Roger Federer: “Tornerò al Roland Garros, Laver Cup grande innovazione”

Alla festa di presentazione della nuova linea Moët & Chandon, il fenomeno svizzero ha parlato di tutti i cambiamenti dell'ultimo periodo, a partire dalla mancata partecipazione a Parigi fino alla Laver Cup.

Sebbene il Roland Garros sia cominciato ieri, non cercate Roger Federer tra i campi della terra rossa di Parigi. Non lo troverete. Eppure nella Capitale c’è stato, per presentare la nuova linea di champagne Moët & Chandon (suo sponsor storico) dal nome Greatness Since 1998, in onore dei 20 anni da professionista. Non sono mancate, comunque, le molte domande sul circuito e vari argomenti.

Si parte dalla corsa al numero uno della classifica: “Il ranking non mi condiziona. Ho lavorato duro per tornare numero uno, ma a questo punto della mia carriera, rincorrere gli altri non è l’obiettivo. Stare in salute, essere sicuro di essere preparato per i grandi eventi e giocare in luoghi in cui mi diverto sono i veri obiettivi. Giocare contro Rafa per così tanti anni è stato incredibile, mi ha spinto a innovarmi, lavorare più duramente e a sviluppare il mio gioco. Non penso che sarei il giocatore che sono oggi se non avessi avuto lui come principale rivale.

E sulla scelta di saltare il Roland Garros anche quest’anno: “D’accordo con il mio team, abbiamo deciso che se voglio giocare qualche altro anno, non devo avere lo stesso programma degli anni precedenti. Devo bilanciare tutto nella mia vita ed essere sicuro di avere abbastanza tempo per allenarmi, fermarmi e riprendermi. E occuparmi della fondazione. Essere un padre di quattro bambini e un marito è stato fondamentale nel decidere il mio calendario. Ma spero di giocare il Roland Garros ancora prima della fine della mia carriera.

Il suo primo amore rimane, però, il prato verde inglese: “Wimbledon è stato il mio torneo preferito, i miei idoli hanno giocato e vinto lì: Pete Sampras ha vinto sette volte, Stefan Edberg e Boris Becker tre volte per uno. Giocare sull’erba è unico e un’esperienza incredibilmente eccitante, quando ho vinto da junior nel 1998 mi sono innamorato della storia del luogo, dei tifosi, del verde e viola colori del club. E’ davvero emozionante per me. Non gioco per i record perché adoro passeggiare sul Centre Court e provare a migliorarmi sempre.

Ed è fierissimo di aver contribuito alla creazione di una nuova competizione: “La Laver Cup è qualcosa di veramente caro a me, avrò sempre energia e tempo extra per questo. Sono molto contento che Moët & Chandon – che da sempre supporta le competizioni internazionali – abbia creduto in questo nuovo progetto dall’inizio e che abbia deciso di esserne parte. Il loro supporto ha aiutato molto la credibilità della Laver Cup. L’edizione 2017 è stata un grande successo e la squadra che verrà costruita quest’anno farà in modo di renderla ancora più memorabile. La Laver Cup non è stata creata per competere con la Davis. A volte rido quando sento questa cosa, non è mai stata questa l’intenzione. Volevamo creare un evento che onorasse Rod Laver e creasse un modo per rendere i rivali compagni di squadra. Il tennis ha bisogno di innovarsi se vogliamo competere con gli altri sport del mondo.

 

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