Top 10: chi va, chi viene, e chi non si smuove nemmeno con le cannonate!

Viaggio alla scoperta dei tennisti che hanno gravitato, o che ancora gravitano, nella Top 10. Numeri e statistiche.

Vincere è difficile, ma mai quanto confermarsi.
Ne sanno qualcosa quei cent-milion-mila tennisti che arrancano, sudano e si guadagnano la pagnotta ogni giorno.
Poi c’è l’Olimpo, che per praticità chiameremo Top 10.
Lì, restare lì, è impresa mica da tutti.

Eppure, a voler ben vedere, c’è chi ci ha piantato radici.
C’è anche chi ci si è affacciato e basta, insomma, c’è un po’ di tutto.

Scopriamo insieme qualche curiosità e qualche dato interessante.

Dal 1 gennaio 2010 a oggi, la persona che è rimasta per più giorni dentro la Top 10 è Nadal.
100% di permanenza, tradotto, 3652 giorni.
Hic manebimus optime, dicevano quelli prima di noi…
Rafa c’è.
E non sembra che voglia smuoversi, anzi.

Al secondo posto c’è l’Immortale, non Ciro di Gomorra, ma Roger di Basilea.
Il King ha collezionato un impressionante 97.70% di presenze, 3568 nei Top 10, e quando è stato fuori, causa infortunio, papà Robert avrà sicuramente portato il certificato medico.
Unreal.

Terzo posto del podio, Novak Djokovic.
Robotico.
Non umano.
3400 giorni, 93.10% di presenza nella Top 10, e trofei su trofei vinti.
Anche lui, causa qualche leggero acciacco negli anni, ha segnato assente sul registro qualche volta, ma insomma, col 93% di presenze non gli si può dire nulla no?

E poi?
E dietro?
Perché tutto sommato scrivere queste statistiche dei soliti 3 è facile, quasi noioso.
Poi dietro c’è un’altra gara.

Come sempre.
Ma che ci regala delle perle, che vi porto a scoprire.

Quarto posto in questa speciale classifica occupato da Sir Andy Murray, 77.33% di presenza nella Top 10 con 2824 giorni; numeri che fanno dormire tranquillo Andy, che se avrà energie per l’ennesimo recupero, potrà tornare dove gli compete, tra i più forti del mondo.

Quinto e sesto posto occupati da due EX, nel senso due campioni che quest’anno ci han salutato: Berdych e Ferrer.
Rispettivamente 2394 e 2051 giorni, il ceco e lo spagnolo hanno avuto la sfortuna di nascere in un’epoca di marziani, ma han fatto un 65.55% e un 56.16% che potranno raccontare orgogliosamente ai loro nipoti.
E in più, han vinto anche quasi niente per colpa di quei 3 lassù.

Dopo Ferrer, si scende sotto la metà come percentuale di permanenza, perché come si diceva all’inizio, per stare nell’Olimpo bisogna essere delle divinità.
Sta studiando per diventare tale Wawrinka, che non a caso si è posto come obiettivo di quest’anno quello di ritornare e fermarsi stabilmente tra i primi 10.
E i numeri per farlo li ha, Stan the Man.

Attualmente ha un 46.96%, cioè 1715 giorni tra i più forti.
Occhio che il 2020 lui sarà in campo col coltello fra i denti.

Poi ci sono nomi importanti, da Del Potro e Nishikori, che più o meno hanno la stessa percentuale, tra permanenza tra i Top 10 e permanenza in infermeria.
Ci sono i PRO ritirati, come Andy Roddick e il fresco pensionato Janko Tipsarevic.
O il leggendario Mardy Fish.

Tra i giovani, è bello segnalare Tsitsipas, 303 giorni in Top 10, cioè 8.30%.
E Medvedev, 4.65%, cioè 170 giorni.
A vederli così, non sembrano due bellissimi germogli pronti a sbocciare?

Thiem, che è a metà tra grandi e piccoli, è a buon punto anche lui: 35.71%, 1304 giorni, mica pizza e fichi.
Dominic è lì che scalpita, e come ho avuto modo di scrivere in un altro articolo, nel 2020 molti sbatteranno il muso contro di lui.

Capitolo italiani, e visto che siamo sotto Natale, ho fatto la promessa di non parlare male di Fognini.
1.73% di presenze Fabio, 63 giorni, un po’ meno della durata delle vacanze scolastiche che faranno i suoi due bei figli.
C’è Montecarlo da difendere, da italiano spero che arrivi in una forma super, ma ho tante perplessità.
Sulla stessa lunghezza d’onda Berrettini, 1.78%, 65 giorni, solo che Matteo questi numeri li ha fatti a 23 anni e in una sola stagione, con la prospettiva di allungare la striscia.
E Matteo ha una testa per far crescere esponenzialmente questi numeri…

Potrei chiudere la rassegna con un Simon, uno di quei rematori di cui si parlava all’inizio; potrei chiuderla con Gulbis, che ha uno 0.77% quasi casuale, frutto di 28 giorni in cui ha avuto voglia di esprimere il suo potenziale.
Chiuderò invece la classifica con Sock, Jack Sock.
Proprio lui.
Il Sock che non ha più punti ATP e che ha un 3.64% di permanenza tra i Top 10, 133 giorni.
E a partire dal 2020 dovrà ri-scalare tutta la montagna.

Pensate, Sock nel 2019 è riuscito a vincere una sola partita.
Chi sarà mai stato a fargli vincere un match in questo anno così sfortunato?

Mah.

Fonte dei dati statistici: @LucaBeck via Twitter

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