US Open: Sinner stoico ma il quinto set continua a non essere cosa sua. Il quarto è Alcaraz-Zverev

4 ore e 41 minuti, crampi, stanchezza da una parte e dall'altra, ma alla fine Jannik deve, di nuovo, arrendersi al quinto e decisivo set. Arnaldi esce a testa altissima con Carlitos. I quarti di finale di questo lato di tabellone saranno Alcaraz-Zverev e Medvedev-Rublev

Ha superato i crampi e la fatica, ha lottato, come sempre, per 4 ore e 41 minuti, ma alla fine, anche questa volta, il quinto set non è terra di Jannik Sinner. Vince Alexander Zverev, con il punteggio di 6-4 3-6 6-2 4-6 6-3, e sarà lui ad affrontare nei quarti di finale Carlos Alcaraz, che ha posto fine al bellissimo torneo di Matteo Arnaldi, in una giornata che non ha detto bene al tricolore.

Già il primo set è durissimo, durato più di un’ora, nell’umidità della sera di New York, e lo vince Zverev, più concreto del suo avversario. Troppi errori da parte di Sinner, nei momenti meno indicati, inoltre un problema alla gamba sinistra, per il quale chiama l’intervento del fisioterapista, sembra condizionarlo soprattutto quando è al servizio. Il tedesco inizia a regalare qualcosa, mentre Jannik per fortuna in risposta è molto incisivo. Nel terzo parziale però Sinner sembra accusare anche dei crampi, Zverev si porta avanti 2 set a 1 e la partita per Sinner diventa una montagna da scalare. Ma nei match 3 su 5, si sa, la trama fa sempre in tempo a cambiare. Jannik sembra lentamente stare meglio, mentre anche il suo avversario inizia ad accusare seriamente la fatica.

Stoicamente, dopo quasi 4 ore, e tutto quello che è accaduto in mezzo, Sinner porta questo ottavo di finale al quinto set. Qui però l’altoatesino commette l’errore più grande, ovvero subire subito il break. Da lì in poi per Jannik è il festival delle occasioni sprecate. Zverev ringrazia e si prende il quarto di finale con Alcaraz. Non ci sarà la rivincita di “quella” partita di un anno fa, nella quale Sinner sarebbe comunque partito piuttosto sfavorito, ma in questo momento il problema dell’azzurro è un altro: iniziare a vincere i match al quinto set con i giocatori forti. Nelle lacrime a fine match c’è tutto questo.

Se l’è giocata a viso aperto, ha messo tutte le carte sul tavolo Matteo Arnaldi. Si è goduto l’occasione, che si è ampiamente meritato, di sfidare il numero 1 del mondo sull’Arthur Ashe, l’impianto da tennis più grande del pianeta, e non ha affatto sfigurato, anzi ha fatto vedere al mondo quello che sa fare. Alcaraz è stato travolgente, sconfortante, e rimanere “attaccati” al match, continuare a crederci, non demoralizzarsi, davanti ad un giocatore così superiore, sotto tutti i profili, a tutti gli altri, vuol dire avere una forza mentale non indifferente. Arnaldi l’ha fatto, e questo è il suo più grande merito in questa partita. Il terzo ed ultimo set, infatti, è quello in cui il sanremese ha dato più filo da torcere al murciano. Poi c’è il gioco, e da questo punto di vista Matteo sa fare un po’ tutto, e piuttosto bene. 6-3 6-3 6-4 è il punteggio finale a favore di Alcaraz, ma la promozione a pieni voti per l’azzurro arriva dalla prestazione. Arnaldi su un campo del genere ci sta benissimo.

L’altro quarto di finale di questo lato di tabellone sarà invece un derby russo tra i due amici Daniil Medvedev e Andrey Rublev. Battuti, rispettivamente, Alex De Minaur per 2-6 6-4 6-1 6-2, e Jack Draper, per 6-3 3-6 6-3 6-4.

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