26 gennaio 2020

Giorni roventi e di copiose polemiche imperversano tra la maggior parte dei tennisti giunti in Australia per il primo Slam dell’anno. Volandri è il nuovo capitano della squadra azzurra di Coppa Davis; Kyrgios continua a proferire parole poco gentili verso i suoi colleghi. Situazione variegata e rovente, il cui confronto con lo stesso periodo dello scorso anno sembra parlare di due pianeti lontani anni luce.

Il 26 gennaio 2020, per motivi diversi, è stato un giorno immensamente triste per lo sport ad ogni livello e forma. Una tremenda tragedia portava via quel fenomeno di Kobe Bryant e la sua piccola figlioletta Gianna, oltre a tutte le persone che viaggiavano a bordo di quell’elicottero precipitato probabilmente a causa di una fittissima nebbia. Il cordoglio per quell’immane disgrazia fu enorme e coinvolse tantissimi tennisti, su tutti proprio Kyrgios, grande sostenitore della star NBA, che decise di disputare una serie di partite con l’inconfondibile canotta del campione dei Lakers.

Un anno fa, esattamente domenica 26 gennaio 2020, erano già in corso gli Australian Open, conquistati poi dal solito Djokovic in una finale devastante contro Thiem. E proprio il serbo demoliva le certezze di Diego Schwartzman, rispedendolo in Argentina con un secco 3-0, mentre Federer invece faceva tremare i suoi tifosi lasciando il primo set nelle mani di Martin Fucsovics, salvo poi lasciare solo cinque giochi al suo avversario. Era anche il giorno di Fabio Fognini in una delle più grandi occasioni della sua carriera per arrivare alla seconda settimana dello Slam autraliano. Il cammino del ligure si interrompeva davanti alla solidità di quel Tennys Sandgren che costringerà poi Federer ad una rimonta di nervi ed esperienza che noi tutti ricordiamo. Il match forse più interessante sulla carta passava invece in sordina: Raonic b. Cilic 6-4 6-3 7-5. Nel femminile era invece il giorno di Ashleig Barty ma soprattutto di Petra Kvitova, capace di tornare alla ribalta abbattendo tutto il suo talento e la sua forza contro Maria Sakkari.

Tennys Sandgren

Un anno dopo, nel pieno imperversare della pandemia, è tutto molto incerto. Manca Federer, questo è sicuro, ed è già una brutta notizia. Non vedremo nemmeno Andy Murray, ancora alle prese con le sue grosse difficoltà fisiche. La voglia di guardare del buon tennis è sempre molto alta ma dovremo aspettare la fine del periodo di quarantena degli atleti per provare a capire qualcosa in più sulle loro condizioni fisiche e mentali.

Un anno dopo, però, è sempre il Kobe-day: forza Kobe, ovunque tu sia.

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