Margarita Gasparyan: “Credo che Tennis Australia non abbia organizzato bene le cose “

La numero 125 del mondo ha sostenuto le qualificazioni all’Australian Open, giocate la settimana scorsa a Dubai a causa della difficile situazione epidemiologica ancora in atto, perdendo all’ultimo turno contro la bulgara Pironkova, ma è stata poi ripescata per il tabellone principale. Sui voli speciali, i vincitori delle qualificazioni e i “riservisti” sono andati a Melbourne, dove tutti i tennisti devono essere sottoposti a una quarantena di due settimane. Secondo i protocolli di sicurezza, ai giocatori viene data la possibilità giornalmente di trascorrere 5 ore al giorno fuori dalla stanza: 2 ore di allenamento in campo, 1,5 ore di allenamento in sala, 1 ora per il pranzo, il resto del tempo è assegnato per spostarsi allo stadio e ritorno.

Margarita Gasparyan, in un’intervista concessa al portale sportivo russo ‘Championat‘, ha parlato con toni molto critici di come stia passando i primi giorni di quarantena nella bolla di Melbourne tra cibo non adeguato, stanze sporche, sorveglianza rigorosa, attrezzatura irregolare, ecc. La tennista moscovita esordisce così: “Comprendo perfettamente come la Federazione australiana voglia organizzare il torneo ai massimi livelli e sono sicura che si sono impegnati a fondo per raggiungere lo scopo , ma alla fine le cose non stanno andando per il verso giusto . Ci sono molte carenze strutturali e molti problemi che Tennis Australia non sembra affrontare nel modo migliore, penso che loro stessi siano nel panico e non sappiano davvero cosa fare“.

Gasparyan descrive la disparità di trattamento verso i vari tennisti che si evidenzia fin da subito: “Alcuni giocatori vivono in un unico hotel di ottima qualità, mentre per altri colleghi non è proprio così. Ad esempio nella mia stanza non si apre la finestra e per tre giorni non riesco a prendere neanche un po’ d’aria fresca. Non ci lasciano andare da nessuna parte. Non disponiamo nella stanza del minimo essenziale, di accessori come una cyclette, elastici e altri strumenti per il fitness , anche se però ho notato che molti tennisti hanno pubblicato foto e video su Instagram, dove si può vedere che hanno una sorta di attrezzatura. Allora perché molti non hanno queste possibilità ? Perché si prendono più cura dei migliori giocatori? Abbiamo chiamato il servizio per i giocatori molte volte e continuiamo tuttora chiamare, chiedendo loro di fare qualcosa. Ci rispondono che stanno lavorando e si stanno impegnando per metterci a nostro agio, ma alla fine non otteniamo nulla di concreto“.

Margarita si lamenta poi della pulizia molto carente che ha trovato nella sua stanza: “La polvere e lo sporco sono ovunque, non si respira, i tennisti devono stare rinchiusi per due settimane svolgendo gli esercizi in camera. Secondo le regole della bolla noi stessi dobbiamo provvedere alla pulizia della camera che occupiamo e così abbiamo chiesto almeno un aspirapolvere perché il pavimento è molto sporco e pieno di polvere, ma non sono stati in grado di procurarci nemmeno quello. Mi sembra che tutto questo non faccia molto bene alla nostra salute“.

La tennista moscovita parla anche delle grandi lacune riguardanti il vitto: “I camerieri bussano alla porta e se ne vanno via subito. Apriamo la porta, raccogliamo le vivande e chiudiamo, ecco come mangiamo. Per fortuna ci hanno permesso di ordinare i pasti da Uber Eats perché il cibo qui non è molto buono ed è quasi freddo. Purtroppo non abbiamo la possibilità di scaldare il cibo e questo è generalmente un enorme svantaggio, perché vorrei che il cibo fosse più caldo, inoltre devi mangiare non appena il cibo è stato portato, o mangi subito o sei costretti a buttarlo via. In camera non abbiamo un forno, ma abbiamo comunque un piccolo frigorifero, una piccola macchina da caffè e un bollitore. C’è una TV, probabilmente in tutte le stanze e Internet funziona bene“.

La ‘bolla’ di Melbourne prevede anche che i giocatori siano sottoposti a sorveglianza attenta e costante mentre escono dalle piste e su questo argomento Margarita afferma: “Qui il regolamento è abbastanza rigido, gli orari di allenamento vengono programmati, tutti i giocatori vengono prelevati dalla camera e accompagnati dalle guardie ovunque. Praticamente non possiamo fare un solo passo a destra o a sinistra che non veniamo osservati a vista“.

Gasparyan aggiunge poi che Tennis Australia non ha informato a tempo debito i giocatori di cosa sarebbe successo se, sull’aereo dove i tennisti hanno viaggiato per raggiungere la meta australiana, fosse stato trovato un soggetto positivo al COVID-19: “Probabilmente tutti si aspettavano che ci fossero dei problemi, alcune carenze. Ma non così tanti, ad essere onesti. Penso che tutti pensassero che ci sarebbero stati comunque casi positivi, che qualcuno sarebbe stato messo in stretta quarantena. Ma inizialmente Tennis Australia non ci ha detto che se qualcuno dei passeggeri presenti sull’aereo fosse stato positivo, tutti poi sarebbero stati in tale isolamento. Ora tutti i giocatori appartenenti a questi sfortunati voli sono sotto shock. Io sono stata fortunata con l’aereo, perché sono salita sul volo giusto, non su quello dove un passeggero è risultato positivo al virus. E ora posso allenarmi, posso lasciare la stanza per le cinque ore al giorno prescritte. Ma se fossi salito sull’aereo dove è stato riscontrato il COVID-19 sul passeggero, sarei rimasta chiusa in camera in quarantena preventiva per due settimane senza la possibilità di uscire“.

La giocatrice russa riconosce infine i meriti degli organizzatori degli Us Open dove si è trovata a suo agio in tutto: “La bolla migliore è stata agli US Open. Non c’era nulla di cui lamentarsi. Tutto era molto ben organizzato per i giocatori. Vivevano tutti nello stesso hotel. Gli autobus partivano ogni mezz’ora, ci allenavamo sempre. Abbiamo giocato il torneo senza spettatori, ma non si poteva fare altrimenti. In generale posso dire che per i giocatori si sono create le migliori condizioni possibili” conclude così Margarita Gasparyan.

Nicola Devoto

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