L’ATP Challenger Tour cambia: rivoluzione nel 2019!

Le novità non mancano: dopo la Coppa Davis e le regole stravolte, è stata la volta del ranking ITF ed ora anche l'ATP Challenger Tour dà il via alla rivoluzione nel 2019!

Il 2019 è sinonimo di cambiamento, soprattutto nel circuito maschile: la linea con il passato è stata tracciata e le regole, in ogni categoria, sta attraversando un periodo di rivoluzione. In origine è stata la Coppa Davis a subire delle modifiche, poco accettate dai fan e dai tradizionalisti, poi l’ITF che ha deciso di introdurre un ranking tutto nuovo, che a partire dal 2020 vedrà l’introduzione dei “transition points” e del “transition ranking” e la scomparsa dei punti ATP dai tornei ITF (almeno a livello maschile), l’ATP continua con il processo di trasformazione del tennis professionistico in un sistema sostenibile per un numero limitato di professionisti. Ed ora? Il turno è dell’ATP Challenger Tour, che dà vita ad una serie di cambiamenti che probabilmente danneggeranno prevalentemente i circoli italiani, che oggi sono  ben 19 ad ospitare ogni anno Challenger, cioè una buona parte del circuito minore, che in totale, conterà ben 160 tornei oltre ad una maggiore copertura online. 
Proprio nel bel mezzo della “off-season ufficiosa” del grande tennis, tra la fine di Wimbledon e l’inizio dei Masters 1000 in Nord America, l’ATP fa vedere che negli uffici di Ponte Vedra, Londra e Montecarlo si lavora anche durante l’estate e rende nota una vera e propria rivoluzione del circuito Challenger che prenderà il via all’inizio della stagione 2019, come fatto notare da Chris Kermode, presidente del circuito ATP, che ha dichiarato: “Si tratta di cambiamenti significativi che porteranno un reale miglioramento per l’ATP Challenger Tour, in particolare perché offriremo maggiori opportunità di guadagno per i giocatori a livello di ingresso nel tennis professionistico maschile. Una priorità per noi è provare a garantire un percorso sano per i giocatori e migliorare la redditività. Questi cambiamenti rappresentano un passo importante nella giusta direzione per il nostro sport.”
Dunque, ecco i punti che di fatto stravolgeranno il circuito:
– TABELLONI A 48 GIOCATORI
I tabelloni di tutti i tornei Challenger del mondo verranno allargati da 32 a 48 partecipanti, con le qualificazioni ridotte invece a soli quattro giocatori, che si sfidano su un solo turno per accaparrarsi gli ultimi due posti liberi in tabellone (46 gli ammessi di diritti). I giocatori in gara in singolare a ogni Challenger diventano così un massimo di 50, contro i 60 che gli appuntamenti di categoria possono arrivare ad accogliere con la formula attuale, fra main draw e qualificazioni. Significa che a ogni Challenger potrebbero esserci dieci posti in meno, ma la differenza vera la fanno i sedici in più nel tabellone principale, quindi già con un prize money garantito. Cosa che al momento, nelle qualificazioni, non avviene. Da capire il numero di wild card totali – ora sono quattro, potrebbero aumentare a sei – e come verranno organizzati i tabelloni, ma è facile immaginare che 16 giocatori partiranno direttamente dal secondo turno, con altri trentadue in gara invece dal primo. Restano invariati i tabelloni di doppio, con sedici coppie in gara.

– TORNEI RIDOTTI A SETTE GIORNI
L’altra grande novità riguarda la durata dei tornei. Oggi, fatta eccezione per qualche raro caso, i tornei Challenger hanno una durata di nove giorni: dal sabato delle qualificazioni alla domenica della finale. Dal 2019, invece, tutti i tornei dovranno iniziare e finire in soli sette giorni, dal lunedì alla domenica. Una modifica studiata sia per diminuire i costi che gli organizzatori si trovano costretti a sostenere dal punto di vista logistico, sia per eliminare la concomitanza fra i vari tornei, situazione che spesso creava più di una difficoltà ai giocatori.

– OSPITALITÀ OBBLIGATORIA
Dal 2019 ogni torneo Challenger dovrà garantire l’ospitalità a tutti i giocatori in gara nel main draw, in singolare come in doppio. Ergo, i singolaristi ai quali un torneo deve garantire il pernottamento (dalla notte prima del via, a quella successiva all’eliminazione) lievitano da 32 a 48. Secondo le stime dell’ATP le notti “pagate” ai giocatori dovrebbero aumentare di un totale di circa 20.000 nell’arco della stagione. Novità che farà piacere ai giocatori, un po’ meno agli organizzatori: pur considerando i due giorni in meno, l’esborso totale per mettere in piedi un torneo è destinato ad aumentare.

– 1 MILIONE IN PIÙ DI MONTEPREMI
Già accennato in precedenza: l’allargamento a 48 del tabellone principale farà sì che il prize money sia garantito a un totale di sedici giocatori in più per ogni singolo torneo. Secondo una stima svolta sul totale dei tornei Challenger organizzati del 2018, l’intero montepremi che il circuito andrà a distribuire il prossimo anno sarà superiore di circa un milione di dollari. Nel 2019 il montepremi massimo per un torneo Challenger sarà di 162.480 dollari, l’equivalente – al cambio odierno – di circa 138.000 euro. Non sono state specificate altre eventuali modifiche ai prize money dei tornei.

– TORNEI DIVISI IN CINQUE CATEGORIE
Al momento a far la differenza fra un Challenger e l’altro è soltanto il montepremi, che si riflette anche nel numero di punti distribuiti, in maniera proporzionale. Dal 2019, invece, proprio come i tornei dell’ATP World Tour anche i Challenger avranno le loro categorie, in base ai punti in palio per il vincitore, in modo da dare una struttura più definita al circuito. Le categorie saranno cinque in tutto: ATP Challenger 70, 80, 95, 110 e 125, una in meno rispetto alle fasce attuali di montepremi. Curiosità: oggi i Challenger di montepremi minore (43.000 euro) assegnano al vincitore 80 punti, mentre nel 2019 ne daranno dieci di meno.

– SERVIZI AI GIOCATORI E AL PUBBLICO
L’ATP ha anche promesso di offrire ai giocatori dei servizi sempre migliori, dal punto di vista dell’officiating e anche da quello medico, con l’obiettivo di aprire le porte dei tornei soltanto a fisioterapisti qualificati. In più, verranno rese più severe molte condizioni imposte agli organizzatori: in primis aumentare il numero di campi d’allenamento e migliorare i servizi a disposizione dei giocatori. Un altro obiettivo è quello di produrre – attraverso lo streaming ufficiale gratuito dell’ATP Challenger Tour – tutti gli incontri di singolare dei tabelloni principali, da tutti i campi e da tutti i tornei. Dovessero riuscirci, l’offerta di match dai tornei Challenger diventerebbe oltre il doppio.

AUMENTARE LA DIFFERENZA CHALLENGER-ITF
In generale l’obiettivo di tutte queste novità è quello di garantire ai giocatori un circuito migliore, più vivibile, e aumentarne l’appeal, in modo che possa crescere anche il numero dei potenziali investitori e di conseguenza il traffico (e il valore) economico del circuito. “Si tratta di cambiamenti significativi che porteranno a un reale miglioramento del circuito – ha detto il CEO dell’ATP Chris Kermone –, perché garantiranno maggiori guadagni ai giocatori che si affacciano al tennis professionistico. Una nostra grande priorità è quella di semplificare alcuni passaggi del percorso che i giocatori devono affrontare per garantirsi una carriera nel mondo del tennis professionale”. Solo negli ultimi quattro anni il prize money distribuito dai tornei Challenger (circa 160 all’anno) su scala globale è aumentato del 28%, e non è un caso che le modifiche più significative nei quarant’anni di storia dell’ATP Challenger Tour arrivino proprio in concomitanza con l’inaugurazione del nuovo Transition Tour. Visto che dal 2020 la distribuzione dei punti ATP inizierà dal circuito Challenger, e di conseguenza verrà ridotto di parecchio il numero di giocatori in grado di entrare nel ranking, la mossa è stata studiata ad hoc per rendere il circuito ancora più professionale, separando una volta per tutte i giocatori professionisti veri e propri – ossia coloro che grazie al tennis si guadagnano da vivere – dai tanti che invece continuano a rimetterci dei soldi, nella speranza di riuscire un giorno a emergere ad alti livelli. Un interessante cambiamento, che porterà influenze soprattutto sui Challenger e i suoi montepremi, elencati qui di seguito:

Località Mese Montepremi (2018)
Bergamo febbraio € 64,000
Barletta aprile € 43,000
Francavilla aprile € 43,000
Roma Garden maggio € 64,000
Mestre maggio € 43,000
Vicenza maggio € 64,000
Caltanissetta giugno € 127,000
L’Aquila giugno € 43,000
Milano Aspria giugno € 43,000
Recanati luglio € 43,000
Perugia luglio € 43,000
San Benedetto luglio € 64,000
Padova luglio € 43,000
Cordenons agosto € 64,000
Como agosto € 64,000
Genova settembre € 127,000
Biella settembre € 43,000
Firenze ottobre € 64,000
Ortisei ottobre € 64,000

E voi siete convinti nelle nuove, vantaggiose, modifiche dell’ATP?

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