Venus vs Radwanska, uno sguardo verso l’Olimpo

E che dire. A volte, quando si parla di un campione, ti sembra che gli anni non siano veramente passati. Può cambiare l’età, il tempo, possono sopraggiungere piccole e grandi sfortune e nuove leve che avanzano come cavalli impazziti. E poi dici che con il suo talento, la sua esperienza e la sua motivazione può ritornare a fare il grande risultato, ma per lo più sono frasi di circostanza sulle vecchie glorie sul viale del tramonto, a cui nessuno crede veramente. Però qualche volta accade davvero: è stato il caso di Venus Ebony Starr Williams, 34 anni e quasi 20 di carriera, che ieri sera ha dimostrato di saper ancora giocare a livelli altissimi, e ad emozionarci come raramente accade. La Venere Nera, come la chiama Gianni Clerici, dopo gli ottimi successi contro Carla Suarez Navarro e Angelique Kerber, ha battuto anche la sorella minore e n. 1 del mondo Serena Williams in rimonta di un set con il punteggio di 6-7(2) 6-2 6-3 in due ore e 8 minuti. E’ stato il venticinquesimo scontro diretto tra le due, con 14 vittorie di Serena e 11 di Venus. Grazie a questa vittoria Venus ha raggiunto per la prima volta in carriera la finale nel torneo di Montréal (terza finale stagionale) dove affronterà la polacca Agnieszka Radwanska.

Il match è stato mediamente di altissimo livello, molto superiore ai loro scontri abituali. Fin dall’inizio si è visto quanto le due abbiano messo completamente da parte l’affetto fraterno per darsi botte da orbi. La posta in palio era importantissima per entrambe: da un lato la n. 1 del mondo Serena, dopo la vittoria di Stanford voleva dimostrare di essere definitivamente ‘tornata’ vincendo un torneo di alta caratura. Dall’altro lato Venus, che dopo aver regolato i conti con la sindrome di Sjogren e disputato probabilmente il più bello e intenso match stagionale – a Wimbledon contro Petra Kvitova – aveva saputo dare prova del suo miglior tennis con continuità; quale test migliore della sorella per capire se era davvero tornata competitiva?

Il primo set parte a favore di Venus, che sale 2 a 0 e 3 a 1, ma viene prontamente recuperata sul 3 pari. Qui Serena salva 3 palle break, grazie anche al provvidenziale servizio (ben 13 ace solo nel primo set); Venus fa un po’ più fatica a tenere i turni di servizio ma si va al tie-break, dove Serena vola 5 a 0, complici errori di Venus, e poi chiude 7 a 2. Nel secondo set Venus parte subito con un break avanti, ma questa volta riesce a sfruttare un passaggio a vuoto della n. 1 per volare 4 a 1 e chiudere 6 a 2. Il terzo set è molto equilibrato ma l’ago della bilancia sembrerebbe pendere dalla parte di Serenona, dato che in ben 21 dei precedenti 24 match diretti chi aveva vinto il primo set aveva conquistato la partita. Sul 3 a 2, invece, Venus riesce a strappare il servizio a Serena, per poi volare 5 a 2; la n. 1 del ranking riesce a tenere il servizio, ma la sorella maggiore non le dà chance e chiude al servizio a 30. Che dire? Bentornata nell’Olimpo, Venere. La sconfitta di Serena probabilmente sarà meno amara del solito; la n. 1 del mondo, con questa semi, sale al terzo posto della race a quota 4032 punti, a poco più di 900 di distanza dalla capolista Maria Sharapova.

A mezzanotte passata inizia il match tra la faina polacca Agnieszka Radwanska e la russa mancina Ekaterina Makarova. Classe ’88, la moscovita n. 19 del mondo non ha mai raggiunto il grande risultato ma può vantare numerosi scalpi in tornei importanti come gli Slam (vedi la vittoria agli ottavi degli Australian Open contro Serena Williams) e un Palmarés di successo in doppio con l’amica Vesnina, che proprio in questo torneo ha battuto, prima di estromettere la campionessa di Wimbledon Petra Kvitova. Dall’altra parte della rete, la Maga di Cracovia in ripresa dopo una prima parte di stagione parca di successi. Malino negli Slam, nessun titolo vinto e una sola finale, a Indian Wells contro Flavia Pennetta, giocata a mezzo servizio per quel solito dolore alla spalla. Anche in questo torneo la polacca, visibilmente dimagrita e il volto emaciato, era partita con i peggiori auspici: pessima la prestazione al primo turno contro la ceca Barbora Zahlavova Strycova, la quale è riuscita a perdere superandola in numero di errori. Aga, pur non brillando, si è però mantenuta solida battendo Sabine Lisicki e superando con un doppio 6-2 la rivale Azarenka. Il match contro Makarova era la prova del nove prima dello spauracchio-Williams.

Il match parte subito molto lottato ed equilibrato, con scambi che superano spesso i 6-7 colpi. La russa cerca sin dall’inizio di comandare il gioco, approfittando del suo efficacissimo servizio in slice mancino e le sue traiettorie ad uscire che spesso baciano le righe da una parte e dall’altra. Aga fisicamente è veloce come una gazzella e prende tutto con la sua tipica nonchalance da sicario navigato, pronta a tagliare il campo con diagonali stretti o i suoi implacabili contropiedi. La prima occasione arriva sul 2 a 1 per Aga, che si procura una palla break eliminata con coraggio dall’avversaria. Sul 4 pari è Makarova a salire 15-40 e garantirsi due possibilità di strappare il servizio: vanifica la prima a causa di un erroraccio di rovescio, mentre nella seconda Aga non perdona. Sul 6-5 è la polacca a non sfruttare due palle break e set, che Ekaterina elimina chiudendo a rete senza timore. Si va al tie-break, giusta conclusione del parziale: qui la russa, pagata la fatica per aver tenuto il servizio, commette un paio di errori banali e si ritrova di colpo sotto 0-6; riesce a ottenere il punto della bandiera prima di perdere 1-7.

Il secondo set parte a favore di Aga, che sfrutta il nervosismo dell’avversaria breakkando al terzo gioco a 15 e volando 3 a 1. Makarova riesce a tenere il servizio ai vantaggi e piazza il controbreak a 15 nel turno successivo, mostrando di rimanere ancora in partita. Dopo altri due break, uno per parte al nono e al decimo gioco, è nuovamente il tie-break a dover decidere le sorti del set e, nonostante il primo punto sia conquistato dalla russa, i successivi sette su nove battono bandiera polacca e permettono alla Radwanska di prenotarsi un posto in finale contro Venus.

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