Il 2017 in numeri: le migliori statistiche ATP del 2017

[tps_title]Un paese per vecchi[/tps_title]

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Il 2017 è stato, in molti sensi, un anno di ritorno al futuro: Rafael Nadal e Rogere Federer, la cui somma di età è 67, si sono spartiti tutti e quattro gli Slam, finendo in prima e seconda posizione mondiale.
Oltre alle loro, ci sono state altre 12 finali tra giocatori over-30, e ben 43 “vecchietti” hanno concluso l’anno nella top100 (il maggior numero dal 1973).

La finale “più vecchia” è stata quella di ‘s-Hertogenbosch, in cui il 34enne Gilles Muller ha battuto Ivo Karlovic, 38 anni: la somma è presto fatta, con ben 72 anni in campo. Sempre il giocatore di Lussemburgo è diventato il più vecchio di sempre a vincere un primo titolo ATP, conquistando quello di Sydney a gennaio su Dan Evans.
Il più vecchio a vincere un titolo nel 2017 è stato il dominicano Victor Estrella Burgos che, a 36 anni e 8 mesi ha trionfato a Quito.

[tps_title]Stelle Nascenti[/tps_title]

 

Nonostante i più maturi abbiano rubato la scena, ci sono stati colpi di scena non da poco anche grazie ai famosi #NextGen.
Alexander Zverev è stato il caso più eclatante: ha concluso l’anno come numero 4 del mondo a soli 20 anni, vincendo 5 titoli di cui 2 Master 1000. Il tedesco è anche stato l’unico quest’anno a vincere lo stesso titolo sia in singolo che in doppio quando, a Montpellier, è riuscito a imporsi anche in coppia con il fratello Mischa. Sorprendentemente, nonostante il picco come numero 3 al mondo, Zverev ha vinto solo il 52% dei punti giocati (5824/11825), dimostrando ancora una volta il sottile margine su cui balla il tennis d’élite.

Un altro giovanissimo a farsi notare quest’anno è stato Andrey Rublev, che ha raggiunto dei sorprendenti quarti agli U.S. Open. Il russo è stato anche il più giovane vincitore di un torneo nel 2017, con la conquista della corona di Umago a soli 19 anni e 9 mesi. Inoltre, Rublev è stato il più giovane di sempre a finire l’anno nella top50 (a 2o anni e 1 mese), e ha pure partecipato alla finale più “giovane” della storia, quella in cui ha perso da Hyeon Chung alle NextGen Finals di Milano.

Due canadesi di cui sentirete parlare saranno Denis Shapovalov e Felix Augerre Aliassime, che hanno entrambi raggiunto risultati strabiliati nel 2017.
Shapovalov, che ha raggiunto le semifinali della Rogers Cup e il quarto turno degli U.S. Open prima di raggiungere il best ranking di numero 49 ad ottobre, è stato di gran lunga il più giovane a chiudere l’anno nella top 150, a soli 18 anni e 7 mesi.
Auger Aliassime, che ha conquistato 2 titoli challenger, ha chiuso l’anno come più giovane nei primi 200 al mondo con i suoi 17 anni e 3 mesi.

[tps_title]Uomini da maratona[/tps_title]

La partita più lunga dell’anno ha visto, sorprendentemente, la partecipazione di Ivo Karlovic: il croato ha infatti superato Horacio Zeballos per 6-7 3-6 7-5 6-2 22-20 in 5 ore e 25 minuti al quarto turno degli Open di Australia.

La finale più lunga è stata il classico tra Rafael Nadal e Roger Federer agli Australian Open, in cui l’elvetico si è imposto in 3 ore e 38 minuti.
Il tie-break più lungo, invece, è stato il 20-18 con cui Andy Murray ha superato Philipp Kohlschreiber a Dubai: è il più lungo di sempre sin dal 2007, quando Jo-Wilfried Tsonga batté Andy Roddick con lo stesso punteggio.

[tps_title]Percorsi stupefacenti[/tps_title]

Oltre ad essere il più vecchio a vincere un titolo, Estrella Burgos è diventato il giocatore con il ranking più basso (157) a vincere un torneo quest’anno.
Il tedesco Peter Gojowczyk è stato l’unico giocatore a vincere un torneo da qualificato: il suo trionfo è arrivato a Metz, battendo Benoit Paire in finale. Anche la vittoria di Rublev ad Umago sembrava improbabile: infatti, il russo è entrato in tabellone solo come lucky loser dopo aver perso nelle qualificazioni.

[tps_title]Il meglio del meglio[/tps_title]

I numeri 1 e 2 del mondo a fine anno, Nadal e Federer, hanno sorpassato gli altri giocatori in molte classifiche: lo svizzero ha vinto il maggior numero di titoli (7), superando di poco lo spagnolo (6); quest’ultimo, però, ha vinto il maggior numero di match (67):  la lunga assenza di Federer dal circuito spiega in qualche modo questo dato.

Federer ha poi raggiunto il maggior numero di vittorie contro dei top10 (14), superando sempre l’eterno rivale (12). Inoltre, condividono anche il maggior numero di set vinti in un torneo senza perderne (20), raggiunti a rispettivamente a Wimbledon e al Roland Garros.

La più lunga serie di vittorie è andata a Nadal (17) tra aprile e maggio, che ha superato di una sola quella dello svizzero tra giugno e agosto.

I due si sono fatti notare anche nelle finali dei tornei: Federer ha vinto quella più veloce dell’anno ad Halle (53 minuti contro Zverev), mentre Nadal ha lasciato il minor numero di game a Pechino (6-2 6-1 a Kyrgios).

Oltre a loro, ci sono altri due che si sono fatti notare: David Goffin, che ha vinto il maggior numero di match sul cemento (43) e Jo-Wilfried Tsonga che ha sbaragliato la concorrenza nei tornei indoor.

[tps_title]I più migliorati[/tps_title]

A fare il salto più lungo nel ranking rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso è stato, di gran lunga, Filip Krajinovic che è passato dal numero 237 del 2016 al 34 attuale: il serbo era appena rientrato da un lungo infortunio quando ha sconvolto tutti con la finale al Master 1000 di Parigi da qualificato.

Considerando la top100, il più migliorato è l’australiano Matthew Ebden, che, a 30 anni, ha scalato ben 519 posizioni, passando dalla 595 alla 76: un risultato conquistato con la vittoria di due challenger e del titolo di Newport. [tps_title]Fattore Servizio[/tps_title]

Come sempre, John Isner è stato uno dei migliori servitori della stagione: ha raggiunto il secondo posto come numero di ace per match (19.8, secondo solo al 20.5 di Karlovic), e ha raggiunto il maggior numero di prime in campo (70.8%). L’americano ha anche raggiunto il secondo miglior posto come game di servizio vinti (93.1%, dietro al solito Karlovic con 93.2).

Ma il traguardo migliore raggiunto dall’americano, e forse anche da qualsiasi giocatore quest’anno, è stata la strabiliante vittoria a Newport in cui, oltre che non perdere mai il servizio, non ha dovuto affrontare neanche una palla break: l’ultima volta che era successo, c’era riuscito Tommy Haas a Memphis 2007.

Isner ha vinto anche il maggior numero di tie-break (42), quasi il doppio del secondo (Jack Sock con 22). Detto ciò, Isner è stato quasi anche quello che ne ha persi di più di tie-break (con 26): probabilmente era talmente annoiato dal doverli giocare. La percentuale migliore di vittorie a fine set, però, spetta a Donald Young (81.8%).

Il miglior servitore come realizzazione, però, è stato Gilles Muller, con il suo 72.6% di palle break annullate.

[tps_title]Miglior Ricevitori[/tps_title]

Murray ha vinto la maggior percentuale di palle break (47.8%), mentre Stan Wawrinka ne ha convertite di più contro i top10 (54.1%)

Dopotutto, però, è stato l’argentino Schwartzman il miglior ricevitore del circuito: ha vinto il maggior numero di punti in risposta alla seconda (55.6) e ha vinto anche il maggior numero di game come ribattitore (34.8%).

[tps_title]Chi inizia bene…[/tps_title]

Il giocatore con cui davvero non vuoi perdere il primo set? Rafael Nadal, ovviamente. Nadal ha dimostrato ancora di essere il migliore a far corsa di testa, vincendo 61 dei 63 match giocati in queste condizioni.

Tenendo conto delle finali, chi ha vinto il primo set si è imposto nell’84% dei casi (56/67)

[tps_title]Il peggior rospo da mandare giù[/tps_title]

Ritorna ancora, e ci scusiamo con Philipp Kohlschreiber, il match del tedesco contro Murray a Dubai: infatti, il britannico ha annullato il maggior numero di match point in un match del 2017 (7).
Al secondo posto si trova Fernando Verdasco, che se ne è visti cancellare 5 da Novak Djokovic a Dubai.[tps_title]Lega delle Nazioni[/tps_title]

21 nazioni hanno avuto giocatori che hanno sollevato almeno un titolo nel 2017: quella con più successo è stata la Spagna, con ben 11 tornei vinti; a contribuire a questo record sono stati Rafael Nadal (6), Bautista Agut (2), Carreno Busta, Feliciano Lopez e Ferrer (1).
Gli Stati Uniti e la Francia, vincitrice di Coppa Davis, sono arrivati rispettivamente secondi e terzi.

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