Serena Williams, il capolinea è ancora lontano

Forfait nella stagione asiatica, Finals in dubbio, ma l'americana ha ancora qualche speranza di arrotondare la cifra degli Slam nella prossima stagione, alla soglia dei 35 anni

Quest’anno Serena ha accolto una nuova sfida: arrivare a fine anno con meno tornei giocati di Roger Federer. È una sfida ardua, quasi impossibile, ma lei, da grande campionessa quale è, ce la sta mettendo tutta.

DEJA VU – Ennesimo ritiro dunque per quella che è (mi perdonino i filo-tedeschi seguaci del terzino Kerber), a tutti gli effetti, la regina del tennis mondiale, ultimamente dedita più alle passerelle che al campo da tennis. Il motivo sembrano essere i numerosi infortuni che dall’inizio della stagione la perseguitano, dopo aver già superato, lo scorso anno, depressione da ragazza emo anni novanta che, dopo la sconfitta subita dalla Vinci ormai narrata persino dalla Bibbia, l’aveva lasciata fuori dai campi per tutto il resto della stagione, senza un apparente motivo.

ULTIMA CHANCE – Serena tra due giorni spegnerà trentacinque candeline, non certo un numero indifferente. Ovviamente rimane la più forte, senza se e senza ma. Nulla possono, se incontrata nella giornata giusta, le varie Muguruza, Kerber, Halep ecc. rassegnatesi ormai all’eterno ruolo di comprimarie (Halep nemmeno quello, ma è un altro discorso). La stagione 2017, per la Williams, rappresenta però probabilmente l’ultima possibilità per provare (o continuare) a vincere in maniera costante, preservando il suo fisico centellinando gli impegni (come d’altronde già fatto quest’anno) e concentrando i picchi di rendimento nelle prove Slam, ormai unici suoi veri obiettivi.

PREVISIONE – Essendo dunque io assoluto maestro di previsioni, intendo incrementare ancora di più il mio record, pronosticando la prossima stagione di Serena. 1/2 Slam in cassaforte, ritorno al numero uno ed uscita di scena a Singapore sotto i riflettori, con salto mortale e doppio avvitamento, che, per effetto domino, scatenerà violenti terremoti in tutto il resto del globo terraqueo. È inutile attaccarsi al doping, al servizio (gli ottusi espertoni la definiscono “uomo” per le velocità raggiunte, hanno mai visto giocare la Lisicki? Mistero…), al “eh ma è solo potenza”. Serena è semplicemente la più forte e, senza di lei, lo spettacolo manca. Accettatelo.

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