Non è uno sport per giovani…almeno per ora

Alla luce dei brutti risultati nel penultimo “1000” stagionale, è lecito analizzare il percorso dei giovani, ancora acerbi per concorrere nel lungo periodo

Shanghai, Cina: con l’eliminazione odierna agli ottavi di finale di Alexander Zverev, nel penultimo 1000 della stagione, si può constatare l’uscita di scena di tutti i Next Gen dal torneo cinese. Spesso i tornei di fine anno sono bistrattati, a cui i giocatori arrivano stremati, ma talvolta possono essere anche ancore di salvezza per gli aspiranti partecipanti alle Atp Finals. Con la vittoria nella mattinata italiana di Juan Martin Del Potro ai danni di Sascha, quindi, è possibile notare quanto scritto poco fa: 0 rappresentanti tra i giovani, e speranza per i restanti papabili per il torneo che si terrà alla O2 Arena il prossimo novembre.

IL MATCH- Ottavi di finale piuttosto scoppiettanti quest’oggi, dalla sfida tra l’italiano Fabio Fognini e Rafael Nadal, in un classico degli ultimi anni, allo spettacolo offerto dalla premiata ditta Delpo-Zverev. Mentre per il nostro funambolo ligure non è andata molto bene, perdendo 6-3, 6-1, la sfida tra l’argentino e il tedesco, è durata ben tre set. Una grande sfida, in cui si è potuto vedere la solita grande fame di vittoria e spirito di sacrificio dell’ex vincitore degli Us Open, ma anche una sbiadita copia del talento di origine russa, lontano parente del giocatore ammirato in estate. Il numero 23 della classifica mondiale, ha battuto un nervoso Zverev per 3-6, 7-6 (5), 6-4 in un match tirato e spettacolare, con il solito tifo sfegatato nei confronti del gigante di Tandil, nonostante si giocasse in una semivuota arena indoor. 22 ace per il tedesco, 10 in meno per l’argentino, abile a sfruttare la palla break nel terzo set, ma soprattutto a rimanere vivo nel secondo set, dove è stato sempre capace di rialzarsi senza mollare o darsi per sconfitto. Con 91 punti fatti e il 53% di punti portati a casa, il 29enne ha sconfitto il più quotato avversario, soprattutto per via delle due stagioni a confronto: incoraggiante e sacrificata quella dell’argentino, sbalorditiva ma un po’ discontinua quella del #4 al mondo. Nel primo incontro tra i due, ecco la vittoria del veterano e del mai domo Delpo: Sascha, prendi esempio da lui!

ZVEREV CHE COMBINI!- Una grande annata per Sascha, due ATP 1000 per lui, a Roma e Montreal, primo giocatore dai tempi di David Nalbandian, nel 2007, a vincere due mille in una stagione al di fuori dei Fab4, peraltro vinti dal tedesco consecutivamente. Best ranking, 4°, e 3° a qualificarsi nella Race to London dopo Rafael Nadal e il suo idolo Roger Federer, battuto in Canada, con cui condivide il numero di titoli vinti quest’anno: 5. A 20 anni, una grande annata, dopo aver dato modo di farsi conoscersi nel circuito con due anni di apprendistato; ora, il passo successivo, dopo i primi successi sbalorditivi, ora serve concentrarsi  e dare continuità ai risultati, come già evidenziato in questo articolo, per diventare al più presto, il degno erede della posizione #1, non solo in futuro, ma già nel presente, spezzando l’egemonia dei soliti noti. Ma, prima di migliorare dal punto di vista tecnico, in particolar modo sottorete, bisogna migliorare l’aspetto mentale, che a volte ha tradito il tedesco, soprattutto negli Slam. Magari nei tornei importanti sente un po’ di pressione, dato che viene considerato all’unanimità come portabandiera della Next Gen, ma per migliorare nei Major, cosa da fare l’anno prossimo, se non già alle prossime Finals, bisogna partire dal basso, dai tornei minori. Negli ultimi tornei, dopo una grande state americana, sta steccando più volte nei match anche favorevoli sulla carta: dopo lo US Open si è inceppato qualcosa, sia dal punto di vista fisico, dopo le fatiche dal primo, vero, anno da pro, che mentale, perdendo l’appuntamento con la vittoria in sporadiche occasioni. Prima la positiva Laver Cup, poi i tornei asiatici, accusando caldo e stanchezza, prima a Shenzhen, uscendo al terzo turno contro Dzumhur, dopo le fatiche del turno precedente con Darcis, poi la resa contro Kyrgios in quel di Pechino. Ed infine la sconfitta odierna, contro un giocatore a cui non bastano più aggettivi per descriverlo, che ha mostrato tutta la sua passione per il tennis ancora una volta, ma anche approfittando del livello abbassato lentamente dal numero 4 al mondo. Dopo un gran primo set, la resa incondizionata, con errori e bordate subite, il tedesco si è rifugiato nel nervosismo, rompendo la racchetta: crisi mentale per il tennista di origine russa. Ora starà, ma è giusto fare delle considerazioni e rifletterci, per evitare altri episodi che potrebbero cadere nell’abitudinario e migliorare gli ultimi step, primi del salto decisivo, da fare magari, già, alle Finals.

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GIOVANI RIMANDATI- La debacle di Zverev fa riflettere come il massimo esponente del nuovo che avanza, non è ancora completo e continuo come gli dei dell’Olimpo tennistico. Il tennista tedesco deve ancora crescere, l’ultimo periodo può essere un campanello d’allarme, ma è nel prossimo biennio che Sascha dovrà sbocciare definitivamente, conquistando i primi Slam di una, probabile, gloriosa carriera. Ma il più piccolo dei fratelli Zverev non è stato l’unico ad uscire sconfitto da quel di Shanghai, anzi: il classe ’97 è sopravvissuto fino al terzo turno a differenza dei colleghi-coetanei. Infatti, scorrendo il tabellone del penultimo appuntamento “mille” della stagione, è possibile notare come della Next Gen, diversi sono giunti al secondo turno, ma solo Zverev è giunto fino agli ottavi.  Jared Donaldson, che Fognini scontrò l’anno scontro in un torneo americano, dandogli il benvenuto nel circuito, dopo aver vinto contro Cuevas in un match tirato, ha deposto le armi contro uno stratosferico Rafael Nadal, che sta surclassando gli avversari in questo finale, in cui in molti giungono con la bombola d’ossigeno. Mentre il russo Medvedev è uscito contro Lucas Pouille, giustiziato poi dal “Fogna nazionale”, Francis Tiafoe, dopo l’esperienza da gregario in Laver Cup, ha prima sconfitto Benoit Paire e poi è stato sconfitto nel derby americano contro Sam Querrey. La sorprendente vittoria di Wu su Chardy, è stata un po’ oscurata dalla solita pagliacciata di Nick Kyrgios, eterno immaturo e ancora fuori per un capriccio, abbandonando il campo dopo il primo set e probabilmente anche le poche chance di andare a Londra, soprattutto dopo l’ottimo torneo di Pechino, dove già aveva perso le staffe. Un altro giovane, ma che come l’australiano non può più essere giudicato un Next Gen,  come Dominic Thiem, distratto dalla storia d’amore con Kiki Mladenovic, ha perso ogni speranza contro Troicki, perdendo in tre set. Proprio il serbo che aveva battuto la wild card Denis Shapovalov, un po’ presuntuoso nelle ultime settimane con l’organo tennistico, gettando alle ortiche le chance di passaggio del turno. Nello scontro tra talenti del futuro, il nuovo talento greco che sta spopolando e ottenendo consensi dagli esperti, Stefanos Tsitsipas e il bombardiere russo Karen Khachanov, con la vittoria del destrimano ellenico per 7-5 6-3. In seguito la sconfitta contro John Isner, ma la consapevolezza che in futuro potrebbe togliersi diverse soddisfazioni con il rovescio ad un mano, tanto incantevole quanto efficace. Infine Rublev e Chung, dopo le vittorie al primo turno, hanno dovuto dire addio al torneo in anticipo, dopo le sconfitte contro Del Potro e Richard Gasquet, ma con la consapevolezza di poter crescere ancora. Infine il già citato Zverev, uscito facendosi rimontare, senza aver la possibilità di rigiocare con il suo idolo in semifinale.

PROSPETTIVA- Tante uscite di scena premature dei vari talentini del circuito, ma tutti possono ancora crescere, e in qualche modo possono far bene le sconfitte di oggi, per trasfromarle in vittorie e grande voglia di far bene domani. Bisogna solo dare tempo al tempo, per alcuni che ad inizio anno non erano neanche tra i primi 100, ma che oggi, a fine anno, tanti ne escono un po’ più maturi e forti, come Denis Shapovalov ma anche Rublev, che neanche pochi mesi fa, giocavano ancora Future o ricevevano sporadiche Wild Card. Ma mentre per qualcuno il tempo è amico e alleato per crescere, per altri come Kyrgios o Thiem, sta passando, e non bisogna lasciare che scorra ulteriormente: il tennis non è uno sport per giovani…non ancora!

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