Auguri, Jennifer!

Il 29 marzo del 1976 nasceva a New York Jennifer Marie Capriati, teenager della porta accanto che è cresciuta sotto gli occhi di tutti. Figlia di uno stuntman italiano e di un’assistente di volo, Jennifer all’età di tre anni ebbe in regalo una racchetta, iniziando ad ottenere lezioni di tennis dal papà Stefano. Ben presto però ci si accorse del grande talento dell’americana, che a 4 anni impressionò John Evert( padre dell’ ex.1 Chris), che iniziò a farle da coach nella sua accademia. Tutti credevano che la bambina prodigio del tennis americano, sarebbe potuta diventare una delle tenniste migliori al mondo. Nel 1989, all’età di 13 anni, divenne la più giovane campionessa del Roland Garros Juniores, aggiudicandosi pochi mesi dopo anche gli Us Open.
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La Capriati, la più giovane tennista di sempre a debuttare tra le professioniste, è stata accolta con travolgenti aspettative dal mondo del tennis, dal pubblico e dai media fin dall’esordio al torneo di Boca Raton(Florida), nel quale si spinse fino alla finale. Le pressioni non derivano solo dal suo immenso potenziale, ma soprattutto perché Jennifer rappresentava la tennista statunitense più carismatica, dopo il ritiro di Chris Evert nel 1989. Egli infatti veniva etichettata come “la nuova Evert” o ” la regina del tennis”. Il suo coach, Tom Gullikson della U.S. Tennis Association,affermò: “Dal nostro punto di vista la Capriati è sembra ombra di dubbio la giovane professionista più talentuosa del mondo”. Jennifer, all’inizio della sua carriera, battè ogni record di precocità. Fu la più giovane ad entrare in top10( 14 anni e 8 mesi) e la più giovane semifinalista nella storia del Roland Garros (a 15 anni e 95 giorni).

Giorno dopo giorno, il suo livello di gioco cresceva sempre di più e aumentava la sua popolarità, diventando una vera e propria eroina del tennis femminile americano. Era impossibile per Jennifer continuare a vivere una vita normale. Tutti volevano dialogare con lei, tutti chiedevano foto e autografi .La famiglia permise ai media di intervistarla solo nelle conferenze post match, per evitare ogni tipo di distrazione. Si sa che la vita di un tennista professionista, seppur finanziariamente ricompensata, è davvero dura.La favola però continua: è il 2 Luglio del 1991 quando sul centrale dell’All England Lawn Tennis Club, sconfigge Martina Navratilova, prima di arrendersi a Gabriela Sabatini in semifinale.
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Nel 1992, nonostante qualcosa stesse cambiando, riuscì a vincere la medaglia d’oro alle olimpiadi di Barcellona, superando in finale Steffi Graf. Il 1993 è già alle porte, ad emergere è Monica Seles, che a venti anni aveva già messo in bacheca 8 slam e 3 Master. Il paragone divenne inevitabile e la sconfitta subita al primo turno degli Us Open dall’americana, non fa altro che rappresentare lo scenario ideale per cominciare a considerare la Capriati come una “promessa non mantenuta”.
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Il 93 è infatti l’anno del suo lento declino a causa di diversi infortuni, dei cattivi rapporti con il padre e del precoce impatto con il mondo dei professionisti. Nel 1995 balza addirittura agli onori della cronaca per i problemi di dipendenza alla droga, e per l’arresto per scippo e possesso di marijuana. Dopo 15 mesi di inattività la statunitense torna a giocare nel 1996, anno che si rivela ricco di difficoltà, che la fanno precipitare oltre la centesima posizione. Nel 1999, cinque anni e 6 mesi dopo il suo ultimo trionfo in un torneo, si impone a Strasburgo e a Quebec City. Il 2000 è l’anno della rinascita e della risalita a cui pochi credono fin dall’inizio. Jennifer però smentisce tutti, raggiungendo la semifinale agli Australian Open e tornando tra le prime 10 del mondo.

Le critiche ottenute  non fermano l’americana che nel 2001 si rende protagonista agli Australian Open e al Roland Garros, aggiudicandosi i due slam in finale rispettivamente su Martina Hingis e Kim Clijsters. Il 15 ottobre del 2001 Jennefir Capriati diventa n.1 del mondo. Probabilmente però la vittoria più importante della carriera risale al 26 gennaio del 2002, quando durante la finale degli Australian Open si trovò sotto di un set e 0-4 nel secondo contro la Hingis.
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 L’americana però salva 4 match point, regalandosi l’ultimo grande successo della sua carriera tennistica. L’ultimo match ufficiale disputato da Jennifer risale al 5 Novembre 2004, data in cui viene sconfitta dalla Zvonareva a Philadelphia. I tantissimi infortuni non le permettono più di scendere in campo, privando così il mondo del tennis di una spendida campionessa. “Per quanto potenti fossero i suoi colpi, il suo spirito combattivo era la sua arma migliore. Non importa quali ostacoli, quali sfide ci fossero sulla sua strada, Jennifer lottava, lottava e lottava. Più dei suoi incredibili record, più che il gioco potente che l’ha aiutata a farsi strada, è questa la sua eredità maggiore, che più di ogni altra le ha fatto guadagnare ammiratori e titoli” affermerà Monica Seles, sua grande amica.

La “fidanzatina d’america”, come la definisce la Seles, è stata probabilmente una delle poche a tenere testa alle sorelle Williams. La rivalità tra Serena Williams e Jennifer Capriati è stata una delle più emozionanti e discusse dei primi anni del 2000. Le due tenniste americane si sono confrontate in diciassette occasioni, di cui ben sette volte nei tornei del Grande Slam.La statunitense, che in carriera ha conquistato 14 titoli Wta( tra cui 3 tornei del Grande Slam), il 14 Luglio 2012 accoglie il suo ingresso nella International Tennis Hall of Fame, con un discorso davvero emozionante, con cui ha ringraziato tutti coloro che l’hanno appoggiata nel suo viaggio tennistico, fatto di cadute e trionfi. 
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 “Sono riuscita a superare diverse avversità, vincendo una medaglia d’oro, trionfando negli Slam, e stando sul podio presso la Hall of Fame “ha affermato la Capriati scoppiando in lacrime. “Questo risultato è una pietra miliare che non avrei mai pensato di raggiungere. È stata dura dover lasciare il tennis.È come quando una persona cara se ne va. C’è voluto del tempo per accettarlo e andare avanti. Il tennis mi ha dato tanto costringendomi ad affrontare molte sfide, dandomi gioie e dolori in campo e fuori. Grazie al tennis ho imparato come superare la paura e cosa significhi il lavoro duro. Mi ha insegnato cosa vuol dire amare sé stessi, l’accettazione e il perdono”.

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