Pepe Imaz: “Con me Nole ha anche vinto. Per ora ci occupiamo del recupero fisico”

Parla il mental trainer dell'ex numero 1 serbo, difendendo il suo operato e il suo metodo anticonvenzionale dalle (tante) critiche. Il ritorno in campo programmato per il 2018.

AMOR Y PAZ” – Sebbene solo da un anno a questa parte – all’incirca da quando la posizione di Boris Becker ha iniziato a farsi incerta – sia diventato uno dei personaggi più in vista del team che assiste Novak Djokovic nella sua preparazione, Josè Imaz Ruiz, detto Pepe, era già conosciuto nel tour: ex tennista, in precedenza aveva svolto incarichi per giocatori come Fernando Verdasco, Flavia Pennetta o Pablo Andujar, ma a richiamare l’attenzione su di lui era soprattutto la sua singolare teoria di ”Amor y Paz”, che gli avrebbe anche permesso di curare Marko, il fratello di Nole, da un a grave forma di depressione dovuta al suo declino tennistico. Essa sostiene che il livello di tennis di un giocatore dipenda dalla sua condizione di “armonia interiore”, e che tale armonia sia raggiungibile per mezzo di sedute di meditazione, lunghi abbracci e “pensieri positivi”. Nonostante la dottrina abbia da subito esercitato una forte attrazione sul campione di Belgrado, pare anche che essa sia stata fra le cause della sua separazione da Becker. Non da ultimo, inoltre, bisogna menzionare le sue convinzioni antisemite e complottistiche ereditate dagli scritti in materia di David Icke.

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LA PACE PRIMA DELLA TEMPESTA – In un’intervista per il quotidiano spagnolo AS, Imaz ha spiegato che “grazie a questo percorso, Nole ha vinto per anni, e ha ottenuto risultati mai raggiunti prima, come il Roland Garros. Ma era anche da anni che non si prendeva una pausa, senza un infortunio che lo fermasse”. Insomma il crollo verticale che abbiamo potuto osservare negli ultimi 17 mesi sarebbe stato prevedibile, alla luce dell’attività agonistica svolta incessantemente. Inoltre, il guru ha voluto mettere l’accento su come Djokovic sia diventato più rispettoso e generoso, sia nella vita privata che in quella professionale: “Ha un benessere maggiore che fa funzionare tutto meglio e con più armonia. Così, si sente a posto con se stesso”. Per quanto riguarda il recupero, il serbo è “concentrato sulla parte fisica, per sentirsi fresco. L’obiettivo è ritornare a giocare a gennaio per l’Australian Open”, ma “non ha ancora preso in mano una racchetta”, e con Andre Agassi “ha avuto un rapporto fantastico, ed è stato meraviglioso anche per me”. Se decidiamo di chiudere un occhio sui primi sei mesi di quest’anno, per ora il suo lavoro non è ancora stato messo alla prova per testarne la reale efficacia. Noi possiamo solo aspettare e stare a vedere se, quando il serbo tornerà a calcare i campi, la pace e l’amore gli saranno d’aiuto per resistere ai ganci di Nadal.

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