Cosa possiamo aspettarci dagli italiani nel 2024? Le previsioni per le migliori promesse azzurre

A pochi giorni dall'inizio della stagione 2024 proviamo a capire cosa possiamo aspettarci dalle 4 migliori promesse del nostro tennis: Nardi, Zeppieri, Cobolli e Darderi. Di Roberto "ItalyFirst" Eusebi

Buongiorno amici e amiche di Tennis Circus e benvenuti alla terza ed ultima puntata con la nostra rubrica sulle previsioni del 2024. Dopo aver analizzato cosa possiamo aspettarci dai tre “veterani” del nostro tennis, Fognini, Berrettini e Sonego, e dai migliori tre del 2023, Sinner, Musetti ed Arnali, è giunto il momento di andare alla scoperta delle migliori promesse: Zeppieri, Darderi, Nardi e Cobolli.

Giulio Zeppieri, 22 anni, n° 135 ATP, Best Ramkig n°115

È parecchio tempo che seguo Zeppo e molti come me aspettano con ansia il suo fatidico ingresso in Top 100. Alti e bassi, infortuni, piuttosto gravi, quello alla caviglia patito in Germania a Luglio in finale con Tabilo mentre stava dominando, ed un carattere non proprio sinneriano, gli hanno, per ora, impedito il raggiungimento di questo importante traguardo. Chi ha visto giocare il mancino di Latina, mettendo in grande difficoltà lo spagnolo Alcaraz nel torneo di Umago nel 2022, sa bene che potenzialità tennistiche possegga il giovane talento azzurro.

È seguito da Max Sartori, coach di grandissima esperienza, per anni guida tecnica di Andreas Seppi, e credo che Max sia l’uomo adatto per trasmettere (anche) serenità al suo pupillo, a volte un po’ irrequieto. Dotato di gran braccio, bel servizio, Giulio sa far tutto, e se riuscisse ad acquisire una maggior mobilità negli spostamenti, perché da “fermo” fa già i buchi per terra, e soprattutto riuscisse a non infortunarsi, la Top 100 sarebbe abbondantemente alla sua portata.

Luciano Darderi, 21 anni, n° 128 ATP, Best Ranking 124

L’argentino d’Italia, che la Federazione “albiceleste” qualche anno or sono si è fatta soffiare dalla nostra FITP, è un vero e proprio terraiolo purosangue. Nel 2023, non a caso, ha disputato 28 dei suoi 31 tornei sul mattone tritato: qui si trova a meraviglia, corre e suda come un matto. Giocatore tipico da rosso, predilige gli scambi lunghi e remare da fondo quando è necessario, ma non si tratta del solito “pallettaro”: ama prendere l’iniziativa quando lo scambio lo consente e conquistare il punto di forza.

Luciano Darderi

Credo che nel suo caso, sia molto importante cercare di apportare quelle variazioni tecniche e tattiche al suo gioco che gli consentano di diventare un tennista competitivo anche sul veloce, perché, lo sappiamo, sul veloce si gioca per la maggior parte della stagione agonistica. La “garra” sudamericana non gli manca per niente. Attendiamo fiduciosi.

Luca Nardi, 20 anni, n° 118 ATP, Best Ranking 115

INTERVISTA ESCLUSIVA A LUCA NARDI

Se di Zeppo aspetto da tempo il suo ingresso in Top 100, di Nardi, in realtà mi chiedo come diavolo sia possibile che nei 100 non ci sia ancora entrato. Da ragazzino faceva partita pari con tennisti che ora sono in Top 10 e dominano dall’alto il panorama internazionale, Rune tanto per fare un nome. La questione è da anni molto dibattuta dagli appassionati e semplicemente può riassumersi in poche parole: come ho già scritto in sede di commento alla finale delle recenti Next Gen, Luca è si baciato dal talento puro, ma purtroppo per lui è anche un puro di cuore.

È troppo buono! Non è che non abbia voglia di vincere, per carità, è solo che l’avversario spesso ne ha più di lui. Tuttavia il 2024 sarà l’anno buono, ci scommetto sopra mia moglie e comunque vada sarà un successo. È amico di Jannik e non è un caso che ora si stiano  allenando insieme ad Alicante: spero che Luca, per osmosi, assorba da Jannik quella cattiveria agonistica che è il punto di forza del nostro campione. L’imperativo categorico Kantiano anche per Luca il prossimo anno sarà: “Sono qui per vincere e ora sono cavoli vostri…”. A parte gli scherzi, Nardi sembra stia facendo proprio sul serio. Si è appena affidato alla “Galimberti Tennis Academy”, dove verrà seguito da un team di esperti in ogni materia dello scibile tennistico che neppure Federer ai tempi d’oro… Lo ripeto. È l’anno buono, me lo sento addosso…

Flavio Cobolli, 21 anni, n° 101 ATP, Best Ranking 95

Il “Cobbo” nella stagione appena conclusa ha fatto ciò che né a Zeppo né a Nardi è riuscito finora, ossia entrare nei “cento”, traguardo che idealmente significa entrare nel tennis che conta veramente. Flavio, grande amico di Fognini che stima moltissimo come giocatore, è un tennista, grintoso, solido, e ambizioso. Tuttavia, come riconosce lo stesso papà allenatore, Stefano, ha un servizio ancora non da Top 100: per il “Cobbo” spesso i suoi game diventano lotte senza tregua, che lo costringono a sprecare energie preziose per venirne a capo da fondo campo.

È un giocatore nato sul rosso, tuttavia sul veloce non è un pesce fuor d’acqua e alle recenti Next Gen ha dimostrato di saperci fare parecchio, sconfiggendo lo svizzero Dominic Stricker, che sul rapido si trova perfettamente a suo agio, e ciò grazie soprattutto alla sua efficace risposta al servizio. Naturalmente i suoi progressi in classifica saranno legati ai progressi in questo fondamentale, perché possedere un servizio competitivo è condizione necessaria per combattere ad armi pari, soprattutto sulle superfici veloci. Attualmente l’azzurro è scivolato di nuovo oltre ai 100, ma credo si possa ragionevolmente supporre che nel 2024 il nostro Flavio bazzicherà stabilmente in Top 100. Gli ingredienti base di un buon giocatore ci sono tutti.

Giunti a questo punto dell’analisi mi preme molto sottolineare come i quattro giovani ragazzi, Zeppieri, Darderi, Nardi e Cobolli, nel corso della stagione abbiamo vinto almeno un Challenger a testa, e come alcuni di loro siano andati vicino a vincerne altri. Sono tennisti dunque in grado di arrivare in fondo ai tornei, anche se “minori”, e ciò depone sicuramente a loro favore per quanto riguarda il loro grado di competitività. Difficilmente avranno una carriera alla Sinner perché Jannik alla loro età è già un dominatore del circuito mondiale: tuttavia i tempi di maturazione di un tennista variano da soggetto a soggetto (Berretto docet) e al di là di quello che “combineranno” nella stagione prossima ventura, molto probabilmente negli anni a venire riusciranno a costruirsi una carriera ATP più che dignitosa se non addirittura vincente.

Roberto “ItalyFirst” Eusebi

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