Circus Preview: Murray chiamato alla prova del nove, Djokovic atteso dal piccolo Wawrinka

Giunti oramai agli sgoccioli di questa edizione 2016 del Roland Garros, solo otto eroi sono sopravvissuti fino alla fatidica soglia delle semifinali. Tra acquazzoni, temperature polari ed attese infinite, solo i più temprati, oltre che i più fortunati, sono riusciti a guadare le paludose insidie dello Slam più sincopato dell'ultimo lustro. Uno Slam di fatto falsato, almeno parzialmente, dalla marchiana disparità creatasi a sfavore dei giocatori ubicati nella parte alta del tabellone.

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti. Parafrasando l’incipit dell’imperituro componimento di Luigi Mercantini, anche a Parigi siamo costretti a fare la contabilità dei caduti. Giunti oramai agli sgoccioli di questa edizione 2016 del Roland Garros, infatti, dei 128 giocatori iscritti al tabellone principale solo otto eroi sono sopravvissuti fino alla fatidica soglia delle semifinali. Tra acquazzoni, temperature polari ed attese infinite, solo i più temprati, oltre che i più fortunati, sono riusciti a guadare le paludose insidie dello Slam più sincopato dell’ultimo lustro. Uno Slam di fatto falsato, almeno parzialmente, dalla marchiana disparità creatasi a sfavore dei giocatori ubicati nella parte alta del tabellone, costretti a giocare per ben quattro giorni consecutivi. Se in campo femminile questa sperequazione potrebbe non inficiare più di tanto la regolarità del risultato, visto che le donzelle giocano al meglio dei tre set, tra gli uomini questo fattore potrebbe adulterare, e non poco, l’esito finale della competizione.

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A.Murray- S.Wawrinka– Lo scozzese è in vantaggio negli scontri diretti, anche se sulla terra rossa è sempre stato lo svizzero a prevalere, seppur i due precedenti siano piuttosto datati. Murray ha flirtato col fuoco fin dai primi turni, scampando il pericolo sia con Stepanek che con Bourgue, rimontando rispettavamente da 2 set a 0 e 2 set a 1. Il prosieguo del cammino sulla terra parigina si è rivelato meno problematico, fatta eccezione per i primi due set del quarto di finale contro Richard Gasquet. Le per Stan, invece, si sono tutte concentrate all’altezza del primo turno, quando lo svizzero è stato costretto a rimontare per due volte lo svantaggio di un set contro Lucas Rosol. Dal secondo turno fino ai quarti di finale, l’elvetico ha potuto beneficiare di un tabellone da 250, data la levatura dei comprimari contro cui Stanimal si è divertito a giochicchiare: Daniel, Chardy, Troicki, Ramos-Vinolas. Ciò che fino ad ora si è rivelato un corposo beneficio potrebbe, in realtà, commutarsi in un fattore assai penalizzante nella sfida che lo vedrà opposto al numero 2 del mondo. Il campione in carica del Rolnd Garros è chiamato a deporre le ciabatte per ripristinare la modalità gladiatoria, impresa non facile in meno di 48 ore, specie contro un formidabile agonista come il campione olimpico.

 

 

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N.Djokovic- D.Thiem– Ogni appassionato che si rispetti, giunti a questo punto del Rolando, non può fare a meno di porsi il seguente interrogativo: cosa riuscirà ad inventarsi Djokovic per perdere anche questa edizione? L’infame quesito è corroborato dalla crescente nevrastenia palesata dal serbo, capace di farsi fischiare anche dal pubblico parigino, date le sue reiterate manifestazioni di insofferenza. Il serbo, dopo l’abituale luna di miele della prima settimana, accresce proporzionalmente il proprio disagio esistenziale in relazione all’approssimarsi delle fasi finali del torneo. Alla vigilia dell’appuntamento parigino, tutto il microcosmo tennistico aveva individuato nella giornata di oggi l’appuntamento più importante della stagione, viste le abnormi possibilità di una semifinale tra lo stesso Nole e Rafa Nadal. La prematura defezione del maiorchino, oltre ad averci privato di una sfida suprema, ha sgravato il serbo da un assillo che avrebbe potuto macerarlo. Al posto del tamarro di Manacor, Djoker si ritrova in sorte Dominic Thiem, protagonista di un cammino esemplare.

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L’ultimo precedente tra i due risale al Master di Miami, quando il numero 1 inflisse al 22enne austriaco un severo 6-3 6-4. Un passivo piuttosto menzoniero, date le 14 palle break annullate dallo stesso Djokovic nel corso del match. Ciò detto, il belgradese rimane obbligatoriamente il favorito per un posto in finale, anche se Thiem ricorda sinistramente  le fattezze tennistiche di un certo Stan Wawrinka.

 

 

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