Andy Murray: un nuovo inizio ad un anno dalla fine

Un anno fa la conferenza stampa strappalacrime con cui Murray annunciava il ritiro. Ora lo scozzese tornerà a calcare i campi di Melbourne Park

11 gennaio 2019. Sembra un giorno qualunque per il mondo del tennis, che si prepara a vivere il primo Slam dell’anno, gli Australian Open. A sorpresa però, nella conferenza stampa pre-torneo, l’ex n.1 del mondo Andy Murray annuncia in lacrime il suo probabile ritiro dal tennis, a causa dell’infortunio all’anca che lo ha costretto allo stop forzato a metà 2017. Dal Wimbledon di quell’anno, infatti, Andy non è più tornato il campione che per un decennio ha dominato il circuito Atp insieme agli altri Fab 3. Il dolore è troppo forte, gli impedisce di giocare e allenarsi come vorrebbe e dichiara di voler lasciare il tennis a Wimbledon, il suo torneo preferito, sempre ammesso che riesca ad arrivarci senza soffrire troppo…

È ormai passato un anno da quel giorno e sappiamo tutti che Murray è tornato a giocare, con un’anca “nuova”, senza il passo di un tempo, ma è tornato e si è anche regalato il primo titolo della sua “seconda” carriera ad Anversa, in finale con un altro “sopravvissuto”, Stan Wawrinka. Ora è pronto a guidare la sua Gran Bretagna in Atp Cup (insieme a Kyle Edmund) e a partecipare al suo primo Slam dopo il ritorno, gli Australian Open. “Non credo di aver dichiarato di ritirarmi definitivamente” ha detto il n.125 del mondo in un’intervista, confessando di non ricordare precisamente cosa successe in quella conferenza stampa. “Ero molto emozionato. Non penso di aver dichiarato il mio ritiro definitivo. Dissi che mi sarebbe piaciuto arrivare a Wimbledon e poi fermarmi. Erano quelli i miei piani al tempo…” continua Sir Andy, che però ricorda molto bene il suo ultimo match prima dello stop, contro Bautista Agut al primo turno dell’AO. Un match epico, di cinque set, in cui emerse lo spirito del campione irriducibile che è Murray: sotto per 2-0 trascina lo spagnolo al quinto vincendo due tie-break, con tutta la Melbourne Arena che fa il tifo per lui e lo spinge all’impresa. Sebbene alla fine l’abbia spuntata l’iberico, lo scozzese rivela “se fosse stata quella la fine, per me sarebbe un gran modo di chiudere. Bellissima atmosfera, folla gremita, gran match e rimonta sfiorata, sarebbe stato un giusto modo per lasciare”.

Dopo l’operazione all’anca e a cinque mesi dal suo ultimo match, Murray è tornato a competere al Queen’s, partecipando al torneo di doppio in coppia con Feliciano Lopez e portando a casa il titolo. Nei mesi successivi è rientrato piano piano nel circuito, alternando singolare e doppio. Sebbene lentamente, si notavano miglioramenti nel gioco e nella condizione. Muzza vince la sua prima partita ufficiale nel challenger di Maiorca (con Imran Sibille), ma tocca il fondo perdendo al terzo turno con il nostro Matteo Viola. La sua rinascita però continua e, grazie anche al ranking protetto, Andy partecipa a vari tornei dello swing asiatico, per poi goocare ad Anversa, dove raggiunge la finale e batte Wawrinka in rimonta al terzo, sollevando tra le lacrime il suo primo trofeo post-operazione in singolo.

Nel frattempo si è dedicato alla realizzazione di un documentario sul suo ritorno, “Andy Murray: Resurfacing”, in cui racconta tutto quello che ha passato per tornare a competere. “È stata molto dura ad un certo punto, perché la mia famiglia, i miei amici e il mio team sapevano che stavo soffrendo” rivela il tre volte campione Slam, che aggiunge: “quando sei un professionista, non puoi dire che l’anca ti fa male, che non riesci a tirare il diritto o a servire. Devi sempre mostrare una faccia coraggiosa, dire che stai migliorando e che senti meno dolore”.

Andy Murray

Per la prima volta, invece, lo scorso anno in Australia Murray ha confessato a tutti la sua condizione e ciò che stava passando. Il mondo del tennis lo ha però subito aiutato e supportato, incoraggiandolo a non mollare, come ha sempre fatto durante la sua carriera. Ripercorrendo i mesi di infortunio, Andy spiega come solo ora si renda conto di quanto fosse difficile non solo per lui, ma anche per le persone che gli erano accanto: “In quel periodo il mio team ha lavorato per me tanto quanto ho fatto io stesso. Erano tutti tristi per la mia condizione…”.

Questa però, fortunamente per tutto il mondo del tennis, è acqua passata. Murray è pronto per quello che sarà il suo “anno della verità” e noi non possiamo che augurarci di rivederlo ad altissimi livelli. Seppur con un’anca finta. Long live Sir Andy!

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