Dalle stalle alle stelle: semplicemente Fabio Fognini

Grazie alla vittoria di ieri, l'Italia accede al secondo turno di Davis grazie a Fabio Fognini, autore di un match da brividi, una rocambolesca "opera in cinque atti". Come sempre, tutta alla sua maniera.

Diciamoci la verità: Fabio Fognini è un grande attore. Un animale da palcoscenico che sa come strappare applausi al pubblico. In Argentina, terra lontana, antica meta di italici emigranti si rende subito conto che sarebbe stato più difficile del previsto. Pubblico difficile, di quelli che tirano pomodori e verdure, per giunta orfano del suo attore preferito il gigante Juan Martin Del Potro. Il finale di ieri per lui doveva essere univoco, quasi scontato: vincere, vincere, vincere, non importa come. Non proprio le premesse migliori per un esteta come lui.

La TRAMA – Fin dal primo ingresso in scena, “Fogna” utilizza tutti i trucchi che conosce per conquistare la scena. L’ingresso in palcoscenico e davvero plateale.  Sabato sarebbe bastato un punto per archiviare una pratica che si sarebbe potuta rivelare ben più complicato.  Questo Fabio lo sa e da grande attore che fa per non scontentare il pubblico argentino e fare vivere un po’ di emozioni a quello italiano collegato via cavo? Improvvisa, esce dal copione, crea una nuova situazione scenica, inserisce l’imprevisto. Sbaglia il match-point che avrebbe regalato il punti vincente all’Italia nel doppio giocato con il suo partner Simone Bolelli e rinvia tutto alla domenica, giornata notoriamente di maggiore affluenza al botteghino. Complice la pioggia, poi, mette in scena un quarto atto di otto ore che vede protagonisti l’infaticabile Paolo Lorenzi e il gladiatore Carlos Berlocq. Lui, intanto, dietro le quinte si prepara per l’atto finale.

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Il “Barazza” con le braccia conserte. C’è troppa ansia in giro

COLPO DI TEATRO – Guido Pella è numero 80 del ranking. Fabio n. 45, ma in carriera, nel marzo 2014, è stato ad un passo dalla top-ten raggiungendo la posizione numero 13. La vittoria di Fogna sembra obbligata per via della migliore classifica. Ma, Fabio, come dicevamo non è un artista facile a farsi imbrigliare dentro parti precostituite. Così con Pella fin fai primi punti si  disinteressa del gioco per concentrarsi in una cordiale, quanto sterile, polemica con il giudice di sedia, prima, per il pubblico rumoroso, poi per le  chiamata fatte in ritardo. Scarica tensione, Fabio, che all’ingresso in scena sembrava rigido come un pezzo di legno. Neanche con il povero Barazzutti si intrattiene a parlare tanto quanto con il giudice di sedia. Tant’è che in men che non si dica (appena 37 minuti) si ritrova  sotto 5-1. Il tempo giusto di fare un altro game e andarsi a sedere 120 secondi sul punteggio di 6-2 Pella. Stesso risultato nel secondo set.  Dopo avere accennato una reazione, fa subito 3-1, decide che non è il momento giusto per fare calare il sipario. Il pubblico vuole ancora tennis.

DOPPI FALLI – Fabio è fallosissimo. Perde due volte il servizio nel primo set e si appresta a fare altrettanti nel secondo. Cinque doppi falli nei primi due set a fronte di 4 ace (di cui uno tirato su palla break). Pella, invece, si limita a fare i compiti per casa.  Tiene il palleggio ed aspetta che sia Fabio a sbagliare. Cosa che avviene ripetutamente. Si chiude 6-4 il secondo set. Due a zero argentina e pubblico italiano attaccato ormai alla canna del gas per evitare di continuare a soffrire. Fabio ogni tanto ha regalato sprazzi del suo migliore tennis ma è stato Pella ha risultare incisivo nei momenti più determinanti.

LA RIPRESA – Poi si ricomincia: terzo set. Fabio non ci sta, una sconfitta in tre set sarebbe troppo cocente. Si affida all’unico colpo che fin’ora gli è riuscito: il drop shot. Manda Pella fuori dal campo e poi gioca palle che scavalcata la rete smettono di rimbalzare divenendo impossibili da recuperare. Una, due, cinque, sette palle corte che diventano al chiave di volta per scardinare la barricata biancoceleste. Fabio cresce ed inizia anche a servire meglio. Farà ancora due doppi falli ma, non perderà il servizio in questo terzo set che dopo 50 minuti si aggiudicherà con il punteggio di 6-3.

ULTIMO ATTO –  Dopo l’impresa di Berlocq. Pella sa che deve dare il meglio di sé, sopratutto avanti due set ad uno. Ma Fabio continua a crescere ed emergono lentamente le differenze di classifica. Fabio non commette neanche un doppio fallo nel quarto set in cui sembra tornato ad essere il giocatore capace di battere Murray e Nadal. Quello che scende a chiudere i punti a rete. Riporta la situazione in parità  e con un Pella ormai divenuto vittima sacrificale da ardere sul fuoco della sua scena gioca alla grande un epico quinto set da dentro o fuori. Fabio capisce che è arrivato il momento di prendere la scena. E’ arrivato il suo momento. Smette di lamentarsi per il pubblico rumoroso e offensivo ed inizia a tirare cross stretti di dritto che finiscono quasi paralleli alla rete. Gioca sulle linee, tiene il palleggio, cambi velocità e muove Pella che non riesce più a stargli dietro. Non senza qualche altro colpo di scena Fabio chiude anche il quinto set con il punteggio di 6-2 regalando la vittoria all’Italia. E lo spettacolo non è ancora finito, perché dobbiamo assistere anche ai pazzi festeggiamenti finali con tanto di abbracci e baci alla telecamera!

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Poco prima della vittoria

ASPETTANDO IL BELGIO – Fabio è oggi numero 45 del mondo. Non sta vivendo uno dei momenti migliori della sua carriera. Spesso criticato per poi subito dopo venire osannato e viceversa in una usanza tutta italiaca. A dicembre si è separato dal suo storico coach Perlas ed è alla ricerca del suo best-ranking. Sono passati quasi tre anni da quando nel marzo del 2014 raggiunse la soglia della top-ten collocandosi alla posizione numero 13 del ranking Atp. Da allora la discesa è stata lenta fino alla posizione numero 50. In mezzo,tante occasioni sprecate per raggiungere importanti traguardi. Da ultima la sconfitta contro Paire agli Australian Open. Peccato perché è invidiabile il tocco di palla del tennista ligure, un po meno lo è il modo di gestire gli incontri. Speriamo possa lavorare su questo aspetto del suo tennis per regalarci qualche bella soddisfazione. Ad aspettarci, ora, c’è il Belgio di Darcis e Goffin. Finalista due anni fa e semifinalista lo scorso anno. Un cliente abbastanza scomodo ma abbordabile e all’altezza dei nostri.

0 comments
  1. Tutto è bene quello che finisce bene, ma non si possono buttare 2 set come ha fatto lui, praticamente giocando in maniera inguardabile per poi essere costretti ad una sofferenza di una rimonta ai limiti dell’impossibile.

    1. Tennis Circus Indubbiamente chi vince ha ragione, ma c’è modo e modo di vincere. Un’Argentina senza Delpo, Del Bonis, Monaco e Zeballos non credo che ce l’avrebbe fatta passare liscia. Cmq, alla fine, siccome i se ed i ma non contano , prendiamoci il risultato positivo. Con il Belgio sarà comunque bene darci una regolata perché la vedo dura. P.S. : spero di sbagliare!!!

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