Storie di talenti italiani, o quasi

Fiona Ferro, Ljudmila Samsonova, Francesca Di Lorenzo, Eleonora Molinaro: storie di ragazze con sangue o cuore italiano che giocano per altre nazioni, portando comunque un po’ di Italia in giro per il mondo.

Lo si ripete da parecchio ormai, l’Italia del tennis femminile sta vivendo un momento difficile dopo un decennio di incredibili successi e campionesse. Nel 2019 stiamo assistendo alla crescita di Giulia Gatto-Monticone, qualificatasi in ben 2 slam consecutivi e con un best ranking nuovo di zecca, di Martina di Giuseppe, per la prima volta in semifinale WTA a Bucarest e nelle prime 150 del mondo. Vi sono poi Jasmine Paolini e Martina Trevisan, che si stanno riavvicinando ai livelli migliori sfruttando i tornei su terra per rilanciarsi e fanno ben sperare per i prossimi mesi. Momenti più complicati invece per Camila Giorgi, rientrata a giugno dopo mesi di stop per un infortunio al polso, e Sara Errani, che sembra in miglioramento dal punto di vista atletico ma non riesce a tornare a fare risultati. Ma oltre alle tenniste citate ci sono diverse ragazze nel circuito che, seppur prive della bandiera italiana accanto al nome, portano in giro per il mondo un pizzico di azzurro.

Prima su tutte, una delle giocatrici più in forma di queste settimane, la classe 1997 francese Fiona Ferro. Nata in Belgio ma con padre italiano, Fiona si sta affacciando in questi mesi al circuito maggio e sta facendo dei passi da gigante. Unica femmina tra 4 fratelli – Gianni, Paolo e Flavio -, ha raggiunto le prime semifinali al 125k di Guadalajara e poi nell’international di Lugano. Passata la difficile stagione su erba, superficie per ora meno naturale per il suo gioco, per la giovane transalpina è arrivato il primo titolo in carriera sulla terra di Losanna ed è ancora in corsa a Palermo e già così è al numero 66 del ranking, suo miglior piazzamento fino a qui, ma non per molto. A separarla da una classifica ancor migliore vi è la sua avversaria odierna, con cui si giocherà un posto in semifinale, la russa Ljudmila Samsonova.

È proprio di Samsonova che si parla ora, una giovane ragazza di 20 anni nata a Olenegorsk, in Russia, ma che ad appena 1 anno si è trasferita in Italia e qui è cresciuta, come persone e come tennista. In adolescenza ha anche rappresentato l’Italia, negli anni in cui ha raggiunto la finale al torneo Avvenire di Milano mostrando già i tratti caratteristici del suo gioco: servizio incisivo, dritto di straordinaria velocità e fluidità e tanta, tanta potenza. Arrivata a 18 anni tutti si aspettavano un suo passaggio definitivo alla bandiera tricolore, ma qualcosa è andato storto, questioni burocratiche. Una grande delusione per i tanti tifosi che stavano aspettando di poter celebrare una possibile futura top player e Ljudmila è stata coperta di domande al riguardo per mesi e mesi. Lei si sente italiana, lo ha sempre affermato, ma giocare per la Russia non è un peso, né un ripiego, e chi la tifava continua a farlo a prescindere. Una volta passata la bufera mediatica Samsonova ha cominciato a raccogliere risultati sempre migliori, avvicinandosi gradualmente all’élite del tennis. A Parigi si è qualificata per la prima volta per uno Slam, impresa sfiorata poi a Londra, e sulla terra europea sta cominciando a ingranare anche a livello WTA, con il secondo turno a Losanna e i quarti già raggiunti a Palermo partendo dalle qualificazioni – anche se ripescata come wildcard dopo aver ceduto all’ultimo turno del tabellone cadetto -. Al momento è già al best ranking di 135 e di questo passo potrà giocare sempre più main draw nel circuito maggiore, dunque Ljudmila è attesa nel 2020 per il vero salto di qualità, quello che potrebbe portarla a far parte definitivamente delle grandi del tennis.

Un’altra ragazza con sangue italiano è negli States e risponde al nome di Francesca Di Lorenzo. Nata a Pittsburgh, cresciuta in Ohio, ma nelle sue vene scorre il sangue di Salerno, città da cui provengono entrambi i genitori. Parla fluentemente anche italiano e non ha mancato occasione per spiegare come si senta legata all’Italia, al punto da non negare a priori la possibilità in futuro di rappresentarla. Anche lei classe 1997, il suo primo grande risultato è stato il secondo turno a Flushing Meadows, dopo aver superato le qualificazioni e McHale al primo turno, mentre quest’anno ha centrato i quarti al125k di Indian Wells e qualche buon risultato in Itf di alto livello. Nonostante non sia giovanissima, Francesca ha iniziato la sua carriera da professionista solo dopo il college, nel 2017, raggiugendo passo dopo passo la top150. Ora può alzare l’asticella, puntare alla top100 e soprattutto cominciare a giocare con più continuità gli eventi del tour maggiore, dove può fare bene sia su cemento che su terra.

Anche tra le giovanissime emerge un nome più che interessante: Eleonora Molinaro, figlia di un friulano ma nata nella città del Lussemburgo. La 18enne lussemburghese potrebbe essere il ricambio generazionale che serviva alla sua nazione, che da anni si affida solo a Mandy Minella. La vincitrice del Bonfiglio 2018 si sente mezza italiana, studia la lingua e ama le sue origini, così come giocare tornei in Italia.  Attualmente al 390 della classifica, nel 2019 ha conquistato ben 4 titoli, tutti su terra e di livello W15 tranne un W25, ma non è passata a tornei di categoria superiore. Con uno score di 35 vittorie e 11 sconfitte, il salto di livello è ormai alle porte e potrebbe avvenire nella seconda metà dell’anno. Gioco ordinato e regolare, ottima solidità da fondocampo e, almeno per ciò che si è visto finora, grande tenuta mentale, Eleonora non ha fatto il botto come altre sue colleghe subito dopo la carriera junior, ma farsi le ossa per più tempo negli Itf prima di approdare ai grandi eventi WTA non è un peccato e potrebbe alla lunga pagare.

Sicuramente nel circuito vi sono molte altre ragazze che hanno l’Italia nella propria storia, nelle proprie origini, senza averla sul passaporto. Mentre attendiamo un exploit da parte di qualche nostra giovane o un nuovo gruppo che possa riportarci al centro della scena mondiale, bisogna ammettere che quando scopriamo che una ragazza ha le radici nel Belpaese la prendiamo in simpatia e perché no, sogniamo anche che un giorno possa scegliere di rappresentarci, di giocare e vincere in nome dell’Italia.

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