Novak Djokovic: “Bisogna cambiare il formato della Coppa Davis, magari disputandola ogni due anni. Non so se ci sarò contro la Gran Bretagna”

Novak Djokovic, subito dopo il mach di secondo turno vinto ai danni di Adrian Mannarino, ha analizzato la propria prestazione e rilasciato alcune interessanti dichiarazioni ala stampa. In particolare, il numero 1 ha parlato della Coppa Davis, suggerendo alcune modifiche secondo lui necessarie.

Continua a gonfie vele l’avventura del numero 1 del mondo Novak Djokovic a Wimbledon. Il serbo, che, ricordiamo, è a caccia del quarto titolo ai Championships,  al secondo turno ha avuto la meglio di Adrian Mannarino in tre set, con qualche difficoltà solo verso la fine dell’incontro, conquistando così la trentesima vittoria consecutiva in uno Slam (record). In conferenza stampa, Nole ha analizzato la propria prestazione, ma ha anche rilasciato alcune interessanti dichiarazioni sulla Coppa Davis: secondo lui, la competizione a squadre più importante del nostro sport andrebbe cambiata.

“MANNARINO E’ OSTICO SU ERBA, MA HO GIOCATO BENE I PUNTI IMPORTANTI”- E’ stato un match tutto sommato positivo, quello di Djokovic, nonostante qualche passaggio a vuoto e qualche errore di troppo. Ha sicuramente inciso, però, anche il suo avversario, che, come afferma lo stesso serbo, può essere davvero difficile da affrontare su erba: “Mannarino ha un tennis molto adatto a questa superficie. Colpisce la palla piatta e bassa, serve rapidamente e quindi è difficile gestire i suoi colpi. In ogni caso, per fortuna ho giocato bene nei momenti importanti”.

Come già accennato, quello di ieri è stato il successo numero 30 di fila nei Major, risultato davvero straordinario: “Ho grandi aspettative, ma sono molto contento per come sto riuscendo a giocare in maniera consistente così a lungo. Sono orgoglioso per questo record, che mi da ulteriore motivazione. Continuerò a giocare con passione e darò sempre il meglio, e vedremo come andrà”.

Novak ringrazia anche l’organizzazione, che gli ha fatto un bel “favore” programmando il suo match sul Centrale in un giorno così piovoso: “Il tetto ovviamente aiuta quando piove così, e inoltre crea un’atmosfera speciale. E’ stato divertente”.

“NON HO ANCORA DECISO, MA PROBABILMENTE NON CI SARO’ IN DAVIS”- Cambiando argomento, il numero 1 ha parlato dei quarti di finale di Coppa Davis contro la Gran Bretagna, in programma dal 15 al 17 Luglio, che, come tutti gli addetti ai lavori hanno più volte fatto notare, si disputeranno in un periodo ricco di avvenimenti. E proprio per questo Djokovic potrebbe non essere presente: “Non ho ancora deciso, ma probabilmente salterò questo appuntamento. Subito dopo Wimbledon, sarò concentrato interamente sulle Olimpiadi. Cercherò di riposarmi e poi comincerò la preparazione per Rio. Darò il meglio per aggiudicarmi la medaglia d’Oro, ma tutti gli altri giocatori verranno in Brasile con lo stesso obiettivo. Non c’è nessuna competizione nello sport più grande delle Olimpiadi, ed è un grande onore farne parte. Non vedo l’ora di poter scendere in campo lì”.

Un’altra ragione per cui probabilmente darà forfait per la Davis è che “un passaggio così rapido dall’erba alla terra non è affatto semplice. Può essere molto rischioso, quindi prenderò un accordo con il coach Obradovic e il resto del team per saltare il quarto con la Gran Bretagna. Comunque non è una decisione semplice da prendere per me, perché non c’è niente di più bello che difendere i colori della Serbia, di fronte ai miei connazionali”.

“COSI’ LA DAVIS NON FUNZIONA PIU’, DOVREBBE ESSERE BIENNALE”- Novak è fra quei giocatori ai quali non piace l’attuale format della Davis. Nonostante questa organizzazione dell’evento sia quello più duraturo del nostro sport, l’unico a non essere mai cambiato, il campione di Belgrado ritiene che non funzioni più, e che sia necessario adattarla alle nuove esigenze dei giocatori, in un circuito sempre più faticoso: “La Coppa Davis per come è attualmente non funzione più, e infatti partecipano sempre meno top player. Il format dovrebbe cambiare, potremmo renderlo per esempio come i mondiali di calcio, ovvero una competizione che si disputa ogni due anni“.

 

 

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