Williams-Sharapova, una mattanza dentro e fuori dal campo

Nel loro 22esimo confronto giocato Serena Williams ha trionfato come da pronostico, lasciando per strada appena due games. Un primo turno attesissimo che ha dato spettacolo anche nelle conferenze stampa post match.

Era nell’aria questo risultato. Il primo turno più atteso della prima giornata di questa edizione degli Us Open era in realtà un match – quasi – chiuso in partenza. Da una parte della rete Serena Williams, testa di serie numero 8 e finalista sia a Wimbledon che a Cincinnati, lei che dal rientro dopo la maternità ha disputato 3 finali Slam sui 6 a cui ha preso parte, seppur mancando sempre il trionfo che le sarebbe valso il Major numero 24. Dall’altra parte Maria Sharapova, attualmente fuori dalle prime 80 del ranking mondiale ma destinata a uscire dalle prime 130 tra due settimane, lei che ha saltato diversi mesi in questo 2019 e dal suo rientro a Maiorca ha vinto appena due match, con Kuzmova e con Riske. Se già questo basterebbe per far pendere nettamente l’ago della bilancia verso la statunitense, i loro trascorsi possono solo rendere più chiuso il pronostico, con Sharapova che non batte la più giovane delle Williams dal lontano 2004. E tutti i timori di un incontro a senso unico sono presto diventati realtà.

Nel primo parziale l’equilibrio dura solo due games prima che l’americana prenda il largo. Appena 25 minuti, nessuna palla break concessa, 85% di punti sulla prima di servizio e il 100% di conversione delle palle break, segnale di una Serena concentrata e determinata a non lasciare nessuna occasione ad un’avversaria troppo fallosa – 10 errori contro appena 3 vincenti – e in grossa difficoltà sia al servizio che in risposta. Nel secondo parziale invece il break arriva subito, con Serena che alla seconda occasione strappa il servizio nel game d’apertura e vola rapidamente sul 2-0. Dopo aver tenuto il servizio la russa ha anche due occasione per agganciare e tenere viva la partita, ma vengono entrambe spazzate via da Williams, una delle quali con un passante di rovescio in allungo che entra di diritto tra i migliori colpi del giorno visti sui campi di Flushing Meadows. Le occasioni si ripresentano sul 4-1, ma la statunitense vince il game più lungo del match e si aggiudica  poi l’incontro, esultando in modo molto contenuto. Se sul campo lo spettacolo è stato piuttosto contenuto, o per lo meno inferiore alle aspettative di molti, lo stesso non si può dire delle conferenze stampa che ne sono seguite.

Risultati immagini per serena williams sharapova

Lucida, a tratti forse malinconica, ma positiva per il proseguimento Maria Sharapova, che non cerca scuse per una sconfitta netta, una delle più dure con la sua rivale storica. In particolare applausi alla sua avversaria per come ha servito, variando bene e sfruttando al massimo lo schema 1-2 e giocando il suo migliore tennis sulle palle break. Se è vero che il match è stato a senso unico, la siberiana è conscia del fatto che sia una partita poco indicativa nella sua strada per il rientro definitivo. Dopo i difficili mesi passati lontana dai campi per l’ennesimo problema alla spalla, la riabilitazione non può che essere graduale e Sharapova si è detta pronta a continuare a lavorare duramente, sottolineando di credere in sé stessa, aspetto fondamentale per uscire da una condizione di stallo che la vede da troppo tempo rilegata a qualche sporadico exploit e troppi infortuni.

Decisamente diverse invece le dichiarazioni di Serena Williams, scatenata non solo nei confronti della sua avversaria, ma anche di Ramos, il giudice arbitro che ha segnato la finale dello scorso anno e che quest’anno non potrà arbitrare la 6 volte vincitrice di questo torneo. Affermazioni agrodolci verso Sharapova, prima definita come “il tipo di giocatrice che non smette mai di provarci, anche quando il match sta per finire”, ma subito dopo aggiunge che “se fosse riuscita a vincere qualche punto qui e là, forse avrebbe anche potuto vincere un altro game, un’uscita che non brilla di galanteria, seppur veritiera. Segue un’analisi più tecnica, su come il gioco della russa si adatti perfettamente al suo, prima di passare all’argomento Ramos. Alla domanda sulla decisione di non farla arbitrare dal giudice di sedia spagnolo in queste settimane, Serena risponde con un secco“non so chi sia questa persona”, mostrando come la finale di 12 mesi fa non sia stata affatto archiviata, ma anzi sia una ferita ancora aperta. Prossimo ostacolo per lei la connazionale Caty McNally, classe 2001 e probabilmente futura top100 a breve, una partita affascinante ma che pare altrettanto chiusa nel pronostico. Se saprà tenere intensità e motivazione sarà difficile non vederla avanti nel tabellone, in attesa di nuove dichiarazioni, ancor più accattivanti di quelle della nottata.

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