Jannik rimandato (a testa alta)

Sinner ce la mette tutta ma si infrange su un Djokovic sornione e riposato, che fa valere l'esperienza e controlla il match senza rischiare troppo (6-4, 6-2).

Il primo set mostra il meglio e il peggio. Jannik è concentrato, gioca bene e ha le idee chiare, mette il muso in avanti con il break nel terzo game (con errore di Nole a rete sul punto decisivo), poi si scontra con l’uomo di gomma, che non si arrende mai, che ti risponde a uno smash mettendosi la racchetta davanti al viso mentre il suo corpo è disteso per terra a pelle di leone. E allora c’è il controbreak e poi è il numero uno a piazzare la zampata nel suo modo consueto: non ti domina ma controlla le emozioni, assoggetta i flussi energetici e forse anche l’aria che si respira intorno al campo, e in un amen siamo 5-2 per lui, con la sconcertante impressione che Jannik abbia fatto tutto il possibile. Il problema è che con Novak serve l’impossibile, e spesso non basta.

Ok, è dunque l’occasione perfetta per testare la pasta del nostro affezionato. Il ragazzino si tiene in scia con le unghie, attraversando un game complicato perché Nole ha deciso di spolverare le righe del campo ma è sottoposto a una discreta pressione perciò talvolta sbaglia la misura. Poi Jannik fa qualcosa che ci ricorderemo, comunque andrà a finire: mentre Nole serve per il set rientra da 30/0 e va a brekkarlo in avanzamento dopo avergli fatto assaggiare in precedenza un passantone robusto dei suoi. Poi paga dazio e si fa impallinare ai vantaggi, il che costa il set, perché contro Djokovic è troppo difficile tenere la battuta, non c’è mai respiro di fronte alle sue risposte. L’urlo di Nole tradisce una liberazione non da poco e poi viene il momento durissimo in cui il serbo comincia di nuovo ad accanirsi sugli estremi più reconditi del campo per sbattere fuori l’impudente pel di carota; e poi prende tutto, ma proprio tutto, roba da mettersi a piangere come un bambino che subisce un’ingiustizia. Jannik però non è un bambino e non ha subito alcuna ingiustizia: sta solo imparando la lezione e sa che ogni punto in più lo farà crescere. Non si lascia abbattere, affina il tocco e continua la sua silenziosa scalata all’olimpo del tennis, anche se non sarà oggi il giorno giusto. Infatti nel quarto game arriva il break che fa male, quello che fa pendere la bilancia dal lato del numero uno: 3-1. Ma dobbiamo dargli atto: è un Novak riposato e lucido, niente affatto arrugginito (un po’ ci speravamo) ed è già un vanto fargli il punto quando incespica, figuriamoci quando ha dalla sua l’abbrivio del servizio.

Jannik riesce a portarlo ai vantaggi ma il 4-1 con vista baratro è inevitabile. Sinner si conquista un facile 4-2 e non è una notizia da poco, visto chi risponde (certo, se entrano più prime il discorso cambia) poi vede la chance di rientrare grazie a due doppi falli ma la spreca che un’idea di risposta profonda, anzi profondissima, ampiamente fuori dal campo e siamo di nuovo 5-2, esattamente come nel primo parziale. Camminare sul cornicione non è facile se c’è Djoker pronto a spingerti giù, perciò il 15/30 sa già di patibolo, figuriamoci poi la rasoiata che porta in dote due matchpoint. Jannik annulla il primo avventandosi su una palla corta un po’ avventurosa, poi acchiappa l’egalitè su un errore del serbo. Purtroppo ai vantaggi si fa infilare da una risposta nei piedi e poi si consegna con un doppio fallo: 6-2 e ci vediamo la settimana prossima.

Finisce presto questo Master 1000 monegasco, ma sarà comunque ricordato per la lezione, non tanto nel senso punitivo quanto in quello letterale che designa un momento di alto apprendimento. L’allievo Sinner ha tenuto il campo contro un venerabile maestro e ha confermato la sua potenzialità: è lontano ma sta arrivando. Ora torna sui banchi e siamo pronti a scommettere che al prossimo appuntamento si presenterà con qualche arma in più… saranno i mille piccoli dettagli su cui sta crescendo costantemente, sarà il servizio che richiede tanto tempo e la dedizione che a lui non manca, sarà un nuova sfumatura di malizia, sarà tutto questo messo insieme e altro ancora, ma sta di fatto che ne vedremo una versione ancora nuova e aggiornata, perché il traguardo è molto lontano (e ne siamo lieti).

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