Quando un uomo diventa leggenda: Novak Djokovic

Novak Djokovic è ormai a tutti gli effetti una leggenda del tennis. A dirlo sono i suoi numeri, ma soprattutto la sua umile storia.

“Il leone usa tutta la sua forza anche per uccidere un coniglio”. Probabilmente neanche Sun Tzu, autore del trattato di strategia Arte della Guerra, avrebbe immaginato di vedere una parte del suo testo in un articolo riguardante il tennis. Ma forse nemmeno noi avremmo mai pensato fino a poco tempo fa di associare il nome del filosofo e stratega cinese ad un tennista.

Ora però ci troviamo dinanzi ad un leone che sta divorando letteralmente i suoi avversari e che, partita dopo partita, marca sempre di più il suo territorio. Usa tutta la sua forza, come diceva Sun Tzu, sia per uccidere e stanare altri leoni, sia per far del male a poveri conigli. Novak Djokovic sta semplicemente riscrivendo pagine e pagine di questo sport. Sta frantumando record su record, infrangendo primati che fino a pochi anni fa sembravano terra di qualche leone solitario (Rafael Nadal e Roger Federer, ndr) e sta facendo tabula rasa attorno a sé.

In realtà ciò che fa più paura sono la sua calma e la sua serenità in campo, che lo circondano quasi di un alone di invincibilità. Ricordo attentamente come lui fino a pochi anni fa fosse ancora insicuro di sé, come perdesse alcuni match andando a distrarsi. Ora quel piccolo leoncino è cresciuto, si è fatto adulto, non vive più sotto l’ombra di due leoni anziani. Ora l’allievo sta superando i maestri. Possiamo tranquillamente dire che Nole ha superato Roger e Rafa.

Probabilmente mi odierete, cari tifosi dello svizzero e dello spagnolo, ma non posso che constatare con i miei occhi la crescita esponenziale del serbo e così come me, tutti coloro che un minimo amano questo sport. Potrete non apprezzare il tennista di Belgrado per i suoi modi di fare non sempre comuni, per le sue uscite magari delle volte un po’ fuori luogo oppure semplicemente perché non vi piace il suo modo di giocare, ma non potrete non dire una cosa: Novak Djokovic è di diritto una leggenda di questo sport. 11 titoli del Grande Slam, 26 Master 1000, 61 titoli in carriera e 5 World Finals non si vincono casualmente o meglio non si vincono se non sei un campione.

Questo 2016 è iniziato allo stesso modo in cui era terminato il 2015 ovvero vincendo, dominando e stra-dominando, dando la sensazione di essere totalmente invincibile, di possedere quella marcia in più che gli permetta di essere un gradino sopra gli altri, sempre. Nole ora è una macchina, una perfetta macchina da tennis. Ha un rovescio semplicemente devastante, quanto basta per muovere gli avversari da una parte all’altra del campo. Un dritto chirurgico, una risposta tra le migliori di tutti i tempi, un servizio divenuto arma ormai imprescindibile dell’arsenale a disposizione del serbo unito poi ad un ritrovato e migliorato gioco a rete, completano un repertorio che rasenta quasi la perfezione.

Ma Nole non è solo questo. Nole è anche un uomo prima che un tennista, non dimentichiamolo mai. La sua vera forza, la sua spinta in questi ultimi due anni non è venuta solo dal campo o da Boris Becker, suo allenatore. La sua anima e la sua voglia di migliorare vengono anche dalle persone che ha quotidianamente accanto. Perché in primis, e non dimentichiamolo mai, Novak è diventato papà e vede negli occhi del piccolo Stefan e di sua moglie Jelena l’orgoglio nei confronti del loro piccolo grande Novak che dai campi di tennis di una Belgrado in guerra, ormai naviga verso l’Olimpo dei più grandi di sempre del tennis.

Ma Nole merita questo. La sua storia, la sua vita, la sua dedizione, la sua costante voglia di essere lassù meritano di essere raccontati. Perché questo piccolo uomo è diventato grande ed è pronto per altri importanti traguardi. Perché ora come ora il Grande Slam è sempre più vicino e i 17 Slam di Federer non sembrano così tanto un miraggio. Caro Novak, la storia è nelle tue mani. Sta a te riscriverla.

Di Alessandro Scala

0 comments
  1. Per me leggenda resta Rafa , anche se non ritornera’ mai piu cio’ che e’stato, mi bastano le emozioni che ha trasmesso! Dopo viene il maestro, grande Roger…

    1. Rafa è il nulla…uno sportivo corroso da se stesso e dal suo stupido agonismo non è un campione …è solo stupido

  2. Di sicuro un grande campione ma non una leggenda e forse con qualche pecca ,poco chiara , sulla preparazione fisica

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