Sinner e Piatti: “Ci concentriamo sul lavoro atletico. Giovani possono usare stop per migliorare”

In una simpatica intervista a tre con Marco Montemagno, Jannik Sinner e l'allenatore Riccardo Piatti parlano del lavoro che stanno facendo durante lo stop forzato, del loro rapporto e dei progetti per il futuro.

è ormai ufficiale, insieme alla cancellazione dell’edizione di Wimbledon 2020, la sospensione del circuito ATP fino al 13 luglio. In questo difficile momento di lontananza dai campi e di forzata astinenza dal tennis giocato, tutti gli atleti, sia i giovani che i più esperti, devono riorganizzare il loro allenamento e rivedere completamente le loro abitudini. Proprio questo sta facendo, come tutti, anche la promessa italiana Jannik Sinner che, insieme al suo allenatore Riccardo Piatti, ha rivelato durante una chiacchierata in diretta con Marco Montemagno come sta affrontando questo particolare periodo e non solo: nella divertente video-intervista, il tennista altoatesino e il suo coach hanno dato vita a simpatiche gag e rivelato particolari sul loro rapporto e sui progetti per il futuro.
Durante la lunga chiacchierata con Montemagno, Piatti ha raccontato di aver visto per la prima volta giocare di sfuggita Jannik, notandolo soprattutto per la chioma rossa, a Milano, quando il ragazzo aveva ancora 12-13 anni. Successivamente, i genitori di Jannik lo avevano portato a Bordighera nel centro dell’allenatore, il quale “dopo mezz’ora aveva già scelto di adottarlo tennisticamente”. A 14 anni Jannik si è così trasferito a Bordighera ed è stato inserito dal coach nella famiglia di uno dei suoi allenatori, in modo che potesse crescere e non sentire troppo la mancanza di casa. Insieme all’allenatore, Sinner passa poi a parlare del particolare periodo e di cosa sta facendo in questo momento di sospensione del circuito e di lontananza dai campi: “Siamo entrambi a Monaco, in quarantena, con le stesse regole che ci sono in Italia. Sono in casa e mi sto concentrando tanto sul lavoro atletico. Facciamo quello che possiamo, ogni tanto come Roger, gioco contro il muro. Tenersi in forma è fondamentale. Noi giocatori giovani possiamo vivere questo come un momento in cui migliorare” Piatti aggiunge: “I giocatori, durante questo stop si dividono in tre fasce: i giovani lo possono vedere come una possibilità di crescita; i giocatori di livello intermedio possono perdere un po’ la motivazione in assenza dei tornei; i grandi come Federer, Nadal e Djokovic hanno l’esperienza per poter tornare al massimo. Per quanto riguarda Jannik, Ho cercato di riempirgli la giornata, uno come lui è difficile da tener fermo, ha bisogno di muoversi. Il preparatore atletico sta nell’appartamento vicino al suo e ogni tanto ci vediamo in modo che lui possa continuare la sua preparazione. Deve crescere e migliorare molto: si può vedere che il fisico sta crescendo, i suoi pettorali stanno aumentando”. Proprio ad un commento sul suo fisico “acerbo”, Jannik ha detto ridendo: “Sto migliorando. Finita la quarantena avrò due bicipiti incredibili. Scherzi a parte, il mio fisico molto minuto soprattutto in passato è stato anche una fortuna dal momento che questo mi ha costretto ad imparare a giocare bene a tennis per poter vincere. Gli altri potevano contare sul gioco fisico, io dovevo trovare un’altra soluzione ed era quella di rubare il tempo, entrare sulla palla”.

Piatti ha poi fatto un ritratto del suo giocatore a 360° gradi, sottolineando le sue caratteristiche, ma anche i miglioramenti che vuole apportare al suo gioco: “Jannik ha una propensione a comandare il punto, ad imporre il suo gioco e non aspettare l’errore dell’altro. Per questo vorrei che migliorasse il servizio e il gioco al volo, il back ecc. Colpisce la palla molto bene, gli manca com’è ovvio l’esperienza durante la partita. […] Siccome era un progetto importante, l’idea è sempre stata quella di farlo giocare con i più grandi. Per questo vive il fatto di trovarsi a giocare con i grandi in maniera molto tranquilla. Ha una testa molto forte e credo che questo sia dovuto anche allo sci, dove nel breve tempo di una discesa devi essere concentrato al massimo. Jannik comunque ha anche una forte personalità, è molto esigente e questo mi piace molto di lui.” Sinner ha confermato: “Sono uno molto pignolo nella preparazione, non è sempre facile lavorare con me. In campo, cerco di ascoltare i suggerimenti, ma faccio sempre quello che mi sento. Mi danno molte informazioni, ma poi devo essere intelligente e non concentrarmi su quei dati perdendo tutto il resto.” Piatti ha poi ribadito anche l’importanza del lavoro atletico su un fisico in evoluzione anche a livello di prevenzione degli infortuni; il coach ha ripetuto che il giovane altoatesino avrà bisogno di altri 2-3 per arrivare al top. Alla domanda sulla superficie e torneo preferiti, Jannik risponde: “Per quanto riguarda la superficie dico il cemento indoor. Per il torneo invece Roma, da italiano l’anno scorso è stato bellissimo giocarci.”                                                                                                                                                                                                   

Qui l’intervista completa a Sinner e Piatti:

 

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