I ‘magic moments’ della carriera di Federer, Nadal e Djokovic

Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic… Quali sono stati i punti di svolta dei tre campionissimi di questa era? Ne parlano loro stessi: vediamo qual è il loro momento più ‘magico’ della loro carriera.

Nella carriera di un giocatore c’è sempre un punto che demarca la svolta professionale. Un momento di topica importanza che tramuta anni di sforzi e frustrazioni nell’anelato nirvana tennistico, in grado di mutare radicalmente il corso degli eventi.

Novak Djokovic, Roger Federer e Rafael Nadal, tra gli altri, si sono prodotti in uno sforzo mnemonico al fine di rievocare il 15 cruciale delle rispettive carriere.
Il serbo non esita nemmeno un istante nel ricordare quello che, a suo insindacabile giudizio, è stato il momento più rilevante vissuto fino ad ora su un campo da tennis.
Novak, più che indicare un punto in particolare, sottolinea la capitale importanza che per lui ha avuto la vittoria su Federer nella finale di Wimbledon 2014.

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“Quella è stata una partita davvero epica. Ho attraversato mille stati d’animo durante quell’interminabile pomeriggio. Vincere quella sfida mi ha permesso di ritrovare l’autostima smarrita nel corso delle precedenti finali Slam perse.”

Meno circostanziato Rafa Nadal, le cui memorie convergono più genericamente nei confronti di una particolare stagione agonistica, piuttosto che su una partita o un punto più rimarchevole di altri.
“Per me è difficile scegliere. Ogni esperienza mi ha portato qualcosa di positivo, anche le meno fortunate. Se però devo individuare uno spezzone memorabile della mia vita tennistica scelgo l’annata del 2013. In quella stagione credo di aver giocato il mio miglior tennis, conseguendo risultati incredibili. Sono davvero orgoglioso di quello che sono riuscito a fare in quei mesi”.

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Per nulla elusivo Roger Federer. Lo svizzero non palesa alcuna incertezza nel selezionare il punto più speciale della carriera.
Nel 2009 contro Tommy Haas al Roland Garros: ero sotto di due set e dovevo difendere una palla break nel terzo. Sul 30-40 ricordo di aver giocato un dritto ad uscire su una risposta aggressiva di Tommy. Ho accompagnato con lo sguardo la pallina per tutta la durata della traiettoria, pensando che se fosse finita fuori per me sarebbe finita. Per fortuna è entrata e, grazie a quell’azzardo, sono riuscito ad aggiudicarmi l’unico Slam che mi mancava“.

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Fonte: Puntodebreak.com

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