Tracollo Fognini: top 100 a rischio?

Precipitato al numero 88 Atp, Fabio Fognini rischia di uscire dalla top 100 dopo oltre 13 anni. Di Alberto Insardà

Ci si immaginava che il 2023 sarebbe stato un anno molto difficile per il tennista ligure. Dopo un buon inizio di 2022, con una semifinale di prestigio colta a Rio de Janeiro, comincia il suo declino. Persi i punti conquistati a Montecarlo – risalenti addirittura al 2019 – perde svariate posizioni nel ranking, il che lo costringerà a giocare le qualificazioni di qualche Masters 1000. Se questa è la narrazione per ciò che concerne il singolare, non si può dire lo stesso nel doppio, disciplina nel quale si sta specializzando sempre più con il suo amico e compagno Simone Bolelli – che ha smesso ormai con il singolare da tanto tempo. Tanti appassionati si chiedono se Fognini dovrebbe fare lo stesso, poiché ad aprile, qualora non confermasse i 90 punti conquistati a Belgrado – ATP 250 in cui giocò la semifinale, arrendendosi soltanto al futuro vincitore Rublev – rischierebbe seriamente di uscire dai primi 100, cosa che non avviene da Aprile 2009. 

Il tennista di Sanremo, come ha dichiarato a più riprese, vorrebbe arrivare alla conquista del suo 10º titolo (pareggiando così il record di Panatta), ma con la classifica attuale, che difficilmente andrà migliorando, e l’età che avanza sembra una missione molto lontana. Il suo 2023 infatti è stato deficitario in termini di risultati, con la sola vittoria contro Barrios Vera, a scapito di 6 sconfitte, tra cui però ne va annoverata una contro Alcaraz, in cui ha a tratti dimostrato un tennis eccellente. 

Va da se che l’uscita dai primi 100 gli costerebbe tanto sul piano della programmazione: il tennista di Sanremo sarebbe infatti costretto a giocare le qualificazioni in quasi tutti i tornei ATP. Dopo Miami, Fabio giocherà ad Estoril – in cui è il penultimo tra gli ammessi di diritto – e poi sarà a Monte Carlo, in cui si spera gli organizzatori gli concedano una wild card, in virtù del successo del 2019. Non dovrebbe avere problemi a riceverla anche a Roma, anche se non si può dare nulla per scontato, come si è visto lo scorso anno per Seppi a Firenze e Napoli.

Difficilmente lo si vedrà giocare i Challenger, orgoglioso com’è. Lo stesso orgoglio che – a parer mio – è ciò che gli impedisce di dedicarsi principalmente al doppio. Quest’ultima disciplina, come accennato precedentemente, gli ha tolto più di qualche soddisfazione in carriera: dalla vittoria agli Austrialian Open del 2015 – sempre insieme a Bolelli – che gli permise anche di raggiungere le ATP Finals (torneo che ha sfiorato in singolare chiudendo al 10º posto della race nel 2019) ai più recenti tornei di Rio e Buenos Aires.


I “Chicchi” sono ancora lontani dalle prime posizioni della race, ma con un torneo ad alti livelli tutto viene rimesso in gioco. Tra l’altro, il doppio gli ha permesso – e con buona probabilità glielo permetterà ancora – di giocare la Coppa Davis, che l’anno scorso è stata più vicina che mai.
Fabio dopo la sconfitta col Canada infatti è stato il più deluso tra i suoi, insieme a Bolelli che quel match non ha neanche potuto giocarlo per infortunio, dovendo far spazio ad un acciaccato – e sicuramente non abituato al doppio – Berrettini. 

C’è chi dice che questa sarà la sua ultima stagione da professionista e sarebbe un peccato veder ritirare in questo modo un tennista che ha fatto la storia d’Italia, in un movimento tennistico trainato da lui, Seppi e pochi altri. Nonostante non sia sempre stato caratterialmente esemplare in campo, non per questo deve avere una minore considerazione: bisogna invece ammirare i risultati ottenuti e la continuità di essi, in una carriera costernata da tanti problemi fisici.

Adesso la coppia italiana, dopo aver battuto con un po’ di fatica i colombiani Cabal e Farah ed in seguito i padroni di casa Krajicek e McDonald, affronteranno un’altra coppia statunitense ai quarti di finale, ovvero quella formata da John Isner e Jack Sock. Ci auguriamo che possano nuovamente raggiungere le Finals, che questa volta si giocherebbero in casa loro, e soprattutto ci auguriamo che ‘Fogna’ si possa ritirare senza avere troppi rimpianti.

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