Jannik, sconfitta fra gli applausi

Sinner e Alcaraz onorano l’Arthur Ashe con una partita durissima, a tratti sublime, con mille ribaltamenti di fronte e il rimpianto di un match point per l’italiano. Dopo oltre cinque ore di lotta è lo spagnolo a trionfare: sfiderà Tiafoe in semifinale.

È una notte in bianco sinneriana da vivere fino in fondo senza pensare al domani. Jannik è pronto a cogliere l’occasione, nonostante la settimana non perfetta. Il problema è che dall’altra parte dello specchio c’è uno che ha altrettanta voglia, con la motivazione aggiuntiva di vendicare l’eliminazione perentoria da Wimbledon e la sconfitta nella finale di Umago.

L’Arthur Ashe Stadium è gremito e già durante la partita femminile il pubblico scalpita perché vuole vedere loro. Pronti via: se il buon giorno si vede dal mattino, tre doppi falli nel primo game non sono una buona notizia (2-0 Alcaraz); La paura che sia finita ancora prima di cominciare è presto scacciata, quando il dritto di Carlitos si spegne in rete per il controbreak; il gioco seguente è una lunghissima sfida ai vantaggi il cui Jannik ottiene un superpunto recuperando sul pallonetto di Alcaraz con un passante incrociato da brividi, poi viene inchiodato due volte di fila ma cancella la palla break e sale 3-2. Lo spagnolo è aggressivo ai limiti della violenza, Jannik prova a ricambiare sportellata su sportellata e rincorsa su rincorsa ma alla fine è Carlos a piazzare un altro parziale e a prendere il largo (6-3).
L’inizio del secondo parziale ha l’aria di una lenta gita verso il patibolo ma Jannik vuole opporsi al destino e lo mette in chiaro molto presto, quando si prende il break con un dritto incrociato strettissimo al termine di una scazzottata da fondo (2-1). Per confermarsi serve la prima, perché la seconda spesso viene punita da un lancio di comodini di violenza inusitata. In realtà la ricerca di una seconda più efficace conduce a sanguinosi doppi falli perciò Jannik deve metterci una pezza più d’una volta: niente è facile, niente è scontato, Alcaraz arriva dappertutto e per fargli punto bisogna aggredirlo senza sosta, prendendosi rischi altissimi. Al momento di servire per il set, Jannik s’inceppa e cede di schianto (5-5). Carlos vola sul 6-5 con il suo dritto devastante, Sinner viceversa è giù di corda e sbaglia tutto, finendo per concedere tre set point consecutivi. Con quattro servizi vincenti di fila risale dal sepolcro, poi Carlos fa una cosa che va rivista dieci volte per crederci: salvataggio dietro la schiena seguito da un balzo felino per raggiungere la successiva volée. Arriva poi un altro set point ma Sinner riesce a salvarsi a rete per poi guadagnarsi il tiebreak. Tiebreak indescrivibile per intensità e qualità, da seguire in piedi sul divano. Il primo set point è di Jannik che aggredisce in risposta e scende a rete ma Carlos lo brucia con un passante chirurgico. Poi Jannik ne annulla uno con l’ace e se ne guadagna un altro, che chiude con una risposta vincente di rovescio lungolinea che lascia di stucco lo spagnolo: 7-6, dopo due ore abbondanti di tennis stellare. Comunque vada a finire, la forza mentale del rosso di San Candido impressionerebbe persino il maestro Yoda, Obi Wan Kenobi e tutto il consiglio Jedi al gran completo.

Il giovane Janakin Skywalker prova a sfruttare l’abbrivio e si procura una palla break nel secondo game ma l’iberico si salva ai vantaggi (1-1). Poi è lui a scivolare 0-30, poi 15-40. Sinner sale di tono, cancella entrambe, e la centrifuga dei vantaggi gli regala un 2-1 ben sofferto. Però il break e solo rimandato e così Sinner si ritrova sotto 4-2. Jannik, paziente come l’acqua che erode le montagne, si avvicina, scippa il servizio allo spagnolo, infine mette la testa avanti sul 5-4. Ora però è Carlos a dare lo strappo, ribaltando la situazione e portandosi avanti 6-5. Alcaraz serve per chiudere ma Jannik non trema e si porta a palla break con un punto meraviglioso, poi raggiunge il tiebreak sull’errore dello spagnolo. In Italia è l’alba ma questa partita toglie il sonno. Torniamo in piedi sul divano per il tiebreak. E assistiamo a una lectio magistralis, un monologo di pura bellezza del nostro giovane amico, che chiude 7-0 e ora comanda due set a uno.
Nel quarto set Carlos è scioccato e si fa subito brekkare (con Jannik che chiude un parziale di 12 punti consecutivi). Sinner conferma, Carlos muove il punteggio (2-1), Alcaraz adesso è stanco e appannato ma mai fidarsi delle belve ferite. Segue un game lunghissimo, Sinner lo porta a casa con le unghie e con i nervi. L’ennesimo 0/40 si mette in mezzo tra Jannik e la gloria, questa volta non c’è rimonta che tenga e siamo di nuovo in parità (3-3). Alcaraz paga lo sforzo, perde di nuovo il servizio e sfoga la sua rabbia scagliando in cielo una pallina. 4-3 e servizio Jannik, che ora gioca con attenzione e si porta a un solo game dall’impresa. Alcaraz tiene rapidamente e Jannik va a servire per il match. C’è il tempo di gestire una palla break (con l’ace), poi arriva il matchpoint. Carlos annulla con una risposta angolata su una seconda debole, e ringrazia anche per un doppio fallo e un dritto al volo sballato: 5-5. L’inerzia è ribaltata, Jannik paga il conto e si lascia schiacciare (7-5): la partita si deciderà al quinto set.
Ora l’iberico gioca in carrozza, con il vento in poppa, le ali spiegate, i pattini d’argento e quant’altro, mentre Jannik fatica a tenere il servizio e si avvia mestamente verso la ghigliottina. Lungo la strada trova l’energia residua per strappare il servizio a Carlos e portarsi 3-2 ma il controbreak è immediato, zeppo di occasioni sciupate. Ancora un game mezzo sciagurato, deciso sul filo dei millimetri, e Carlos va a servire per il match (5-3). È un servizio al corpo (letteralmente) a mettere la parola fine su questa partita pazza e pazzesca. La delusione sarà dura da smaltire, ma Jannik esce a testa altissima: il futuro appartiene a questi due ragazzi.

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