Arrivederci, Jannik

Il big match del primo turno non tradisce le attese. Sinner parte bene ma cala alla distanza, rimonta con orgoglio e alla fine si piega a un ottimo Shapovalov

Atto primo
Fondamentale partire bene per non lasciarsi sopraffare dalla fatica e dai pensieri di ieri.Sinner serve per primo ed è subito evidente quanto possa aiutarlo la prima, perché vicevera Shapo mette i piedi in campo e fa danni. Jannik se la cava e nel gioco successivo alza la voce, perché il concetto vale anche per lui. Appena Shapo non mette la prima lo aggredisce e lo spinge via, poi lo trafigge quando viene a rete: arriva un break meritato e naturale, seguito dal 3-0. Il canadese si sblocca al servizio, ma Jannik è bravo a far suo il 4-1 in un game di alto livello. L’impressione è che Denis stia entrando in temperatura perciò è vitale mantenere il vantaggio. Sì, è salito Shapovalov, ma sale anche Jannik fino a palla break, cancellata dall’ace. Adesso il gioco scorre via (una gioia per gli occhi) fino al 5-3, il momento di servire per il set. Qui la tensione causa qualche errore di troppo ma sul 30/30 Jannik trova la riga su un dritto lungolinea di Shapovalov, poi chiude con un servizio vincente: 6-3 e palla al centro.

Atto secondo
Il servizio si conferma croce e delizia per Denis, che s’inguaia con il doppio fallo poi annulla con l’ace e di nuovo con una buona seconda. Jannik è lì in agguato in un game che non accenna a finire: lo conquista Shapovalov dopo 16 punti e sottolinea con un ruggito. Anche nel terzo gioco sfuma una palla break, poi è Jannik a soffrire, finendo sotto 0/30: deve fare gli straordinari, non si tira indietro e arpiona il 2-2. Qualche game più facile ci trascina in zona calda sul 4-3 Shapo. Arrivano le prime palle break dell’incontro a favore del canadese. Jannik annulla la prima trovando un signor angolo con il rovescio, poi cede con un dritto fuori di poco: altro ruggito e 5-3, ora Shapo servirà per il secondo set. Doppio fallo, vincente, gratuito di Sinner e infilata di dritto: due set point e la chiusura a rete. Uno pari e palla al centro.

Atto terzo
Continua la fase difficile per Jannik mentre Shapo gioca sul velluto e arriva un’altra palla break: è il momento giusto per ritrovare la prima e portarsi avanti 1-0. Altro game fiume con tre palle break non sfruttate e 1-1. Nel quinto game torna la paura al servizio e altre due palle break. Jannik le cancella ma poi si consegna con uno smash sbagliato e un doppio fallo: 3-2 per Shapovalov che adesso vola. Sinner balla tra un ruggito e l’altro, si fa strappare di nuovo il servizio e precipita: 6-2 e palla al centro.

Atto quarto
La spia della riserva è accesa e la condizione incandescente del canadese autorizza poche speranze: bisogna aggrapparsi al servizio e sperare che il ciclone passi. Se passa. Invece il terzo game sfugge di mano con un doppio fallo. Nel quinto Jannik ritrova un barlume di smalto e resta in scia ma il destino è sulla racchetta del canadese. Come d’incanto arriva uno 0/40 e alla terza occasione Jannik lascia partire un dritto di pura rabbia: 3-3. Con un ace simbolico il nostro amico si arrampica sul 4-3 a dimostrazione che, comunque vada a finire, il carattere non manca. Un po’ come quando trafigge il serve and volley nel game successivo; c’è la palla break, ma Shapo si salva con gran classe aumentando le discese a rete con la sua mano sopraffina. Jannik non si scompone e sale 5-4. Ecco: Sinner adesso è molto lontano dal campo, ma trova un passante di quelli che ti lasciano sbalordito con la mascella slogata, poi viene a rete a prendersi lo 0/30, infine vince un lungo braccio di ferro in cui pizzica due righe con il rovescio: tre set point in bella mostra sul tavolo del soggiorno. Il primo se lo porta via un nastro cinico e baro. Il secondo lo cancella Shapo sulla risposta timida. Poi Denis spara in rete: 2-2 e palla al centro.

Atto quinto
Diciamo solo che Jannik tornando alla sedia si scontra con un raccattapalle; la camminata è quella di uno zombie, ma è uno zombie che vive e lotta insieme a noi. Ancora una volta il pensiero è questo: vada come vada, l’eroe si è ribellato al destino. Ma se Atene piange, Sparta non ride, infatti Shapovalov chiede un medical time out per la spalla e deve negoziare un toilette break con il giudice di sedia.
Ok, finite le facezie si torna sul ring. Ogni punto ha un peso specifico incalcolabile perché entrambi vacillano e cadere adesso non sembra una buona idea. Il primo game è uno spettacolare scambio di cortesie in cui Jannik sciupa tre vantaggi prima di piegarsi al consueto ruggito. Shapo si porta 2-0 e intanto prova – senza successo – due prime dal basso per avvicinare il nativo di San Candido che risponde da casa sua. Jannik tiene il servizio e si carica con il pugnetto. Il terzo punto è un inno alla gioia, con Jannik che recupera sulla palla corta e sulla seguente volé d’istinto del canadese. C’è la palla del controbreak ma Shapo serve bene e viene a chiudere a rete. 3-1, poi 3-2 con un game di qualità; 4-2, 4-3. Shapo serve e si muove benissimo blindando il 5-3; è un conto alla rovescia con il destino, Jannik è bravo a rimandare il momento della verità.
Fatale l’errore di rovescio che lancia Denis sul 30/15, ma il successivo dritto in corridoio riporta la parità. Difesa strenua di Jannik sull’attacco di Denis che si conquista il match point con lo schiaffo al volo ma Sinner annulla con un rovescio nei piedi sul serve and volley. Il doppio fallo successivo vale la palla break. Fuori di poco il passante di dritto: parità. Altro ruggito, altro match point. Stupendo dritto lungolinea del mancino per finire dopo quasi quattro ore.

Si chiude in modo prematuro la campagna australiana di Jannik, paradossalmente frenata dal successo precedente, più faticoso del dovuto. Pesano le 17 palle break non trasformate (su 20) e un avversario coraggioso, capace di infilare 62 vincenti a fronte di 71 errori non forzati (26 a 44 il saldo dell’italiano). Salire in classifica varrà sorteggi migliori (ma anche il fato ci mette del suo: se in quattro su Slam su cinque becchi Wawrinka, Khachanov, Goffin e Shapovalov vuol dire che non hai bisogno di aiuto) e inizi più soft, ma ciò che deve dare fiducia è l’espressione corrucciata di Jannik mentre guadagna gli spogliatoi. È lo sguardo di uno che odia perdere e che la prossima volta sarà – ancora – più forte.

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