Magnus Norman, il più grande di tutti

Ha preso un ottimo giocatore a fine carriera, l'allora 28enne Stan Wawrinka, e lo ha trasformato in un campione portandolo alla vittoria di tre Slam e un Master 1000 in appena tre anni. Lo svedese Magnus Norman ha vinto di nuovo il premio Atp come Coach dell'anno, com'è giusto che sia.

Magnus Norman si è aggiudicato il prestigioso premio di Atp Coach of the Year, precedendo, tra gli altri, Ivan Lendl, allenatore del nuovo numero uno del mondo Andy Murray e Mikael Tillstrom, artefice dello straordinario 2016 di Gael Monfils.

CRESCITA INCREDIBILE – Si tratta di un riconoscimento significativo per il quarantenne di Flipstad che da quando siede nell’angolo di Stan Wawrinka si è tolto, insieme al suo assistito, tantissime soddisfazioni. I numeri parlano chiaro: 12 titoli Atp, tra i quali spiccano il Roland Garros, l’Australian Open, l’Us Open e il Master 1000 di Montecarlo. Una serie di traguardi incredibili, se si considera che il fuoriclasse svizzero, prima dell’arrivo di Norman, aveva raggiunto i Quarti di finale nei 4 Grandi Tornei solo in due occasioni. Oggi, sotto la guida dell’ex numero 2 del mondo, Stan è stabile tra i primi giocatori del Ranking ed è in grado di battere tutti i tennisti del circuito, compresi i Fab Four. Anche questa stagione, nonostante qualche sconfitta di troppo nei primi turni, si è rivelata positiva per il binomio svizzero-svedese: oltre al già citato trionfo di New York, i due si sono assicurati i 250 di Chennai e Ginevra e il 500 di Dubai.

Stanislas Wawrinka of Switzerland poses with the Norman Brookes Challenge Cup after defeating Rafael Nadal of Spain in their men's singles final match at the Australian Open 2014 tennis tournament in Melbourne
Stan Wawrinka insieme alla coppa degli Australian Open 2014

CON SODERLING – Prima della brillante collaborazione con l’elvetico, Norman ha allenato i suoi connazionali Johansson e Soderling. Con il primo, che si avviava verso l’epilogo della sua carriera, ha ottenuto discreti risultati. Con il secondo ha centrato per ben due volte la finale a Parigi, ma in entrambe le circostanze, prima Federer e poi Nadal, gli hanno sbarrato la strada sul più bello. Resta la netta sensazione che senza quella maledetta mononucleosi, il “buon Robin” avrebbe potuto riportare in terra scandinava un torneo del Grande Slam. Senza dimenticare l’ottimo lavoro svolto con un giovanissimo Grigor Dimitrov che, grazie ai consigli dello svedese, è riuscito a impressionare tutti già in tenera età. Si può racchiudere il “Norman versione allenatore” nel motto della sua accademia che recita: “Good to Great tennis”. Non ha mai preso giocatori nel loro periodo migliore, ma è riuscito a far esplodere grandi talenti e a condurli nell’Elite del tennis mondiale.

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