Il difficile inizio d’anno di Lorenzo Musetti

Fallito l'obiettivo Australian Open con una inopinata sconfitta Lorenzo si è rituffato nel mondo dei challenger

Mettiamo subito le cose in chiaro : a 18 anni (ne compirà 19 tra un mese) i periodi negativi ci stanno e i campanelli d’allarme non possono e non devono essere rumorosi. Le sconfitte, anche quelle impreviste, fanno parte del processo di crescita e della maturazione, ma, e lo diciamo con molto dispiacere, l’inizio del 2021 per il nostro Lorenzo Musetti è molto deludente.

In realtà Lorenzo è reduce da una buonissima settimana in Turchia al challenger di Antalya 1 dove è arrivato in finale perdendo dallo spagnolo Jaume Munar. Forse una sconfitta dovuta anche alla stanchezza, Musetti è stato costretto anche ai doppi turni per via della pioggia ed onestamente in finale dopo aver vinto il primo set è crollato fisicamente.

Poco male, resta il dispiacere per non aver vinto un challenger e non aver conquistato qualche punto extra. Della sconfitta dell’altro giorno al primo turno del Challenger di Antalya 2 c’è poco da dire: il 18enne italiano ha pagato le fatiche e la frustrazione della settimana precedente, fermo restando che Leo Mayer è sempre una brutta gatta da pelare.

Dobbiamo anche dire che non deve essere stato facile mentalmente rituffarsi nel mondo dei challenger. Lui stesso al Sardegna Open qualche mese fa dichiarava che l’obiettivo per fine 2020 era di entrare nei 100-105 per non giocare le qualificazione a Melbourne, da lì in poi sostanzialmente sono arrivate solo sconfitte. Lui stesso aveva detto che sarebbero stati gli ultimi challenger che avrebbe giocato quelli di Parma ed Ortisei a fine anno. Non è andata così purtroppo.

Torniamo ad ottobre 2020 . Lorenzo è in forma smagliante. Le settimane precedenti aveva incantato tutti a Roma battendo Wawrinka e Nishikori, vinto il primo challenger a Forlì e riceve una wild card per l’ATP 250 di Sardegna. Gioca benissimo ed arriva in semifinale. Dopo aver vinto il primo set agevolmente contro Djere, Lorenzo comincia ad avere fastidi al gomito che lo portano al ritiro. Djere poi avrebbe vinto la finale su Cecchinato.

Cosa sarebbe successo senza quel problemino? Probabilmente avrebbe vinto il torneo, sarebbe entrato nei 100 ed ora saremmo stati in fibrillazione per il suo esordio negli slam. Invece, dopo il Sardegna open è costretto ad un breve riposo con l’obiettivo di giocare bene a Parma e Ortisei. Non andrà così e arrivano due sconfitte premature entrambe contro Roberto Marcora, la top 100 sfuma. L’uscita di scena al primo turno delle qualificazioni degli Australian Open contro l’olandese Botic van de Zandschulp completa il quadro negativo.

Questo è quello che è successo nell’ultimo periodo. Sicuramente non è facile gestire per un ragazzo così giovane una serie di risultati deludenti dopo aver fatto grandissime cose. Il suo coach Simone Tartarini sottolinea in una recente intervista che Lorenzo è molto nervoso e che la sconfitta nelle qualificazioni di Melbourne è stata una delusione. Ci sta, tutto normale.

Ma è solo nervosismo, delusione, sfiducia o c’è dell’altro? Non è che forse, al momento, e sottolineiamo al momento , Musetti su cemento veloce non vale il Musetti su terra?

Vediamo alcuni numeri. Dal post Lockdown il 18enne Toscano ha giocato tantissimo e bene su terra battuta ,ma poco e male sul veloce. Sul mattone tritato il record dice 24 vittorie e 8 sconfitte. Un challenger vinto a Forlì, una semifinale ATP 250, ottavi in un master 1000 battendo Wawrinka e Nishikori. Sul cemento : due sole partite vinte nei tre challenger a Parma , Ortisei e Istanbul. Sconfitto due volte da Marcora e una nettamente dal francese Bonzi. Poi la sconfitta al primo turno della qualificazioni contro van den Zandschulp. Fanno due vittorie e quattro sconfitte totali. Troppo poco.

Questi numeri suggeriscono che sulla terra sembra già molto competitivo mentre su cemento no.
Certamente Musetti ha qualche piccola difficoltà tecnica che sul veloce viene ingigantita : apertura un po’ troppo ampia sul dritto, posizione in campo che tende ad allontarsi dalla riga di fondo ed una tendenza a rispondere da lontano che lo porta a non essere molto incisivo in risposta.

Ma quindi stiamo sostenendo che Lorenzo sia un terraiolo? Assolutamente no. Ricordiamoci che da Junior i suoi migliori risultati li ha ottenuti su cemento con la finale allo Us Open persa contro il brasiliano Seyboth Wild (Lorenzo aveva due anni meno del suo avversario) e la vittoria agli Australian Open. I colpi e la tecnica per giocare benissimo lì sopra ci sono e non c’è nessun dubbio che sul veloce otterrà ottimi risultati. Quello che forse possiamo dire è che l’aver giocato tanto, tantissimo e quasi esclusivamente su terra da agosto in poi può avergli fatto perdere alcuni automatismi che vanno ritrovati al più presto.

Che poi detto sinceramente, ma essere qui a fare le pulci ad un ragazzo italiano di 18 anni per qualche sconfitta inattesa è il segno tangibile del cambiamento dei tempi e dello splendido momento del nostro tennis. Fino a qualche anno fa sarebbe stato impossibile, abituati a decenni di vacche magre.
Ora siamo diventati insaziabili.

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