Hanfmann: “La situazione è piuttosto drammatica, ma siamo felici di poter giocare di nuovo”

Il tennis tedesco sta provando a muovere i primi timidi passi verso un ritorno alla normalità; nella giornata di ieri, infatti, è stato inaugurato un mini circuito di esibizioni che, tra maggio e giugno, vedrà sfidarsi alcuni giocatori professionisti locali.

Il mondo del tennis prova a muovere i primi timidi passi; nella giornata di ieri, infatti, in Germania è stato inaugurato un piccolo circuito di tornei in modo da consentire ad alcuni giocatori professionisti di tornare ad allenarsi e a competere. La prima di queste esibizioni (che si svolgeranno tra maggio e giugno) ha avuto luogo a Höhr-Grenzhausen e ha visto sfidarsi otto tennisti; uno dei giocatori coinvolti, Yannick Hanfmann, ha condiviso la sua esperienza ai microfoni del portale Tennis Net.

“Mi hanno contattato abbastanza presto per presentarmi la possibilità di giocare una serie di tornei. Con il passare del tempo mi sono state inviate informazioni sempre più dettagliate su questi eventi e sulle questioni burocratiche da sistemare, finché non è stato finalmente confermato che il torneo poteva effettivamente svolgersi. Siamo molto felici di poter tornare a competere tra di noi, volevo veramente giocare di nuovo contro Dustin Brown, è sempre molto divertente”, ha affermato Hanfmann, attuale n. 174 del mondo.

“Fortunatamente Tennis Oberhaching ha ricevuto una deroga per permetterci di tornare ad allenarci, in questo modo almeno riusciremo a riacquistare una routine quotidiana. Ovviamente vengono applicate le regole generali del distanziamento sociale. Nessuna stretta di mano a rete, la palestra può essere occupata solo da due persone contemporaneamente e gli allenatori devono garantire una disinfezione regolare di ciascun attrezzo. Spogliatoi e docce sono tabù in questo momento. La situazione è piuttosto drammatica, ma siamo felici di poter giocare di nuovo“.

Tuttavia, secondo Hanfmann, non tutto il male viene per nuocere: “Quando i primi tornei furono annullati rimasi a casa, senza fare assolutamente nulla per le prime tre o quattro settimane. Di conseguenza, ho potuto trascorrere molto più tempo con i membri della mia famiglia, una cosa per cui non avevo avuto molto tempo negli ultimi anni. Per questo motivo ho affrontato la quarantena in maniera positiva sin dal principio, è stato davvero bello. Tuttavia, con il passare dei giorni e soprattutto verso la fine di questa fase, ho iniziato a sentire il bisogno di fare qualcosa di più che stare semplicemente sul divano”.

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