Caroline Garcia: è partita l’ascesa di una futura campionessa?

Scopriamo qualcosa in più su Caroline Garcia, la tennista più in forma del momento, reduce dalla doppietta Wuhan-Pechino che le ha permesso di incamerare ben 1900 punti in due settimane. Riuscirà ad affermarsi definitivamente o sarà soltanto una delle tante meteore che attraversano l'affollata galassia del circuito femminile?

Il 16 Ottobre del 1993 nasceva a Saint-Germain-en-Laye, cittadina francese di quaranta mila abitanti circa, situata nella regione dell’Ile-de-France, celebre per il meraviglioso castello che sorge sul suo territorio, Caroline Garcia. La piccola Caroline è molto attiva, pratica diversi sport, ma si rende presto conto che è proprio con la racchetta in mano che sa esprimersi al meglio. Mamma Marylane e Papà Louis Paul sostengono la figlia nel suo percorso verso il professionismo, tanto anche ancora oggi Caroline mantiene un rapporto molto stretto con la famiglia, soprattutto in virtù del vincolo anche professionale che la lega a papà Louis, che è anche il suo coach (qualche esempio virtuoso di padre coach esiste allora!). Nel 2007 Caroline, ancora quattordicenne, fa il suo esordio in un torneo Future ITF, in terra transalpina, a Les Contamines, e per tutto il 2008 continua a muoversi nell’arduo mondo dei futures. Nel 2009 vince il suo primo titolo ITF, in doppio, specialità per la quale dimostrerà più avanti di possedere spiccata predisposizione naturale. Nel 2010, a 17 anni, la prima finale ITF in singolare, in Germania, ad  Aschaffenburg, dove Caroline viene però sconfitta dalla Rumena Madalina Gojnea; nello stesso anno il giovane talento transalpino incomincia a muovere i primi passi nel circuito maggiore, giocando le qualificazioni per diversi tornei, incluso il Roland Garros.

Caroline Garcia dopo aver vinto Pechino.
Caroline Garcia dopo aver vinto Pechino.

E’ il 2011 però l’anno della consacrazione ad alti livelli: grazie ai suoi ottimi risultati Caroline si conquista una wild card per gli open d’Australia, dove riesce anche a superare la statunitense d’adozione Lepchenko, salvo poi arrendersi alla giapponese Morita. Agli Open di Francia, beneficiando di un’ennesima, quanto mai dovuta, wild card, Caroline si spinge ancora una volta sino al secondo turno, senza però riuscire ad andare oltre. Il potenziale c’è, il talento è indiscutibile: Caroline ha solo 18 anni, ma è matura, ha un gioco incredibilmente completo ed un bagaglio tecnico da far invidia a molte delle sue colleghe, anche a quelle che possono vantare una maggiore esperienza nel circuito. Caroline dà prova di tutto ciò al secondo turno della Fed Cup, quando è chiamata a difendere i suoi colori nel match di singolare che la vede opposta a niente poco di meno che alla campionessa russa Maria Sharapova: Caroline è solidissima, un ciclone, ed in un batter d’occhio si ritrova 6-3 4-1, a pochi punti da un successo che avrebbe dell’incredibile; qualcosa però si inceppa, forse la campionessa si ridesta, e Caroline vede scivolare via i successivi undici games e la vittoria, che aveva toccato con mano senza però riuscire ad afferrarla. Poco male, il tempo c’è, Caroline farà grandi cose, almeno così pensano tutti. La Garcia termina l’anno al numero 146 delle classifiche mondiali, ma la sensazione è che possa fare molto di più.

Il 2012 deve essere l’anno della riconferma: il mondo del tennis aspetta Caroline al varco, ma la transalpina si perde a pochi passi dall’entrata, e resta fuori; un anno costellato da sconfitte inaspettate, contro giocatrici sulla carta molto meno talentuose di lei, un vagare fra le qualificazioni, con pochi accessi ai tornei principali, non accompagnati fra l’altro da prestazioni degne del livello di gioco di cui la transalpina ha dimostrato di disporre. Caroline è rimandata, ma ancora una volta sembra solo il procrastinarsi di un’affermazione che, presto o tardi, si farà.

Il 2013 è un anno strano per Caroline: non arrivano acuti, ma la transalpina consolida il suo tennis, ed inizia a perdere solo con quelle davvero forti; agli Australian Open viene sconfitta al secondo turno dalla Vesnina, al Roland Garros e a Wimbledon deve arrendersi dinnanzi allo strapotere della regina Serena Williams; in mezzo le sconfitte contro Sharapova e Jankovic. Caroline entra finalmente tra le prime 100 (la settimana dopo il Roland Garros, al numero 99 ndr), e chiude l’anno al numero 75. Gli addetti ai lavori però si aspettano altro: è come se il gioco della francese avesse prodotto una sorta di elitismo, l’attesa di un futuro vincente che tarda ad arrivare, in luogo di una tediante permanenza su un livello di mediocrità che non rende giustizia al talento cristallino di Caroline; sono tutti in attesa dell’ “esplosione che provi il suo talento”.

Un importante passo avanti in questa direzione Caroline lo compie sicuramente nel 2014: primo titolo WTA, in quel di Bogotá, sconfiggendo in finale Jelena Jankovic, poi la semifinale ad Acapulco, sconfitta dalla McHale, che già l’aveva estromessa qualche mese prima agli US Open, e i quarti di finale a Norimberga (Knapp), Madrid (Radwanska) e Wuhan (Kvitova). Chiuderà l’anno al numero 38, ma manca ancora l’acuto, soprattutto a livello Slam, dove Caroline non riesce a spingersi oltre il terzo turno.

Il 2015 rappresenta per Caroline un passaggio a vuoto, una fase di stallo, la proroga ulteriore di un matrimonio che s’ha da fare, quello fra la francese ed il successo. Due finali, perse entrambe contro la svizzera Bacsinszky, a Monterrey e ad Acapulco, quarti di finale a Stoccarda (Brengle), New Haven (Wozniacki) e Hong Kong (Kerber), e poco più. La francese fallisce ancora i grandi appuntamenti, slam in primis, ed a fine anno la classifica recita trentacinque: non il passo decisivo che tutti si attendevano.

Siamo arrivati all’anno delle Olimpiadi di Rio, e Caroline sembra finalmente decisa a mantenere la promessa: arrivano due titoli WTA international, a Strasburgo, in finale contro Lucic-Baroni, e nella patria di Rafael Nadal, a Maiorca, sconfiggendo nell’atto finale la lettone Sevastova; ancora due semifinali, quella prestigiosa di Dubai, dove Caroline si arrende alla Strycova, e quella di Monterrey (Watson). La transalpina dà però il meglio di sé in doppio, ottenendo uno straordinario successo al Roland Garros e raggiungendo la finale agli US Open, riuscendo anche a qualificarsi per le finals, in coppia con la bellissima Kristina Mladenovic. Chiuderà l’anno al numero 23 in singolare ed al secondo posto in doppio.

I vincitori Rafa Nadal e Caroline Garcia insieme agli enormi trofei di Pechino 2017.
I vincitori Rafa Nadal e Caroline Garcia insieme agli enormi trofei di Pechino 2017.

Giungiamo ora al presente: abbandonato il team francese di Fed Cup in seguito alla decisione di concentrarsi (qualcuno ha detto finalmente?) sui tornei di singolare, ed accantonati momentaneamente gli impegni di doppio, sempre più pressanti, Caroline riparte alla grande. Dopo la sconfitta al terzo turno degli AO per mano della solita Strycova, la francese diviene protagonista di un climax ascendente di risultati, che la proietta sino al trionfante principio di autunno che ha da poco regalato a sé ed a tutti i tifosi ed addetti ai lavori che hanno sempre confidato nel suo enorme potenziale: prima il terzo turno ad Indian Wells, sconfitta solo da Svetlana Kuznestova, poi la finale a Strasburgo, persa contro Daria Gavrilova, per poi arrivare ai quarti di finale ottenuti al Roland Garros, primo risultato di rilievo in un evento dello slam; Caroline si arrende alla futura numero uno Karolina Pliskova, ma solo dopo aver messo in fila una serie di quattro vittorie culminate col successo nel derby contro la connazionale Alize Cornet.

Ancora i sedicesimi a Wilmbledon, la semifinale a Bastad, i quarti di finale a Toronto (sconfitta da Simona Halep). Archiviata l’estate sul cemento americano con la sconfitta al terzo turno degli US Open per mano della Kvitova, ecco che prende avvio il glorioso swing asiatico che incorona Caroline come regina dell’oriente tennistico: la sconfitta a Tokyo contro la nuova numero uno Garbine Muguruza, e poi la cavalcata trionfante, terminata nel doppio successo, prima nel WTA Premier di Wuhan, poi nel Premier Mandatory di Pechino, annientando in finale l’ennesima numero 1 della stagione 2k17, la rumena Simona Halep. Millenovecento punti incamerati in sole due settimane, l’entrata in top 10 ed il sorpasso ai danni di Johanna Konta al numero 7 della race verso Singapore: Caroline sogna, ed insieme a lei sogna una nazione intera, sognano i tifosi, gli amanti del bel gioco, sogna chi ha creduto in lei anche quando non sapeva spingersi oltre il terzo turno negli slam. Caroline non vuole svegliarsi, e non saremo di certo noi a farlo. Chissà che a Singapore l’aria orientale non favorisca un suo ennesimo successo. Ti aspettano grandi cose Caroline, e noi le aspettiamo insieme a te.

 

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