Dominic Thiem: “La storia del mio rovescio”

Il tennista austriaco, impegnato questa settimana a Buenos Aires, ha raccontato all’ATP di quando, a 12 anni, ha effettuato lo “switch” da rovescio bimane a rovescio a una mano sola, elencandone i vantaggi

Il circuito tennistico professionistico maschile conta al momento la stragrande maggioranza di tennisti che effettuano il rovescio bimane. Tuttavia, ci sono ancora interpreti del rovescio a una mano sola, anche fra i giovani, che ci assicureranno di poter ammirare questo elegante gesto ancora per molti anni. Tralasciando gli ovvi esempi di Federer, Wawrinka e Gasquet, che non sono eterni, ci riferiamo a next gen emergenti come Shapovalov e Tsitsipas, ma anche ad attuali top 10 come Grigor Dimitrov e Dominic Thiem.

Quest’ultimo ha recentemente raccontato ai microfoni dell’ATP di quando, 12enne, prese la decisione, spinto dal suo coach storico Günther Bresnik di “staccare una mano” dalla racchetta nell’effettuare il rovescio: dai primi tentativi, fino al giorno d’oggi, in cui il suo rovescio a una mano è uno dei più spettacolari del circuito.

“Ho molti ricordi di quel periodo della mia adolescenza. Il cambio non è avvenuto da un giorno all’altro, è stato un processo graduale, durato qualche mese. I primi tempi sono stati difficili: nei tornei alternavo il rovescio a una e a due mani, essendo ancora nella fase di transizione, e i miei avversari giocavano sul mio rovescio ma io non potevo farci molto, commettevo ancora molti errori; non è stato semplice, ma va bene così. A 12 anni non hai ancora molti pensieri, vuoi solo giocare giocare giocare, sperando un giorno di avere una carriera nel tennis, quindi credo che sia stata l’età giusta per cambiare”.

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In effetti, durante questa transizione, il junior ranking di Dominic si abbassò notevolmente a causa dei molti incontri persi. Eseguivo il rovescio a due mani con una tecnica errata (che naturalmente, non ricordo più); credo questa sia stata una delle ragioni del cambiamento, insieme ovviamente all’idea di giocatore che Günther aveva in mente per me. Ho avuto un periodo duro verso i 14 anni, perché i risultati non arrivavano; a volte ho pensato di tornare indietro al rovescio bimane, preso dallo sconforto, ma ora so che è stata la decisione giusta”.

Riguardo al rovescio a una mano, il 24enne austriaco, attuale n.6 del mondo, continua: ti dà molta più varietà di soluzioni in campo, incluso lo slice, e ti permette di essere più aggressivo; il rovescio a una mano è più adatto alla visione che Günther aveva di me come giocatore una volta arrivato a 18, 19 anni, fra i professionisti”.

Thiem sarà impegnato domani nei quarti di finale del torneo ATP 250 di Buenos Aires contro il giocatore di casa Guido Pella.

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