tempo che fu). In questo modo Niko ha scalato ben 60 posizioni in classifica, passando dal numero 81 al 23 di oggi. E siamo solo al principio, perché può arrivare in cima e vincere uno Slam” –racconta il suo manager Corrado Tschabuschnig della scuderia Top-Seed, che annovera giocatori come Troicki, Dolgopolov, Bolelli, Lesia Tsurenko e alcune giovani, si spera, promesse: da Bublik a Fokina, da Berrettini a Sonego, da Polmans a Mousley. Basilashvili è molto veloce -continua Tschabuschnig- possiede movimenti fluidi ed intercetta piuttosto bene le palle basse. Serve a 220/225 km all’ora, ma deve migliorare il gioco di volo ed essere più competitivo al meglio dei 5 set”. Seppur giovanissimo, il georgiano è marito e padre già da diverso tempo e non ama parlare del suo passato, infatti è il suo manager a farlo per lui: “Diventare un tennista professionista, provenendo dalla Georgia, è estremamente difficile; Basilashvili ha avuto momenti davvero complicati, tanto che non è sbagliato dire che nella sua vita non c’è mai stato nulla di facile. Lui crede moltissimo in se stesso, il che è positivo quando compete coi più forti, ma è pericoloso quando affronta quelli sulla carta più deboli e contro i quali dovrebbe avere vita facile, perché la troppa sicurezza può sfociare nella superbia e questo può portarlo a prendere alla leggera l’avversario e le situazioni. Su questo aspetto abbiamo ancora molta strada da percorrere” –aggiunge il suo manager, felice di come il ragazzo di Tbilisi sia riuscito ad evolversi. A gennaio perdeva, al quinto set nel terzo turno degli Australian Open, contro la speranza britannica Kyle Edmund, ma a luglio si imponeva sulla terra rossa di Amburgo, infilando uno dopo l’altro terraioli del calibro di Kohlschreiber, Cuevas, Carreño Busta, Jarry e Leo Mayer, ed entrava nella storia come il primo tennista georgiano ad aggiudicarsi un titolo ATP. Poi, agli US Open, aggiungeva altro lustro al suo nome cedendo in quattro set, agli ottavi di finale, al cospetto di Rafael Nadal, un match durissimo in cui il maiorchino ha faticato oltre tre ore per avere la meglio su di lui. Adesso, Niko Basilashvili, ha siglato il secondo 500 superando prima Sock, poi Verdasco, in seguito Jaziri e subito dopo quell’Edmund che gli aveva fatto versare tante lacrime nove mesi fa, per arrivare a dominare in finale un Juan Martin Del Potro acciaccato dall’influenza, ma sempre pronto ad approfittare di un calo del georgiano che, di fatto, non c’è stato. Oggi è stato eliminato alla Rolex Masters di Shanghai dalla testa di serie numero 4 Sascha Zverev, ma non va scordata l’ottima prova offerta ieri contro il next-gen Denis Shapovalov, bistrattato col punteggio di 62 62. Il tedesco questa mattina ha comunque faticato per batterlo, spuntandola più che altro per maggiore freschezza fisica e abitudine a calcare i grandi appuntamenti.

N. Basilashvili col trofeo vinto ad Amburgo
N. Basilashvili col trofeo vinto ad Amburgo

Un tennista dunque brioso e motivato, dotato di un gioco potente e completo, che non si preclude nessun obiettivo, specialmente il sogno della top ten e di un titolo di peso che potrebbe raggiungere in qualsiasi momento. A tutti gli avversari che lo affronteranno in futuro è vivamente consigliato di farsi trovare pronti e atleticamente in ottima forma, perché per contrastare le sassate che il georgiano è capace di sfornare occorrono due prerogative essenziali, ovvero grande reattività ed intelligenza tattica e, allo stato attuale dell’arte, non tutti i tennisti stanno attraversando un tale periodo di grazia. Perciò per Basilashvili, stando ai verdetti del campo, nessun traguardo sembra precluso, né ora né successivamente.

Fonte: Federtennis.it

http://www.tenniscircus.com/circuito-atp/atp-pechino-basilashvili-batte-del-potro-in-due-set-e-conquista-il-titolo/

0 comments
  1. L’ho visto una volta giocare dal vivo a Napoli tira dei dritti impressionanti ogni volta che la palla veniva colpita lasciava un suono incredibile sembravano dei tuoni, non credo che possa mai arrivare in top ten, spesso gli capitano giornate storte

    1. Gioco rischiosissimo, ma domenica non ha sbagliato nulla, rendimento impressionante. Certo la top ten non è facile, ma gli bastano altri due tornei così ed è ancora giovane e in crescita.

    2. Roberto Aurecchia mica e’ facile ora ha 1767 punti mentre l’attuale N°10 ne ha 3290, per me non ce la fa…resto della mia idea, e né mi interessa, se ci sono degli scienziati come Lei che la pensano diversamente.

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