Naomi Osaka sconfigge 6-3 6-2 Daria Kasatkina e diventa la regina del “Premier Mandatory” di Indian Wells. La tennista nipponica trapiantata in America dall’età di tre anni vince così il primo torneo in carriera dopo dieci giorni da incorniciare, in cui ha sconfitto due top ten (Pliskova e Halep) e nell’incontro d’esordio si era presa il lusso di dominare Maria Sharapova. Vent’anni, con un’impressionante forza fisica, la giocatrice nipponica ha dato prova di un’incredibile continuità e solidità oltre che di una straordinaria forza mentale. Improvvisamente il futuro del tennis femminile sembra appartenerle.
A Miami sembra voglia bissare lo show effettuato nel deserto californiano, impartendo una lezione di tennis a una “arrugginita” Serena Williams ma poi è sconfitta nettamente nel turno successivo da Elina Svitolina. Niente di grave anzi per certi versi una sconfitta salutare per la giovane giocatrice che eviterà di sentirsi già arrivata e potrà rifiatare un attimo poiché in questo inizio di stagione ha giocato tantissime partite. Uno degli artefici di questo trionfo è sicuramente il neo coach di Naomi, il tedesco Sascha Bajin che ha contribuito a far esplodere una giocatrice promettentissima ma che prima di India Wells si era espressa a corrente alternata. Aleksandar Bajin, detto Sascha dagli amici, nasce in Serbia il 4 ottobre 1984. Inizia a giocare a tennis dall’età di sei anni. Dotato di un fisico imponente e di un buon rovescio a due mani Sascha è uno degli under sedici più promettenti d’Europa e sembra avere tutte le carte in regola per sfondare nel circuito ATP, ma le attese spesso si scontrano con la cruda realtà. Vivacchia nei “future” e nei “challenger” senza ottenere grossi risultati di rilievo, nel circuito ATP in pratica riesce solo a fare la comparsa visto che gioca solamente dodici match di singolare (vincendone cinque) e undici di doppio (quattro vittorie e sette sconfitte).
Non riesce mai a entrare fra i primi mille giocatori del mondo, infatti, il suo best ranking è di 1149, ottenuto il 7 Maggio del 2007. Dopo la morte del padre, che era anche suo coach e cui era legatissimo perde ogni motivazione e in pratica, smette di giocare a tennis. Conosce in un party a Monaco Baviera Serena Williams, il tipico incontro che ti cambia la vita. L’ex numero uno del mondo, di passaggio in Germania, non ha uno sparring con cui allenarsi e chiede la disponibilità a Sascha. Il teutonico accetta, quasi controvoglia, senza sapere che quella sarebbe diventata la sua professione, senza sapere che oggi Aleksandar Bajin, giovanotto palestrato dai bei lineamenti eleganti sarebbe diventato uno degli sparring più famosi e ricercati del mondo. Con Serena c’è subito sintonia, tanto che con la campionessa americana ha stretto un sodalizio durato per quasi dieci anni. Il loro rapporto non si limita al palleggio sul campo, ma prevede mille altri impegni. Bajin prenota i campi, a volte agisce anche da fattorino e accompagnatore ufficiale, come quando Serena deve partecipare a un evento mondano.
Tuttavia, il suo apporto va ben oltre le questioni logistiche e organizzative. Sul piano tecnico è molto preparato e va a studiare le potenziali avversarie per poi imitarne perfettamente lo stile quando si allena con la sua protetta. I due da colleghi diventano amici, Sascha per Serena è un inimitabile consigliere e confidente (per un certo periodo Serena, la sorella Venus e lo sparring teutonico hanno condiviso anche la stessa casa) tanto che la campionessa a stelle strisce più volte nella sua carriera ha ricordato quanto è stata importante la rassicurante presenza di Sascha nel suo team per i suoi innumerevoli successi. “A parte i miei familiari Sascha è la persona più importante del mio team. E’ molto più che uno sparring. E’ il mio fratello maggiore” E’ la mia famiglia. “Poi dopo tanti anni di successi e di duri allenamenti alle spalle termina la collaborazione, senza che infici minimamente lo splendido rapporto costruito durante il periodo passato insieme. Bajin, però, ormai ha una reputazione con i fiocchi e il suo periodo da disoccupato è veramente breve; la bielorussa Nika Azarenka chiede i suoi servizi già a Febbraio del 2015.
La bionda di Minsk non stava attraversando un periodo facile. Dopo due annate piene zeppe di infortuni di ogni genere era crollata al numero quarantotto delle classifiche mondiali. Il suo coach dell’epoca Wims Fissette in quell’occasione dichiarò: “Non è facile trovare un buon sparring e credo che Sascha sia il migliore in circolazione.” Ed effettivamente l’Azarenka visse un buonissimo periodo di forma che la portò, nel 2016, a vincere Brisbane, arrivare ai quarti di finale in Australia e sopratutto fare l’accoppiata Miami-Indian Wells, esprimendo lo stesso tennis che l’avevano portata in vetta al ranking WTA nel biennio 2012-2013. Complice la maternità della tennista bielorussa l’avventura di Sascha però, si interruppe presto. Nel Febbraio del 2017 Caroline Wozniacki, seguendo anche il consiglio della sua amica Serena Williams, decide di aggiungere lo sparring di origine slave al suo team. Entrare nella cerchia della bella tennista di Odense è sempre molto complicato per la figura autoritaria del padre di Caroline, Piotr Wozniacki. Sascha si integra bene, tanto che più che uno sparring diventa un vero e proprio assistant coach al fianco di Piotr. “Sascha assiste ai miei match ed insieme a mio padre Piotr studia come farmi migliorare. Si, posso dire che è una sorta di assistant coach.” Il connubio professionale fra la danese e il tedesco porta ottimi risultati, Caroline rientra subito nella “Top Ten” arriva ai quarti di finale sia al Roland Garros che a Wimbledon, vince il torneo di Tokyo e raggiunge la finale in sei tornei. Il capolavoro però lo mette in scena nell’ultimo atto stagionale. Con una delle migliori prestazioni della sua vita, la danese sconfigge la statunitense Venus Williams con un doppio 6-4, riuscendo così a vincere per la prima volta il Master di fine anno, e titolo più importante della sua carriera. Chiude la stagione al numero tre del mondo con un bilancio di sessanta vittorie, quattordici di queste contro giocatrici classificate nella top ten e ventuno sconfitte.
Nonostante la grande stagione e i continui miglioramenti che la tennista di Odense ha fatto sotto la guida di Bajin (è diventata molto più propositiva, cercando di imporre il suo gioco non limitandosi più solamente alla fase difensiva, serve meglio ottenendo tanti punti facili con la prima di servizio) a fine anno c’è la separazione fra i due. “Credo che Sascha aspiri ad essere un coach e, purtroppo, non è ciò di cui ho bisogno in questo momento.” ha dichiarato Caroline quando a fine ottobre si sono separati. “E’ stato comunque un anno bellissimo.” L’occasione per diventare un coach a tutti gli effetti non tarda ad arrivare con Naomi Osaka dopo la fine del rapporto con David Taylor decide di assumere il tedesco come allenatore per la stagione 2018. Bajin su Twitter da l’annuncio ufficiale del sodalizio con la nipponica, in quel momento numero sessantotto delle classifiche mondiali. Per Aleksandar è un passo importante, visto che può finalmente togliersi i panni (ormai troppo stretti per lui) di un semplice sparring o assistente per iniziare la carriera da allenatore. Sembrava una scommessa ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. “Ho sempre pensato che Naomi avesse un grande potenziale, ma ritenevo che fosse arrogante perché non parla molto – dice Bajin – invece mi ha sorpreso: è molto dolce e ha un raro senso dell’umorismo. È dotata di sarcasmo, si prende in giro da sola ed è divertente avere a che fare con lei. Le giocatrici con cui ho lavorato sono molto diverse tra loro, ma avevano in comune la grandezza. Vedo questa caratteristica anche in Naomi. Ha il gioco, il potenziale, la forza interiore. Penso che possa diventare davvero forte”.
I progressi più importanti per l’attuale numero ventidue del mondo sono arrivati nella costanza, nella voglia di lavorare. Adesso sa correggere le cose che non vanno, sia durante gli allenamenti che in partita. Mentre prima la giapponese si scoraggiava facilmente quando le cose andavano male e sembrava non avere mai un piano B per ribaltare le cose, ora con Bajin è più positiva, non pensa troppo ad un errore o a un punto perso ma cerca sempre di concentrarsi sul suo gioco. Già in Australia sembra una giocatrice molto più solida e costante rispetto a quella della passata stagione, dove aveva mostrato grandi potenzialità ma un tennis ancora troppo estemporaneo e lacunoso. Dopo aver sconfitto Kucova, Vesnina e Barty perde al quarto turno da una centratissima Simona Halep. La ragazza però grazie agli accorgimenti tecnico tattici di Sascha prosegue nei suoi continui miglioramenti, arriva nei quarti a Dubai e quello che ha fatto ad India Wells è già storia. Naomi Osaka- Aleksandar Bajin ,una giocatrice potente e talentuosa e un ex-sparring che ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per sfondare come allenatore. Sicuramente una coppia che continuerà a far parlare di se.