A Lille cala il sipario sulla prima giornata della 103esima finale di Coppa Davis. Per il momento la sfida tra forza del collettivo francese e prestigio dei campioni svizzeri finisce in pareggio. Il parziale è di quello che non ti aspetti, perché arriva in un modo bislacco, a differenza di quanto tutti noi ci aspettavamo: portare a casa i punti sono stati infatti i secondi delle rispettive squadre.

A dimostrazione del fatto che sul terreno di gioco, non esistono classifiche o blasoni, tutto può succedere e allora può capitare, che inaspettatamente il numero 19 del mondo Gael Monfils riesca a battere nettamente la leggenda Roger Federer, o che il punto alla Svizzera lo porti l’eterno “gregario” Wawrinka.

Alla vigilia la Francia aveva dalla sua la scelta della superficie di gioco, il tifo e la forza del collettivo; dall’altra parte la Svizzera poteva rispondere con la grande voglia di Roger di portarsi a casa uno dei pochi trofei che ancora gli manca.

Nella prima partita non c’è storia, se lo aggiudica Wawrinka con un netto 6-1 3-6 6-3 6-2, complice anche uno Tsonga palesemente sotto pressione ed incapace di rispondere in maniera incisiva alle costanti pressioni dello svizzero. Il numero 2 della Svizzera sale in cattedra e dal prima all’ultimo scambio (ad eccezione di un secondo set bruttino) dimostra al francese chi comanda.

Il secondo incontro è quello che, sulla carta, avrebbe dovuto regalare l’en plein di giornata alla Svizzera.
Che il Re non fosse fisicamente al 100% lo si sapeva, ma fino all’ultimo tutti abbiamo sperato e creduto in un suo possibile recupero, recupero che invece non è arrivato. Roger quell’Insalatiera la vuole, durante quest’anno: l’ha detto spesso, ma l’ha anche dimostrato, rinunciando alla finale del Master, decidendo di giocare quest’oggi nonostante non sia fisicamente al 100% e l’ha dimostrato ancora di più mettendo anima e corpo in questa partita.

Ma contro un Monfils così ispirato e contro un infortunio che palesemente ne limita i movimenti, neppure l’immenso cuore del re poteva bastare. Il transalpino è stato micidiale, oserei dire chirurgico al servizio, velocissimo con i piedi, a tratti ha mostrato un tennis a dir poco pirotecnico esaltando il pubblico di casa.

Sin dal primo punto il tennista di casa fa capire di essere carico al punto giusto e di non aver alcun timore reverenziale, tenendo facilmente il primo turno di servizio grazie anche a 2 ace. È il servizio l’ago della bilancia del primo set: male in questo fondamentale Federer, il quale nel quarto gioco mette in campo solo 5 prime su 11. Il transalpino, dal canto suo, continua a fare e disfare, alternando prime di servizio chirurgiche (durante il primo set ha portato a casa il 100% di punti con le prime), a doppi falli a go go. Monfils vola 4 a 1 e il nervosismo dello svizzero sale: una chiamata in ritardo del giudice di linea, sull’ennesima palla break fa scattare Federer, finendo per caricare ancora di più il francese, che in mezz’ora si aggiudica il primo set con lo score di 6-1.

Decisamente più equo il secondo set: il francese continua a picchiare duro, Roger dal canto suo man mano inizia a salire di livello. Lo svizzero non ci sta a perdere così e migliora il suo rendimento al servizio, continuando però a giocare troppo corto e a non sfruttare gli angoli. A quel punto, complice un solo break subito nel terzo gioco finisce per perdere anche il secondo set per 6-4.

Il terzo set si apre con un Federer che tiene il servizio a 0; lo svizzero vuole ingranare visibilmente la marcia, ma il francese non glielo permette e tiene il passo. Sul 2 pari finalmente s’iniziano a vedere punti lottati (spettacolare lo scambio con cui Roger si aggiudica il 40 pari). Questo 5° gioco si rivelerà poi decisivo: arriva qui il primo dei 2 break che consegnano alla Francia l’incontro. Finisce così in 1 ora e 46 minuti di gioco, con uno score di 6-1 6-4 6-4, la partita che regala il pareggio alla Francia. A questo punto la sfida si fa ancora più interessante. chi la spunterà? Collettivo o talento dei singoli?