[tps_title]LUGLIO – La mistica finale di Wimbledon tra Inferi ed Empireo[/tps_title]
È il 14 luglio 2019. La data più importante del nostro viaggio, forse una delle più importanti della storia del tennis. Dopo 4 ore e 57, Djokovic punta lo sguardo al cielo, si tocca il petto. Non esagera, ricorda di essere a Wimbledon, ma proprio per questo ringrazia forse gli dei. L’hanno reso partecipe della più grande impresa, o anche il più grande dramma, dell’ultima decade tennistica. Ha appena vinto il suo quinto Wimbledon, 7-6(5) 1-6 7-6(4) 4-6 13-12(3) ai danni di Federer. Lo svizzero, prima della premiazione, si regge la testa, guarda giù, verso gli Inferi. La sua mente, probabilmente, è già lì. Per la prima volta in carriera, e per davvero, sembra voler sprofondare. Era avanti 8-7, 40-15, due match point a favore per aggiudicarsi il nono Wimbledon in carriera. Ma un dritto di poco largo, e un buon passante del serbo, hanno cambiato la storia. L’hanno riscritta per come la conosciamo oggi, una storia che né i due protagonisti, né noi tutti possiamo dimenticare.
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