Orgoglio Italia: i sei azzurri in top-100

©SEBASTIEN NOGIER/EPA/MAXPPP - epa04170002 Fabio Fognini of Italy reacts during his third round match against Jo-Wilfried Tsonga of France at the Monte-Carlo Rolex Masters tournament in Roquebrune Cap Martin, France, 17 April 2014. EPA/SEBASTIEN NOGIER (MaxPPP TagID: maxsportsfrtwo027393.jpg) [Photo via MaxPPP]

[tps_title]Segnali positivi?[/tps_title]

In fondo ci speravamo tutti, e alla fine siamo stati accontentati. L’Italia del tennis torna a poter vantare 6 tennisti nella tanto agognata top-100 della classifica mondiale. Nell’ordine Fognini n.27, Lorenzi n.33, Seppi n.85, Fabbiano n.93, Cecchinato n.97 e Giannessi n.99.

Fognini si conferma stabilmente numero 1 di Italia, ed è l’unico che può vantare, pur rigorosamente fra alti e bassi, qualche risultato da prima pagina in questo 2017. Per gli altri, a parte il povero Seppi in crisi più o meno nera, un anno importante per il raggiungimento (finalmente) di una costanza di rendimento fondamentale per accedere al tennis dei grandi. Soprattutto per Giannessi, delle cui ambizioni avevamo parlato ad inizio anno qui, e per Fabbiano, un risultato tanto inseguito, tanto sognato, tanto lottato e oggi finalmente raggiunto. Adesso però è importante per entrambi non accontentarsi, perchè le potenzialità ci sono per trasformare questa top-100 in una rampa di lancio per qualcosa di più importante.

Ma ripercorriamo insieme le tappe che li hanno portati fin qua.

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Fabio Fognini
Fabio Fognini

Per il Fabione nazionale, questa seconda parte di 2017 è stata necessariamente messa in secondo piano per l’arrivo del primo “erede” Federico, da mamma Flavia Pennetta. Ma nella prima parte di stagione ci aveva fatto esaltare in più di una occasione, a partire dal primo turno di Coppa Davis, dove, dopo una rimonta al cardiopalma sotto 2 set a 0 contro Pella, era riuscito a regalare il punto decisivo agli azzurri contro i campioni in carica dell’Argentina. Per arrivare poi alla prima semifinale per un italiano al Master 1000 di Miami (e seconda personale dopo Monte Carlo 2014) e una serie di buoni risultati sparsi nei primi tornei dell’anno, complice una per lui inusuale serenità in campo. A Roma arriva poi un’altra storica vittoria contro il numero 1 del mondo e detentore del titolo Andy Murray, salvo poi cedere al turno successivo (il terzo) al futuro vincitore del torneo, Alexander Zverev. Nei percorsi di Indian Wells e Miami poi, si prende lo sfizio di mandare a casa giocatori del calibro di Tsonga e Nishikori. Diventa inevitabile un rientro nei primi top-30 dopo quasi un anno, ristabilendosi al numero 27.

 

[tps_title]Paolo Lorenzi[/tps_title]

Lorenzi invece cede lo scettro di numero 1 d’Italia ottenuto a fine 2016, ma nonostante questo riesce a migliorare il proprio ranking e chiude in questi giorni al numero 33, suo best ranking personale, nonostante in mezzo alla stagione sia stato costretto a qualche forfait per fastidi fisici, fra cui proprio al Master 1000 di Roma. La soddisfazione più importante era arrivata in Sud America, all’Ecuador Open, dove arriva in finale e, pur cedendo al campione in carica Burgos in una finale tiratissima e con molti rimpianti, in semifinale batte nettamente Albert-Ramos Vinolas. Il resto della stagione è un po’ avaro e si ritrova qualche volta di troppo fuori dai tornei già dai primi turni. Avanza qualche turno a Marrakech e a Budapest, e al Roland Garros arriva finalmente la sua prima vittoria in carriera contro Berankis, salvo poi uscire al turno successivo. Proprio nei giorni scorsi, vince il torneo di Caltanissetta, di cui era detentore.

Paolo Lorenzi

[tps_title]Andreas Seppi[/tps_title]

Andreas Seppi

Per Seppi la stagione inizia col botto, condita dagli ottavi di finale agli Australian Open, durante i quali con una storia rimonta i due set di svantaggio e estromette al secondo turno l’aussie Nick Kyrgios idolo di casa, ma esce al turno successivo contro il favorito Wawrinka, pur vendendo cara la pelle. Da lì però, a parte la vittoria in Davis contro l’Argentina, sarà il buio. Precipita presto di posizioni, perchè arrivano tante uscite ai primi turni, di cui si perde presto il conto, e non riesce ad avanzare neanche attraverso le qualificazioni (a Monte Carlo) né grazie a wild card (a Roma). A Parigi esce nel derby italiano contro Fognini al secondo turno, ma il bilancio della stagione sul rosso è decisamente fallimentare. Purtroppo però questi cattivi risultati sono uno strascico dalla scorsa stagione, e purtroppo non fanno ben sperare per l’altoatesino, che alla soglia dei 34 anni sembra non riuscire più a ristabilirsi sugli standard fisici delle passate stagioni.

[tps_title]Thomas Fabbiano[/tps_title]

Thomas Fabbiano

La rincorsa di Fabbiano alla top-100 arriva invece da assai più lontano, e si può parlare di una seconda prima volta. La prima infatti era arrivata lo scorso anno, al numero 98, ma era coincisa appena raggiunta con una cocente delusione a Wimbledon, dove, pur non avendo passato le qualificazioni, per la prima volta da qualche decennio a nessun lucky looser veniva concesso l’ingresso il tabellone. Da qui il desiderio di rivalsa, si è trasformato in una eccessiva foga e in qualche dichiarazione forse troppo ambiziosa di poter arrivare in top-50 ed entrare direttamente in tabellone a Wimbledon. Quest’ambizione comunque, nonostante nuove delusioni e la uscita prematura dai primi 100, ha dato i suoi frutti sulla distanza, e dopo una buona trasferta orientale condita da 3 titoli Challenger (uno in Cina e due in Corea) questa primavera, e ha consentito il rientro prepotente e dalla finestra nella top-100, con best ranking personale, attualmente al numero 93.

[tps_title]Marco Cecchinato[/tps_title]

Marco Cecchinato

Per Cecchinato, il più giovane della banda italiana – classe 1992 – a differenza dei poco più che coetanei Fabbiano e Giannessi, la top 100 era arrivata già nel 2015 a 23 anni, dopo un’estate infuocata fittissima di tornei giocati e portati avanti con successo (saranno 5 le semifinali Challenger in due mesi a proiettarlo in alto), e arrivando a giocarsi a fine anno l’ATP Challenger Tour Finals. Anche nel 2016 e nel 2017 rimane maggiormente in orbita Challenger, portandosi a casa due titoli, e diverse semifinali, ma quasi nulla in tornei più importanti. Pur potendo accedere ai tabelloni principali infatti, molto raramente riesce ad avanzare qualche turno. Nonostante anche qualche problemino giudiziario per presunte partite truccate, accusa della quale ne è uscito per vizio di forma del provvedimento di indagine, è riuscito comunque a mantenere abbastanza serenità per competere nella categoria in cui sente di poter far meglio attualmente. Il tempo c’è e, considerato quanto il tennis è sempre più “un gioco per vecchi”, col tempo potrà puntare più in alto.

[tps_title]Alessandro Giannessi[/tps_title]

Alessandro Giannessi

Per Giannessi, un risultato che rende particolarmente soddisfatti. La sua favola comincia infatti dalla periferia del tennis italiano, a Tirrenia, in un centro sportivo praticamente nuovo di pacca (inaugurato nel 2004), di cui rappresenta il principale “prodotto” sportivo in uscita. Una bella storia anche per tutte le difficoltà incontrate durante il tragitto, a partire dai lunghi e gravi infortuni che si sono presi la scena a più riprese nella carriera del giovane Giannessi. La top-100 era il sogno che alla fine è stato meritatamente coronato. In particolare per lui vale un discorso accennato in precedenza: questa top-100 ora deve essere un trampolino di lancio per qualcosa di più importante, perchè i margini ci sono tutti. Fra i pari età infatti, Giannessi era forse quello da cui ci saremmo aspettati una maggiore precocità di risultati, purtroppo frenata da i già citati infortuni. Il risultato più importante in stagione arriva in terra sudamericana, dove, passato dalle qualificazioni all’Argentina Open, arriva agli ottavi, e, con due finali Challenger fra Aprile e Giugno, gli consente l’accesso ai grandi del tennis.

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