Roland Garros 2018: cosa aspettarci dai Next Gen?

Per i "ragazzini terribili" della nuova generazione, Parigi rappresenta un'importante prova di maturita'. Ma quanto avanti potranno spingersi, nel secondo Slam stagionale, le future promesse del tennis mondiale?

Il Roland Garros 2018, secondo torneo del Grande Slam della stagione, e’ iniziato gia’ dalla mattinata di ieri (il main draw).  Al via quasi tutti i migliori tennisti del circuito ATP, inclusi i Next Gen, ossia i giovani tennisti sotto i 22 anni che sono riusciti ad accedere, per via diretta o tramite le qualificazioni, al tabellone principale a 128 giocatori. Ma chi fra loro potrà, forse, compiere un exploit di qualità nello Slam parigino? E quanto avanti potranno spingersi questi ragazzi in queste due settimane?

Per rispondere alla prima domanda, ci viene incontro la Race to Milan, che recita: Zverev, Shapovalov, Tsitsipas, Tiafoe nelle prime 4 posizioni, con Sascha Zverev ben saldo al comando (è attualmente in testa anche nella Race to London). Sascha, malgrado i 21 anni, è ormai quasi un veterano dei tornei importanti, avendo già nel palmares 5 finali e 3 titoli nei Masters 1000, e tre finali consecutive sulla terra raggiunte quest’anno: Madrid, vinta, Roma, persa, più il titolo nel 250 di Monaco. Ben saldo al n. 3 del mondo, tuttavia fino a questo punto della carriera, il più giovane dei fratelli Zverev non è ancora riuscito ad avere un vero acuto nei tornei dello Slam (miglior risultato gli ottavi a Wimbledon 2017), ed in particolare sulla terra parigina non si è spinto oltre il terzo turno, e un anno fa è stato eliminato al primo incontro. Da lui, testa di serie n. 2 del torneo, dato il talento, la classifica e i risultati sulla terra ottenuti quest’anno, ci si aspetta sicuramente un risultato di rilievo, e in effetti il suo inizio è stato decisamente promettente: 6/1 6/1 6/2 a Berankis al primo turno in soli 69 minuti. Come inizio non c’è per niente male.

Sascha Zverev, ha vinto facilmente il primo turno contro Berankis
Sascha Zverev, ha vinto facilmente il primo turno contro Berankis

Veniamo agli altri tre, per cui si può fare un discorso di insieme. Sicuramente sia Shapovalov che Tsitsipas che Tiafoe hanno fatto dei passi da gigante rispetto a un anno fa, quando ancora veleggiavano in posizioni che non garantivano loro l’accesso ai main draw dei tornei principali, e spesso e volentieri giocavano i tornei Challenger. Se si guarda la loro situazione attuale, si trova il giovane canadese al n. 25 del ranking e testa di serie n. 25 del torneo, il coetaneo greco al n. 39 del mondo, e il 20enne americano al n. 58. Inoltre,  questi ragazzi hanno già dimostrato nel 2018 il loro valore sulla terra a suon di buoni risultati, ottenuti anche contro tennisti più quotati. Di Shapovalov ricordiamo la splendida qualificazione per la semifinale nel Masters 1000 di Madrid, di Tsitsipas la finale nell’ATP 500 di Barcellona, e di Tiafoe la finale ad Estoril, torneo ATP 250. Dunque, sulla carta, questi ragazzi avrebbero tutti i numeri per spingersi lontano in quel di Parigi. Ma allora, cosa potrebbe impedire che ciò accada, a parte il trovarsi di fronte un avversario quel giorno più bravo? La giovane età, e la componente psicologica ad essa concatenata, giocheranno sicuramente un ruolo fondamentale. Vediamo il perchè, secondo noi.

Denis Shapovalov, 19 anni
Denis Shapovalov, 19 anni

Innanzitutto, il palcoscenico prestigioso. Diciamocelo chiaro, un torneo del Grande Slam non è come gli altri tornei, ed il Roland Garros è il campionato del mondo su terra battuta. Non importa se giochi sul campo n. 18 con meno gente a vederti giocare che nella finale di un Challenger: uno Slam resta uno Slam, e questo, nella mente di un giovane tennista, può a volte bastare per giocare brutti scherzi, fare aumentare la tensione nervosa o fare venire il cosiddetto “braccino”, compromettendone la prestazione.

Poi c’è la componente, anch’essa fondamentale, dei match al meglio dei 5 set. Non so dirvi con certezza quanti match 3 set su 5 abbiano fino ad ora giocato questi ragazzi nella loro ancora giovane carriera, ma comunque sono molto pochi, molti meno rispetto ai loro più anziani colleghi. Fra i primi 100 giocatori del mondo, ce ne sono molti che giocano nei tornei del Grande Slam da un decennio buono o più, pur non avendo magari prodotto nessun acuto di rilievo. Ma solo per questo motivo, hanno dalla loro più esperienza nell’affrontare un match al meglio dei 5 set, a livello di dispendio di energie fisiche e mentali. Per cui, se i Next Gen ci hanno già abituato a giocarsela con i migliori al meglio dei 3 set, non possiamo dare per scontato che lo stesso avvenga anche quando il match è al meglio dei 5 parziali. Non dobbiamo sorprenderci se, ad esempio, un Istomin o un Kukushkin (memorabili i suoi incontri finiti al quinto set contro Seppi) riescano ad estromettere dal torneo una di queste giovani promesse del tennis mondiale, solo per la maggiore esperienza nel particolare tipo di situazione.

Frances Tiafoe l'anno scorso al Roland Garros nel match contro Fognini
Frances Tiafoe l’anno scorso al Roland Garros nel match contro Fognini

Se si esclude Shapovalov, che lo scorso anno è stato bravissimo a raggiungere il quarto turno agli U.S. Open, Tsitsipas ha giocato fino ad oggi solo 4 match nei major, e oggi Stefanos ha finalmente vinto il suo primo incontro ufficiale in uno Slam, sconfiggendo lo spagnolo Taberner in 4 set, ma non senza aver sofferto nei primi due. Discorso molto simile per Tiafoe, che rispetto ai due più giovani colleghi ha giocato più match negli Slam, avendo come miglior risultato due secondi turni lo scorso anno. Mentre scrivo, il simpatico Frances ha perso per 6/1 6/2 i primi due set contro Sam Querrey, testa di serie n. 12 ma di certo non irresistibile sulla terra. L’analisi ovviamente si estende anche agli altri under 22 in tabellone, da cui ci si può aspettare ancora di tutto, dalla vittoria splendida alla cocente sconfitta in 3 set, esattamente per le motivazioni elencate poc’anzi. Se infatti, almeno fino a questo momento, il match di Tiafoe costituisce un esempio “al negativo”, dall’altro lato, Corentin Moutet (wild card locale) e  Jaume Munar hanno compiuto una piccola impresa superando il primo turno (Munar ha sconfitto David Ferrer dopo 5 set di maratona).

In conclusione, pur essendo sicuri di vedere fra non molto tempo questi talentuosi ragazzi duellare nelle finali Slam, non dobbiamo ancora, forse, avere troppe aspettative su una loro cavalcata fino alle fasi finali di questi tornei, così prestigiosi e affascinanti ma anche così diversi dagli altri. Ma di una cosa siamo certi: i ragazzini terribili della Next Gen stanno crescendo, e bene. Facciamo il tifo per loro e godiamoci questi loro primi passi nel mondo del tennis che conta davvero, stando certi che scaleranno la vetta.

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