Chiamali, se vuoi, finalisti

Rafael Nadal, David Goffin, Caroline Wozniacki e Kei Nishikori hanno finora raccolto solo parzialmente quanto seminato, lasciando vuota la casella vittorie nelle due finali disputate in questi primi due mesi della stagione

Prendiamo in prestito le parole di “Emozioni” del grande Lucio Battisti per riferirci al quartetto dei cosiddetti “secondi” in questo inizio di 2017. Vicini per due volte al trionfo, infatti, non sono riusciti a mantenere alta la tensione e hanno ceduto più o meno nettamente ad avversari sulla carta abbordabili.

DATI ALLA MANO – Partiamo da Rafael Nadal, che tornato dall’infortunio al polso si è subito messo in mostra nel primo Slam stagionale, arrivando a giocarsi la finale con Roger Federer. Contro lo svizzero tanti rimpianti per come era cominciato il quinto set, ma alla fine l’elvetico ha portato a casa il match. Sorte simile gli è toccata la scorsa notte, quando ha ceduto in due set a Sam Querrey, capace di raccogliere gli scalpi di quattro top 20 in tutto il torneo. Match giocato su pochi punti, ma nelle occasioni decisive il grande assente è stato lo spagnolo. Stesso malaugurato destino per Kei Nishikori, battuto nel primo torneo stagionale a Brisbane e qualche settimana dopo a Buenos Aires, per mano di un assatanato Dolgopolov. Molte in questo caso le responsabilità in entrambe le occasioni, mancate a causa di evidenti cali di concentrazione. Veniamo a Goffin, che di finali perse consecutivamente ne fa contare 6, già 2 in questi due mesi. Prima a Sofia contro un arrembante Dimitrov, poi a Rotterdam, per mano del padrone di casa Tsonga. Nel gentil sesso ad ottenere lo stesso infausto risultato è stata Caroline Wozniacki, uscita sconfitta nell’arco di due settimane dalle finali contro Pliskova prima e Svitolina poi.

AD MAIORA – Avevamo recentemente trattato il caso della bella danese, indicando quali fossero le aspettative per il prosieguo della sua stagione, ma per gli altri sembra doveroso fare alcune precisazioni. In primis per Nadal, in una forma fisica e mentale tutto sommato buona come ha dimostrato in alcune partite alla vigilia non così scontate. La stagione rossa è alle porte e archiviati i Masters marzolini di Miami e Indiano Wells, sarà lui il favorito in ogni torneo, checché ne dica il tabellone. Con tutti i vantaggi (e gli svantaggi) che ne conseguono. Per quanto riguarda Nishikori e Goffin, sappiamo per loro natura essere giocatori abbastanza duttili, preferendo comunque una superficie di gioco veloce. Fermo restando che avranno ancora chance di riempire la loro bacheca, specie nei tornei in cui i più grandi non parteciperanno. Ciò, come visto, non è però sufficiente e occorre mettersi alle spalle i pensieri negativi che attanagliano la loro mente nei momenti clou. Del resto se per entrambi le ultime sei finali sono sempre andate all’avversario è palese come ci possa essere anche una componente psicologica nell’affrontare questo tipo di match.

Il calendario è dalla loro parte, avevo a disposizione ancora moltissimi tornei in cui poter fare la differenza, sperando per loro che in questo caso tale differenza sia tra un seppur ottimo secondo posto e la gloria di sollevare al cielo la coppa e non il, finora solito, piatto.

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