Victoria Azarenka non ci sta alle critiche subite dall’ex n. 1 Kim Clijsters, che ieri ha commentato il match vinto dalla bielorussa contro Heather Watson sul Centrale di Wimbledon. La 34enne belga ha accusato Vika di aver beneficiato di “coaching illegale” dal box in più occasione durante le partite, ricevendo suggerimenti dal suo coach Michael Joyce attraverso dei gesti. Clijsters ha poi spiegato di avere visto comportamenti simili anche da parte di Wim Fissette, suo ex allenatore, che ora sta seguendo la britannica Johanna Konta.
In conferenza stampa post-match Azarenka, che agli ottavi sfiderà la n. 3 al mondo Simona Halep, ha negato ogni illazione: “Non so di cosa a cosa la gente si stia riferendo, dal momento che sono una delle giocatrici che guarda raramente in direzione del suo box. Se quello era coaching, beh, me lo sono proprio perso. Penso che [quello della Clijsters] sia un commento ingiusto, dal momento che molte altre tenniste, non voglio dire quali, hanno delle vere conversazioni con i loro box. Quindi, se il mio allenatore ha provato a darmi dei segnali, io di certo non li ho visti”, ha detto la due volte campionessa di Wimbledon. “Il ‘coaching illegale’ suona quasi come qualcosa di criminale. A me semplicemente non interessa, basta pensare che nei tornei Wta non chiamo quasi mai il mio coach. Fosse per me, il coaching non sarebbe permesso nemmeno nel Wta tour”.
La bielorussa, che è stata fuori dal tour per 13 mesi per maternità, ha parlato del figlio Leo, nato lo scorso dicembre: “Gli stanno crescendo i primi dentini, e ora è un po’ capriccioso. È un po’ dura, ma è bellissimo vivere queste piccole tappe, questi momenti. Mi piace un sacco, non vedo l’ora che dica la sua prima parola”.