I magnifici otto: Milos Raonic

Milos Raonic, tennista canadese di origini montenegrine, è il più giovane tra gli otto in gara alle Finals, ma sicuramente non deluderà i suoi tifosi in queste partite contro i più forti del mondo.

A detta di molti Milos Raonic rappresenta il connubio più azzeccato tra potenza al servizio e la completezza nel suo stile di gioco. Infatti a un servizio soprannaturale in termini di potenza e precisione abbina buona continuità di colpi da fondo, con pregevoli rovesci e attacchi di diritto che spesso risultano decisivi per la conquista di punti. La sua altezza spesso lo agevola, visto che l’”appena” un metro e 96 gli permette comunque spostamenti rapidi, a differenza di giganti che spesso incontrano problemi.

Djokovic in un’intervista di giugno spiega come non si ricordi dell’ultima volta che si sia trovato così in difficoltà nel rispondere a qualcuno. Questa è l’arma vincente del canadese, che ad appena 23 anni si è conquistato quest’anno un posto nelle Finals, l’unico tra i nati dopo il ’90.

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Il canadese di origine montenegrina arriva a questo traguardo grazie alla finale agguantata a Parigi-Bercy e persa contro il numero uno del mondo Djokovic. La partita è stata a senso unico, senza che il serbo sia stato messo mai in difficoltà. Le sue partite spesso si dilungano al tie-break, a causa della difficoltà a comandare lo scambio nei suoi turni di servizio da parte degli avversari.

Per Milos il 2014 è stato un anno molto positivo, soprattutto in ottica Slam. Dopo aver raggiunto un modesto terzo turno agli Australian Open, nello Slam francese raggiunge i quarti, eliminato ancora una volta da Djokovic. A Wimbledon dopo tre secondi turni consecutivi stupisce tutti con la semifinale, questa volta battuto da Roger Federer. A Flushing Madows eguaglia il suo miglior piazzamento raggiungendo il quarto turno. Questa volta a sconfiggerlo in cinque set è il futuro finalista Kei Nishikori.

Day Four: The Championships - Wimbledon 2014

Nei tornei minori il 2014 gli dà la possibilità di giocarsi tre titoli in finale, riuscendo ad agguantarne solamente uno. Infatti nell’ATP 500 di Washington riesce a superare facilmente in finale il connazionale Pospisil, in un derby canadese mai apparso in discussione. Negli anni passati aveva raggiunto la finale ben due volte, perdendo in entrambe le occasioni. La finale persa, oltre a quella di Bercy, è stata quella disputata in Giappone, al Japan Open.

Qui a negargli la vittoria finale è stato il tennista di casa Kei Nishikori, che già l’aveva battuto all’ultimo round due anni prima. Tutte le finali da lui vinte si sono disputate sul cemento, incluse le vittorie di quest’anno in Coppa Davis contro la Colombia, regalando alla sua nazione i due punti del singolare.

Oltre ai buoni risultati negli Slam ottiene ottimi piazzamenti nei Masters 1000 che disputa. Semifinali a Roma e Cincinnati, tre quarti di finale consecutivi a Indian Wells, Miami e Montecarlo, e la finale a Bercy, raggiunta battendo la seconda testa di serie del torneo Roger Federer.

Milos Raonic

Proprio lo svizzero sarà il suo primo avversario alle Finals. Dovrà dimostrare che quella vittoria non sia stato un caso e che, quantomeno, sappia tenere testa anche ai più forti, dimostrando a tutti che può aspirare a diventare un vero Top player, continuando a scalare le classifiche mondiali e a vincere anche i tornei più importanti. Altri banchi di prova importanti nel girone sono Murray, contro cui però ha un saldo positivo di vittorie, e ancora una volta Nishikori, magari vendicandosi delle cocenti sconfitte che ha subito.

Raonic è attivo anche nel campo del sociale: nel 2013 infatti ha creato la “Milos Raonic Foundation”, organizzazione che si occupa dell’inserimento all’interno della società di bambini provenienti da realtà disagiate. Anche lui infatti da bambino non viveva una situazione economica agiata; racconta infatti che il padre affittava la spara-palline alle 6.30 di mattina oppure dopo le nove di sera perché in quegli orari i prezzi erano molto più bassi. Per questo tennista umiltà e sacrificio sono stati da sempre i punti chiave delle sue vittorie, affrontando tutte le partite con il massimo impegno.
Di Simone Marasi

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