Grigor Dimitrov alla ricerca di un risultato importante al Roland Garros

Fino ad ora lo slam parigino è quello in cui il campione bulgaro non ha mai raggiunto grandi risultati. Il miglior piazzamento è un terzo turno nel 2013 e nel 2017 ma, a partire da domenica, Grigor spera di dare una svolta alla sua carriera sulla terra rossa, partendo proprio dai French Open.

Per un tennista è difficile convivere con la consapevolezza di possedere un grande talento, ma non sapere come sfruttarlo al massimo. Questo è ciò che è accaduto per molti anni a Grigor Dimitrov, il campione in carica delle ATP Finals, che ha impiegato diverse stagioni per riuscire ad esplodere, come Madre Talento avrebbe sempre desiderato da quel lontano 1991, anno in cui lo partorì, per avere la prima soddisfazione 20 anni dopo, con l’ingresso nella top 100. Ma dal 2012 al 2017, anno della consacrazione, i risultati migliori (8 tornei ATP tra cui Cincinnati e il Masters di Londra, impreziositi da due semifinali slam) si sono concentrati tutti sul veloce. Infatti, sul sanguinolento clay Grisha ha rimediato dei risultati abbastanza deludenti, con appena un quarto di finale e una semi a Montecarlo e un’altra semifinale a Roma, in cui a batterlo è sempre stato il miglior giocatore di tutti i tempi sulla terra battuta, ovvero Rafa Nadal. Possiamo dunque perdonarlo? Non proprio, soprattutto se si tiene conto che in 7 stagioni di carriera ad alti livelli, quei 3 rimangono gli unici risultati di spessore su una media di circa 35 tornei disputati. Poco, davvero troppo poco, perfino per un giocatore dalla sapiente vocazione al veloce come lui.

Grigor Dimitrov deluso

Dimitrov sa molto bene che sull’argilla può giocare meglio di quanto non stia facendo, il problema è che non riesce a trovare un modo per sviluppare questo potenziale. L’attuale numero cinque del mondo, intervistato da Sport 360, ha affermato che gareggiare sulla terra battuta, specialmente al Roland Garros, gli costa parecchio a livello fisico e mentale, ma allo stesso tempo spera di interrompere questa dinamica di cattivi risultati che hanno caratterizzato la seconda parte della sua clay season, in cui ha rimediato mestamente due primi turni sia a Madrid che a Roma. L’ex numero tre del ranking ha confessato che gli Open di Francia rappresentano per lui il peggior grande Slam che abbia mai disputato: “La terra battuta è sempre stata la superficie in cui ho cercato di migliorare maggiormente. Non ho mai ottenuto buoni risultati al Roland Garros, ma penso che quest’anno la mia preparazione sia stata adeguata. Se riuscirò a giocare bene su quei campi come in allenamento, credo che potrò vincere diverse partite, ma questo potrà avverarsi solo se mi eserciterò ogni giorno con costanza“. Alla domanda come mai al Roland Garros i risultati sono stati spesso al di sotto delle sue possibilità, Grisha preferisce non approfondire la questione: “Semplicemente non ci penso, o meglio non penso al perché. Parigi è un grande torneo e ogni incontro che si gioca lì è sempre molto complicato. Ma non posso dire se ci sia un motivo tecnico nelle mie sconfitte. Amo ogni torneo che disputo e mi preparo sempre per cercare di dare il 100% di me stesso anche se, talvolta, non è abbastanza per ottenere buoni risultati. Naturalmente perdere subito in questo tipo di appuntamenti non è una bella sensazione, però non ci si deve abbattere del tutto, perché al termine di un torneo ne inizia immediatamente un altro e l’unico modo per esorcizzare la sconfitta, anche la più bruciante, è ricominciare a giocare“.

I propositi del bulgaro sembrano dunque incoraggianti; ora tocca solo aspettare l’inizio dello Slam transalpino (domenica 27 maggio) per constatare lo stato di forma e di determinazione con cui Dimitrov intende competere. Di sicuro può sfruttare un’ottima posizione nel ranking per avere, nelle prime partite, degli avversari che sulla carta potrebbero essere definiti abbordabili, purché non facciano parte di quella nutrita cerchia di terraioli che, stazionando intorno alla trentesima posizione mondiale, talvolta si rendono protagonisti di upset di tutto rispetto. Spetta allo slavo, perciò, stare guardingo e cercare soluzioni tattiche adatte a scardinare i muri difensivi degli specialisti del rosso, quei muri che sono il probabile motivo tecnico delle numerose sconfitte subite da Grigor, in questi lunghi sette anni di convivenza forzata con la mattonella tritata.

http://www.tenniscircus.com/news/grigor-dimitrov-sono-stanco-di-essere-paragonato-a-roger-federer/

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