Verso il 2020: perché puntare ancora su Roger Federer

Lo svizzero, nonostante le sue quasi 39 primavere, è ancora pronto a vestire i panni dell’attore protagonista e mai quelli della comparsa. Guai a darlo (di nuovo) per finito.

Basterebbe riguardare attentamente l’ultima finale di Wimbledon per rispondere a questo quesito. Senza andare indietro nel tempo e scomodare quelle epiche (non che questa non lo sia stata, anzi…) del 2007 con Nadal, quella della “prima resurrezione” del 2012 contro Murray o quella dell’ultimo trionfo sull’erba inglese contro Marin Cilic. Basterebbe tornare alle quattro ore e cinquantasette minuti di appena sei mesi fa, con quei due match point non sfruttati da Federer che hanno tolto il sonno a lui e ai rogeriani di tutto il mondo per parecchie notti.
Ma una volta sfogliato l’album dei ricordi perché anche il 2020 potrebbe essere un anno ricco di soddisfazioni per il quasi quarantenne campione di Basilea al di là del motivo più ovvio, ovvero il suo sconfinato talento?

Il rapporto con l’erba. Chi ha giocato tre delle ultime cinque finali di un torneo non può non partire tra i favoriti, se poi si guarda il modo in cui sono state giocate e si considera che quel toreo si chiama Wimbledon si passa dall’azzardo alla certezza. Il rapporto speciale tra Federer e l’erba è una delle poche certezze delle nostre vite e le difficoltà di molti avversari su questa superficie unica fanno il resto. Una bella figura a Wimbledon in stile 2019 già basterebbe per inserire Federer tra i protagonisti dell’anno che sta per iniziare.

Roger Federer a Wimbledon

Australian Open e non solo. Guardando al 2020, non bastasse quanto detto su Federer e l’erba (non dimentichiamoci di Halle che per come è strutturata la stagione su erba non può essere considerato un torneo minore) non possiamo non considerare quello che è successo negli ultimi anni nel primo Slam dell’anno (due vittorie nelle ultime tre edizioni degli Australian Open). Il torneo australiano è sicuramente il più amato da Federer dopo Wimbledon, o meglio è il più “adatto” in questa fase della sua carriera per superficie, condizione atletica e effetto sorpresa. A questo si aggiungono i due Maser 1000 sul cemento americano di marzo e aprile che anche nel 2019 hanno visto Federer assoluto protagonista con due finali su due e vittoria a Miami. Ipotizzare un crollo totale in tutti questi tornei sembra impossibile e Federer ha dimostrato con i fatti che non farà mai delle comparsate.

La concorrenza. Detto che il talento di Federer è ineguagliabile anche a quarant’anni non possiamo non parlare di chi si trova dall’altra parte della rete. A parte i soliti noti, negli anni abbiamo visto scomparire sotto i colpi dei “Big Trhee” almeno due “Nex Gen”. È vero che il 2019 ha lanciato dei segnali importanti che oggi ci sembrano indelebili (due a caso Tsitsipas e Medvedev) ma è altrettanto vero che anche il 2018 ne aveva lanciati alcuni (altri due a caso Zverev e Khacanov) e un anno dopo siamo ancora qua a fare gli stessi discorsi con i quattro Slam dell’anno appena trascorso spartiti tra i soliti noti a dimostrazione di quanto sia difficile essere continui e competitivi in questo sport.

Roger Federer al servizio durante il Masters 1000 di Miami di quest’anno

Metà anno. Mettiamocelo bene in testa, da ormai qualche stagione il Federer competitivo ad altissimi livelli si esaurisce quasi completamente con sull’erba Wimbledon. Evidente che su questo suo rendimento influiscano inesorabilmente le sue trentanove primavere e le logiche scelte legate alla preparazione atletica per arrivare al top proprio per il tanto amato torneo londinese. Il resto dell’anno si assiste ad un Federer meno centrato e pimpante (male nei tornei nord americani), capace si di exploit che potrebbe concederci anche a settant’anni, ma sicuramente meno competitivo nei tornei che contano. Sarà interessante capire quale sarà la sua preparazione in vista delle Olimpiadi di Tokio (luglio 2020) per rincorrere quella medaglia d’oro olimpica, unico tassello mancate della sua abbagliante bacheca.

Insomma, un Federer che si appresta a vivere un 2020 supportato ancora da grandi certezze che sono poi le stesse che lo hanno accompagnato per tutta la carriera, alcune maggiori oggi di qualche anno fa: il talento in campo e i numeri delle sue prestazioni. Un giorno inesorabilmente scorreranno i titoli di coda di questo fantastico film ma se si parla di certezze la nostra è quella di vederlo ancora e per sempre nei panni dell’attore protagonista e mai in quelli della comparsa.

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