Tsitsipas-Kyrgios, beati noi che l’abbiamo vista!

Non capita tutte le settimane di assistere ad un match che tenga incollati alla televisione. La semifinale di Washington è stato uno di questi. Alla fine trionfa la follia di Nick, ma onore ad entrambi per oltre due ore di spettacolo.

Molti di voi avranno pensato: “Sono sveglio dalle otto di stamattina e sto morendo di sonno. Cosa rimango sveglio a fare che se Kyrgios non è in serata perde facilmente ed io perdo un’ora di sonno?”

Ragionamento più che condivisibile, se non fosse che Kyrgios è unico ed imprevedibile, ragion per cui lasciarsi scappare l’occasione di vederlo all’opera è assolutamente sconsigliato.

È l’una di notte e siamo io, la televisione, il divano e l’incredibile euforia di stare per assistere ad un match che promette scintille e che non mi permetterà di alzarmi neppure per andare in bagno. Pronti, partenza, via ed ecco che le aspettative non vengono tradite: l’australiano infatti si esibisce nel primo tweener dopo appena due punti. A dir la verità Nick gioca un primo set pressoché perfetto, servendo in maniera clamorosa – più che i 7 aces desta scalpore il solo punto perso su ben 15 prime in campo – e riuscendo a difendere senza problemi il break ottenuto in avvio ai danni di un greco un po’ intimorito ed anche un po’ spaesato. Nel frattempo, Kyrgios trova anche il tempo per il solito show, rubando la scena a tutto e tutti con colpi spettacolari. Tra i più impressionanti ricordiamo uno smash al volo scagliato a velocità non rilevabile con il quale ha chiuso il primo set, un dritto in salto fintato che poi è diventato una palla corta, il quale tra l’altro gli ha consegnato il break, ed infine, dopo aver tenuto il servizio vincendo il punto nei pressi della rete, si è avvicinato alle tribune ed ha iniziato a dare il cinque a tutti gli spettatori presenti nelle prime file. Non ho idea di cosa possa aver pensato mio fratello nell’altra stanza sentendo i miei versi di approvazione e di entusiasmo.

La seconda frazione inizia sulla falsa riga della precedente ed è subito Kyrgios a portarsi in vantaggio, breakkando ancora il suo avversario in apertura di set e dando l’impressione di essere in totale controllo delle operazioni. Avanti di un set e di un break e con il suo avversario piuttosto in confusione, ecco però che si riscopre il lato oscuro dell’australiano: proprio nel momento in cui Tsitsipas si rende, per la prima volta nell’incontro, pericoloso in risposta, Kyrgios si infuria sostenendo che qualcuno tra il pubblico parli, o comunque lo disturbi con dei gemiti, mentre lui sta servendo, tra la prima e la seconda. Morale della favola: racchetta rotta, warning, penalty point, sputo e set buttato via senza nemmeno provarci. Nick infatti passa diversi games a lamentarsi con il pubblico e con il suo angolo, senza neanche tentare di rispondere alla battute di un infastidito Tsitsipas, rimediando persino un avvertimento per impiegare troppo tempo tra una risposta e l’altra, non rispettando il ritmo del battitore. Kyrgios che riceve un warning per violazione di tempo. No, non è uno scherzo. Alla fine il parziale scema nelle mani della testa di serie numero uno, che porta la sfida al terzo set.

Nei primi games del terzo set, a sorpresa, non è il tennis a prendersi la scena bensì le scarpe, più in particolare i lacci, di Tsitsipas. Il greco è infatti alle prese con questo problema da giorni – ecco la risposta di Paire ieri – e ad ogni cambio campo la situazione si ripropone. Indovinate un po’ chi ha la brillante idea di sdrammatizzare, ingannando l’estenuante attesa? Proprio lui, Nick Kyrgios, che pensa bene di prendere le scarpe dall’angolo del suo compagno di doppio – almeno per questo torneo – e di portargliele in panchina, inginocchiandosi nel momento di porgergliele, riuscendo persino a strappare una risata a Stefanos.

L’australiano, intanto, prova a dare spettacolo anche quando non dovrebbe ma, dopo aver scampato il pericolo di due palle break nel quinto gioco, decide di non esagerare e di limitarsi ad un tennis che badi più alla sostanza che non al resto. Tranquilli, non vi stiamo dicendo che è diventato normale, anzi proprio quando la situazione stava diventando troppo “seria” ha tirato fuori dal cilindro una strepitosa volée no look prima di chiudere il punto con un altro colpo no look. Senza break o ulteriori chances di break, si giunge al tie-break. Ho per caso detto ”break”? Qui, l’australiano parte subito forte, portandosi prima sul 4-1 e poi sul 5-1 con un punto che ha reso necessario strofinarsi gli occhi per realizzare quanto accaduto. Nick a due punti dal match, partita finita? Neanche per sogno. Kyrgios infatti perde ben cinque punti consecutivi – merito di Tsitsipas, che ne vince la maggior parte, benché il doppio fallo con la seconda tirato a oltre 120 miglia orarie non sia stato commesso dal greco – e concede un match point al suo avversario. Il servizio gli dà una grossa mano e gli consente di issarsi sul 7-6; Tsitsipas pareggia sul 7 pari, ma poi viene tradito dai suoi colpi ed offre una palla match al tennista di Canberra, che potrà convertirla con il proprio servizio. Come nella sfida di ieri contro Gombos, il pazzo Nick chiede consiglio ad uno spettatore riguardo dove servire e, morale della favola: l’accoppiata servizio e dritto consegna a Kyrgios il match, scatenando l’esultanza della folla e regalando al tifoso una calorosa stretta di mano con l’aussie. Dopo due ore e otto minuti si conclude una sfida bellissima, vinta dal giocatore più coraggioso, ma anche più folle. Perché si sa che la follia rende sani di mente.

Siamo rimasti sempre io, la televisione e il divano – che durante queste due ore mi ha sfidato parecchie volte, ma i miei occhi hanno sempre reagito bene – ma invece dell’euforia c’è il sorriso stampato sulla mia faccia per aver assistito ad una sfida che mi ha ricordato per quale motivo amo il tennis. Non nascondo che mi dispiaccia per Tsitsipas, ma in queste settimane in cui Kyrgios è in stato di grazia, l’unico che può batterlo è lui stesso – e in semi c’è quasi riuscito.

Ah, oggi alle 23 la finale con Medvedev. Sappiamo tutti com’è andata a finire a Roma. Non perdetevela!

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