Atp Masters 1000 Roma, Nadal ancora Re: decimo titolo, Djokovic sconfitto in tre set

Doppia cifra, anche al Foro Italico. Nella sesta finale contro l’acerrimo rivale Novak Djokovic, Rafael Nadal alza il decimo trofeo agli Internazionali BNL d’Italia, trionfando dopo due ore e quarantanove minuti col punteggio di 7-5 1-6 6-3. La vittoria, ancora una volta, lo conferma come l’assoluto favorito per l’imminente Roland Garros. Ha giocato meglio nei momenti fondamentali della partita, ha chiuso con 37 vincenti e 23 errori. Peso specifico determinante ha avuto il primo parziale, dopo il quale nessuno dei due è stato più costante allo stesso modo, con passaggi a vuoto per l’uno e per l’altro. Con questo successo, l’88° in carriera ed il 62° sull’amata terra rossa, Nadal diventa il primatista sia per tornei vinti nella categoria Masters 1000, 36 – eguagliando proprio il numero 1 del mondo -, che per tornei del Grande Slam, 20 come Roger Federer.

LA PARTITA – Djokovic parte al servizio, e nonostante due punti consecutivi di Nadal conserva il vantaggio iniziale e lascia lo spagnolo a 30. Forti dell’esperienza, tra entrambi non sembra esserci alcuna fase di studio. Sono pochi i colpi interlocutori e la profondità è superba. Nadal è subito sotto pressione a causa delle risposte del numero 1 del mondo ed il primo turno di battuta si complica moltissimo: il servizio aiuta l’iberico sulle prime due palle break, ma alla terza il rovescio termina largo, e Djokovic sigla il break del 2-0. Lo strappo si ricuce tuttavia immediatamente, con Nadal bravo a vincere lo scambio decisivo sul 30-30, costringendo Djokovic a scambiare rovescio contro rovescio su palle molto alte e lente. Ogni gratuito si paga a caro prezzo e molto spesso il primo giocatore che prende il controllo si aggiudica il punto, per quell’evoluzione che ha portato entrambi a mettere i piedi in campo per aggredire il prima possibile. Il settimo game vale il prezzo del biglietto nel primo set, con la solita intensità puramente tennistica, ma anche tanto pathos. La prima non sostiene Djokovic con costanza, e quando Nadal capisce il suo serve & volley s’arriva a palla break per lo spagnolo, che, come nella partita dei quarti, rimane impuntato su una riga a fine punto e finisce a terra. Alla ripresa però il serbo è impeccabile, e con tre punti magistrali si porta sul 4-3. Nei frangenti più caldi, la prima aiuta tantissimo Nadal, che grazie ad un ace e due dritti vincenti da destra riesce ad impattare sul 5 pari. Giocare meglio i punti importanti e riuscire a trovare colpi che durante il resto della partita si giocano poche volte fa grande differenza. Djokovic, quando il set si allunga, sbaglia un po’ troppo, Nadal non perdona. Sulla palla per andare 6-5, il serbo commette doppio fallo, e da lì il numero 3 del mondo prende il sopravvento: uno dei pochi dritti lungolinea vincenti, ed un dritto a sventaglio sbagliato da Djokovic, lo mandano a servire per il primo set. Un primo set che si aggiudica meritatamente dopo un’ora e quattordici, con un altro ottimo dritto per concludere. I meriti stanno tutti nel solidissimo 84% di prime palle in campo e nei 21 vincenti, 11 in più di Djokovic, che “regala” anche 4 non forzati in più.

Nei primi tre game, comprensibilmente, l’intensità si abbassa un po’, ed entrambi rischiano qualcosa. Nadal si salva dallo 0-30, il numero 1 del seeding invece una volta dal 15-30 e una da 30-40, trovando due ace consecutivi per chiudere il terzo gioco. Dopo il cambio campo, però, il campione del Roland Garros continua ad avere difficoltà. Esegue male due drop, e dopo l’accelerazione di “Nole” perde il servizio per primo. Come nel primo parziale, la reazione non si fa attendere, ma in quest’occasione l’avversario è pronto. La prima risolve quasi tutti i problemi di Djokovic, Nadal lo aiuta con un rovescio che rimbalza largo, e che significa 4 giochi ad 1 per il campione il carica. È il servizio che cambia gli equilibri. Con meno prime il nove volte campione è costretto ad entrare nello scambio dopo le ottime ribattute di Djokovic, che spesso causano anche gli errori diretti dell’iberico, visibilmente sceso di rendimento. Dall’84% di prime si passa al 61% del secondo set, con una resa che tocca appena il 50%. Il serbo invece sale dal 62% al 70%, ed è pari anche nel differenziale vincenti/gratuiti, a quota 9.

Il terzo set vede un nuovo innalzamento della qualità, con l’equilibrio iniziale che resiste anche grazie ad un maggior numero di variazioni. Oltre alle solite difese in back si vede anche e soprattutto un uso più frequente della palla corta. Quest’ultima è l’arma preferita di Djokovic oggi per uscire dal rovescio alto che Nadal aveva già usato – con risultati nettamente migliori – nella finale del Roland Garros. Fisicamente, poi, sembra essere in condizioni più incoraggianti il numero 1 del mondo, che risponde sempre, si muove meglio in avanti ed esce bene dalle diagonali. Tutto questo ha permesso a Djokovic di arrivare per ben due volte a palle break nel quinto game: sulla prima il suo dritto termina a rete, ma sulla seconda è impeccabile Nadal col rovescio in contropiede. Il punto vinto cambia il volto al set, annulla che considerazioni che si potevano trarre dai primi giochi del set. Come era successo, a parti invertite, nel secondo parziale, si decide tutto qui. Lo spagnolo mette a segno un parziale di 11 punti ad 1, in cui strappa il servizio all’avversario lanciandolo a zero. Nel primo e nel terzo punto pesano due nastri, ma Nadal è bravissimo col passante lungolinea che si traduce, col turno di servizio vinto poco dopo, in un prezioso 5-2. Djokovic è tenace, annulla un match point col servizio, ma poi non può nulla. Il rovescio lo tradisce troppe volte per provare a rientrare in partita. Dopo due ore e quarantanove minuti, Nadal vince 7-5 1-6 6-3 e può festeggiare con le braccia al cielo ed un sorriso dolcissimo: battendo per la sesta volta il rivale a Roma, si aggiudica il 10° titolo e lo agguanta a quota 36 titoli Masters 1000.

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