Sara Errani ed il “legame” speciale con i tornei Mandatory

Sara Errani con la vittoria su Andrea Petkovic nel torneo di Pechino é diventata la prima italiana ad aver raggiunto almeno i quarti in tutti i Premier Mandatory. Un risultato di grande prestigio che non fa altro che sottolineare la grande continuità dell'azzurra, dal 2012 nel tennis che conta.

Altro tassello di storia scritto oggi da Sara Errani. La finalista del Roland Garros 2012, con la vittoria in rimonta su Andrea Petkovic nel torneo Premier Mandatory di Pechino, ha tagliato un altro importantissimo traguardo diventando la prima tennista italiana a raggiungere almeno i quarti di finale in tutti e quattro i  tornei più importanti dopo gli Slam: Indian Wells, Miami, Madrid e Pechino. 

Un risultato doppiamente importante, che lascia ancora uno spiraglio aperto per la qualificazione al Master di Singapore. Un momento magico per il tennis in gonnella italiano, che nelle ultime settimane è stato il protagonista assoluto degli eventi più prestigiosi. Una vittoria di carattere quella odierna sulla tedesca, che non fa altro che testimoniare una spaventosa continuità di rendimento della romagnola, in top 20 ormai dal 2012, e la grande capacità di adattamento a discapito di quello che pensano alcuni, alle varie superfici presenti ormai nel circuito.

Dal cemento americano, a quello cinese, passando per la terra rossa in altura di Madrid, superfici e condizioni di gioco su cui la Errani ha costruito la sua carriera, con i picchi del 2012 e soprattutto del 2013, annata in cui centrò i quarti a Indian Wells e Miami e la semifinale nella capitale spagnola. Il tutto in una stagione straordinaria con il raggiungimento della quinta posizione del ranking e terminata con la partecipazione alle Wta Finals di Istanbul sia in singolare che in doppio, la prima azzurra a riuscirci per 2 volte di fila.

sharapova

Quando una sconfitta vale più di una vittoria”, la frase più giusta per descrivere i due incontri persi ma con autorità contro Maria Sharapova ad Indian Wells e Miami. Quella russa che pochi mesi più tardi decise di dare forfait al cospetto di Sarita ai quarti degli Internazionali d’Italia, memore ancora delle sette camice sudate contro il muro di gomma innalzato dalla Errani, che fino all’ultimo punto ha creduto di potercela fare. Significativo anche l’applauso rivolto da Serena Williams alla formichina azzurra, al termine del match di semifinale a Madrid, in cui c’è stata grande lotta nel primo set con la numero 1 del mondo, che non si è tirata indietro dal riconoscere i grandi meriti della campionessa di Rio. 

L’unico Premier Mandatory “indigesto” per la n. 20 delle classifiche, almeno fino ad oggi, era quello di Pechino, torneo dove in diverse partecipazioni la romagnola era riuscita a cogliere solo  gli ottavi di finale nel 2013, mettendo in seria difficoltà quella Petra Kvitova, battuta nella giornata inaugurale dell’evento cinese, appena 4 giorni fa. Un torneo che potrebbe garantire a Sarita almeno la partecipazione al Master B di Zhuhai, e perchè no giocarsi le ultime carte per una qualificazione a Singapore molto improbabile, ma non ancora matematicamente impossibile. Domani l’azzurra troverà dall’altra parte della rete Timea Bacsinszky per un incontro tutt’altro che scontato alla luce anche dell’ultimo confronto diretto davvero serrato.

Se è vera la frase “Una vita senza sogni è come un giardino senza fiori”– (Gertrude Beese), alla luce poi della favolosa finale degli Us Open tra Pennetta e Vinci, sognare è lecito e indispensabile, con la consapevolezza che i desideri più irrealizzabili possono avverarsi. Noi non possiamo che sperare che il cammino di Sara possa proseguire oltre, non prima però di aver celebrato con questo umile ma significativo pezzo una grande campionessa, che siamo certi continuerà a darci grandi soddisfazioni negli anni a venire.

 

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