Il tennis riparte: parola di Feliciano Lopez, direttore del torneo di Madrid e non solo

Feliciano Lopez al lavoro per portare pubblico sugli spalti del Master 1000 di Madrid. La situazione in evoluzione negli Stati Uniti.

Feliciano Lopez è il numero 56 delle classifiche ATP, ma è anche il direttore del torneo di Madrid che quest’anno si giocherà la settimana sucessiva allo Us Open (14-20 settembre). In questi giorni il “ragazzo” classe 1981 , la stessa di Federer, è impegnato nell’organizzazione del suo torneo e soprattutto nei “maledetti” protocolli di sicurezza che ci accompagnano in questo orrendo 2020. Lo spagnolo ha dichiarato di essere al lavoro per aver il maggior numero di persone sugli spalti:

“Siamo molto fiduciosi sulla possibilità di avere alcuni spettatori. Se non si verificherà un aumento dei contagi tra luglio ed agosto, la percentuale di posti disponibili potrebbe aumentare. Speriamo che la situazione migliorerà ancora”

Feliciano ha detto di essere in stretto contatto con il governo spagnolo per l’organizzazione del torneo e di aver già presentato dei protocolli di sicurezza :

” Abbiamo presentato i nostri protocolli qualche giorno fa. Al governo erano molto sorpresi per la rigidità dei nostri protocolli in termini di sicurezza per i fan e sopratutto per i giocatori”

Per quanto riguarda i giocatori presenti tutto è ancora assai nebuloso considerando che teoricamente il torneo inizia il giorno dopo la finale dello Us Open e ci sarebbe ancora da sbrogliare la matassa sulla quarantena di ritorno dagli Stati Uniti. Quel che è certo è che ci sarà Rafael Nadal che ha già confermato la sua presenza e si sta allenando in questi giorni sulla terra rossa.

Lopez poche settimane fa inoltre si è espresso con molta decisione sulla ripresa del circuito che per lui è necessaria in tempi brevi:

“Sì, è urgente che i giocatori tornino presto in campo. Se non avremo tornei l’ATP non soppravviverà. La crisi ha colpito duro e i giocatori devono capirlo. Dobbiamo essere uniti perchè è l’unico modo per sopravvivere”.

 

 

Un Lopez che quindi spinge per la ripresa del circuito parlando quasi più da manager che da giocatore e bisogna dire che le sue parole sono assolutamente condivisibili anche riguardo lo Us Open. A New York si dovrebbe giocare senza pubblico e con i giocatori che non avranno a disposizione il team al completo:

” è un sacrificio, ma è un piccolo sacrificio. Avremo i fisioterapisti del torneo e una parte del team. Bisogna accettarlo”

Già perchè gli Us Open si dovrebbero giocare a porte chiuse e con numerose restrizioni nonostante oggi New York stia molto meglio di qualche mese fa e stia meglio di altre zone degli Stati Uniti. Francamente dopo mesi di digiuno dal tennis va bene tutto e speriamo si giochi. La strada è abbastanza impervia, ma negli USA stanno pian piano riprendendo tutti gli sport : NBA, MLB, NFL e altro come la Nascar che domenica in Texas , dove secondo i media c’è la pandemia che dilaga , a Fort Worth ci saranno quasi 70mila spettatori (metà della capienza) dopo la gara dell’altro giorno in Tennesse a Bristol con 30mila spettatori.

Meno nuvole sembrano esserci sopra il cielo francese con il Roland Garros in programma dal 27 settembre. Nelle passate settimane si era parlato di una capienza del 50-60%  e da ieri sono in vendita addirittura i biglietti sul sito. Biglietti che potranno essere aumentati nel caso in cui l’emergenza sanitaria dovesse ancora migliorare.

Il primo torneo ATP post-covid dovrebbe essere(perdonateci tutti questi condizionali) Washington dal 14 agosto con una Entry list , al momento, di assoluto rispetto. Proprio l’altro giorno ha parlato il direttore del torneo Mark Ein:

Sarà un onore per noi ,ma avremo anche grosse responsabilità. Sappiamo che senza le giuste precauzioni potremmo mettere in difficoltà l’intero circuito“.

Insomma le buone notizie sono che tutti i vari tornei si stanno organizzando per ripartire e i direttori del tornei stanno facendo tutto quello che è nelle loro possibilità. L’impressione è che se i tornei americani si riuscissero, in un modo o nell’altro a fare, poi la strada sarebbe più in discesa anche se le incognite rimangono ancora molte.

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