Le motivazioni della squalifica di Djokovic agli Us Open

Il giudice arbitro di Flushing Meadows Soeren Friemel, intervenuto in conferenza stampa, ha spiegato le motivazioni che hanno spinto la giuria a squalificare Novak Djokovic da New York.
La squalifica del campione serbo risulta legittima in quanto rientra in un caso previsto espressamente dal regolamento,comunque la decisione di estromettere il favorito numero uno dello Slam Newyorkese non è certamente facile, specialmente con Djokovic molto vicino alla conquista del diciottesimo Slam in carriera. 
Il giudice arbitro del match Djokovic-Carreno Busta, valido per gli ottavi di finale di Flushing Meadows, era Soeren Friemel, uno dei migliori in assoluto, che in conferenza stampa ha spiegato cosa è successo in quel 6 settembre: “Ho visto il giudice di linea, era a terra con il medico, il fisioterapista, accanto a lei c’erano anche Djokovic e il giudice di sedia. Ci siamo occupati della giudice di linea, assicurandoci che stesse bene, poi il supervisor del torneo ha relazionato su quanto è avvenuto. Mi è stato riferito che Novak dopo aver perso il punto, ha preso una palla dalla tasca, l’ha colpita incautamente e con rabbia dietro la schiena e ha colpito l’arbitro di linea alla gola“. La donna in questione era chiaramente ferita e dolorante, è caduta a terra e abbiamo dovuto occuparci di lei. In questi casi è molto importante essere sicuri al 100% di quello che è successo esattamente. Poi ho parlato con Djokovic che sosteneva di non aver colpito l’arbitro di linea intenzionalmente. Novak mi ha detto:”Si, ero arrabbiato. Ho colpito la palla, ho colpito il giudice di linea, i fatti sono sotto gli occhi di tutti , ma non era mia intenzione, non l’ho fatto apposta, non dovrei essere squalificato per questo“. 
Friemel continua: “Certamente Djokovic non ha colpito volontariamente la donna, ma il fatto è questo. Non abbiamo un riscontro video qui agli US Open. In tutti i tornei dello Slam non c’è un replay video, quindi non abbiamo avuto la possibilità di guardare alcun replay. L’impatto e la velocità della palla avrebbero certamente avuto peso sulla decisione. Ma qui, la palla è stata colpita dritta all’arbitro di linea e ha colpito con violenza la donna. Non c’era altra opzione. La volontarietà fa parte della discussione, ma ci sono due fattori: l’azione e l’esito. L’azione, ovvero il fatto di aver colpito il giudice di linea e di averlo ferito, è il fattore essenziale nel processo decisionale. Non avremmo avuto questa lunga discussione se l’avesse fatto di proposito. Tutti i fattori sono stati presi in considerazione. Ogni violazione del codice ha una parte di discrezionalità, ma in questo caso non credo che ci fosse alcuna possibilità di prendere una decisione diversa dalla squalifica” ha concluso Soeren Friemel.
Nicola Devoto
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